Scritto per l’agognata dipartita del Cavaliere Silvio, signore e padrone delle tre Italie (Mafie, Massoneria Deviata e Corruzione Totale), miseramente trucidato a tradimento dal suo brutto figlio adottivo Fini Gianfranco e dai suoi seguaci infami con trentaseimila coltellate durante una rissa pluriennale all’interno del famigerato Bordello delle Libertà. Al grande statista della truffa mediatica e del facile guadagno oggi dedico, come già fece il mio illustre collega Sandrino Manzoni in morte di Napoleone il 5 maggio, un inno funebre addì 29 luglio in quattro sonetti immortali, di cui due financo “caudati” per meglio elogiare le doti politiche e quasi umane dell’aspirante duce quando, caduto in disgrazia, sarà da tutti vituperato e offeso. 1 Oh! Mi rimpiangeranno – Silvio disseIl giorno che lasciò la presidenzaDel Consiglio dove imperando visseVent’anni di fulgore e onnipotenza Fino alla fine e alla fatale eclisse.- Vi mancherà la mia bella presenza,Il mio parlar, ciò che di me si scrisse,Le belle donne. Divenuto assenza, Mi cercherete invano in ogni reteNei giornali bugiardi e ingannatoriNel tramonto della democrazia. E del mio verbo avrete fame e sete,Mio popolo di telespettatoriRimpiangendo la mia Silviocrazia. 2 - E mi rimpiangeranno inconsolatiPagnottisti ruffiani e opportunistiGli ipocriti collusi e gli affiliatiAlle cricche dei soliti affaristi, La bella Italia degli incriminatiAssolti sempre, dei contorsionistiDella stampa bugiardi o imbavagliati,Dei riciclati clerico-fascisti, La mia Italia puttana e decadente,Maestra della cieca persuasioneNel gran circo mediatico vincente Su ogni dissenso, ogni opposizione,L’Italia che mi volle presidentePer volontà divina e sacra unzione. 3 E mi rimpiangerete amaramenteMiei imbecilli amatissimi elettoriQuando l’Italia sia sinistramenteIn mano ai comunisti malfattori… Rimpiangerete Silvio PresidenteI suoi fasti mediatici e splendoriDa grande impero, il volto sorridenteDel governo dei ladri imbonitori. Rimpiangerete Silvio e i suoi sodaliMinistri della Plebe in Libertà,le leggi personali antisociali garanti d’ogni illegalitàle rendite protette e i capitaliliberati dalle fiscalità… Il liberismo assai monopolistaDi un’Italia ruffiana e pagnottista. 4 Così disse e non disse il CavaliereNel giorno dell’amara dimissionePur bestemmiando la costituzioneE congiurando intrighi e trame nere E possibili azioni d’eversionePer non perdere il suo amato potereIl bottino di tutta una nazioneAssuefatta a pigliarla nel sedere. In Arcore recluso e in agoniaRimpianse la Certosa e i bei festiniDi veline e puttane in allegria E i bei media con tanti minzoliniE il popolo coglione in sua balìa.– Maledetto sii tu infame Fini!- Silvio gridò e poi non disse più…E col poeta noi cantiamo: Ei fu!
ELEGIA IN MORTE DEL CAVALIERE SILVIO
Scritto per l’agognata dipartita del Cavaliere Silvio, signore e padrone delle tre Italie (Mafie, Massoneria Deviata e Corruzione Totale), miseramente trucidato a tradimento dal suo brutto figlio adottivo Fini Gianfranco e dai suoi seguaci infami con trentaseimila coltellate durante una rissa pluriennale all’interno del famigerato Bordello delle Libertà. Al grande statista della truffa mediatica e del facile guadagno oggi dedico, come già fece il mio illustre collega Sandrino Manzoni in morte di Napoleone il 5 maggio, un inno funebre addì 29 luglio in quattro sonetti immortali, di cui due financo “caudati” per meglio elogiare le doti politiche e quasi umane dell’aspirante duce quando, caduto in disgrazia, sarà da tutti vituperato e offeso. 1 Oh! Mi rimpiangeranno – Silvio disseIl giorno che lasciò la presidenzaDel Consiglio dove imperando visseVent’anni di fulgore e onnipotenza Fino alla fine e alla fatale eclisse.- Vi mancherà la mia bella presenza,Il mio parlar, ciò che di me si scrisse,Le belle donne. Divenuto assenza, Mi cercherete invano in ogni reteNei giornali bugiardi e ingannatoriNel tramonto della democrazia. E del mio verbo avrete fame e sete,Mio popolo di telespettatoriRimpiangendo la mia Silviocrazia. 2 - E mi rimpiangeranno inconsolatiPagnottisti ruffiani e opportunistiGli ipocriti collusi e gli affiliatiAlle cricche dei soliti affaristi, La bella Italia degli incriminatiAssolti sempre, dei contorsionistiDella stampa bugiardi o imbavagliati,Dei riciclati clerico-fascisti, La mia Italia puttana e decadente,Maestra della cieca persuasioneNel gran circo mediatico vincente Su ogni dissenso, ogni opposizione,L’Italia che mi volle presidentePer volontà divina e sacra unzione. 3 E mi rimpiangerete amaramenteMiei imbecilli amatissimi elettoriQuando l’Italia sia sinistramenteIn mano ai comunisti malfattori… Rimpiangerete Silvio PresidenteI suoi fasti mediatici e splendoriDa grande impero, il volto sorridenteDel governo dei ladri imbonitori. Rimpiangerete Silvio e i suoi sodaliMinistri della Plebe in Libertà,le leggi personali antisociali garanti d’ogni illegalitàle rendite protette e i capitaliliberati dalle fiscalità… Il liberismo assai monopolistaDi un’Italia ruffiana e pagnottista. 4 Così disse e non disse il CavaliereNel giorno dell’amara dimissionePur bestemmiando la costituzioneE congiurando intrighi e trame nere E possibili azioni d’eversionePer non perdere il suo amato potereIl bottino di tutta una nazioneAssuefatta a pigliarla nel sedere. In Arcore recluso e in agoniaRimpianse la Certosa e i bei festiniDi veline e puttane in allegria E i bei media con tanti minzoliniE il popolo coglione in sua balìa.– Maledetto sii tu infame Fini!- Silvio gridò e poi non disse più…E col poeta noi cantiamo: Ei fu!