Non furono las cinco de la tardequando i poeti erraronoa tessere l’elogio di un turpe macellaiolà nell’arena infamevergogna di Spagna e d’ogni civiltàné il giorno dell’orgogliodi troppa umanità meschina e sanguinariaplaudente all’agoniaall’estremo dolore di un vivente…ma in un’ora qualunque di un giorno come gli altrifra i tanti d’ordinario spettacolo-torturae di macelleria dentro le arene –terra amara di tori e di toreridove la sabbia accecata dal solee dal grido canaglia della follasi ubriaca di sangue innocentegiorno dopo giorno - retaggiodi una remota barbarie chiamata civiltà… Accadde in un’ora fra tantein cui i poeti non vollero vederené sentire il lamento strozzatodel toro agonizzante -in quell’ora, mio nobile fratello,già folle di dolore e di rivoltaal tuo destino infamedettato da un’infame civiltà,tu tentavi la fuga dall’arenanel magnifico salto della libertà oltre ogni barriera -barriera inumana di genteaccorsa per goderedella tua fine cruentae che non sa comprenderela tua sete di vita e dignità animale –meschina umanitàsempre avvezza a plaudireal martirio di vittime innocenti. A te dedicherò il mio compiantonell’ora del sangue versato –un monumento in memoriaal magnifico Toro libertador superbo animale campione di ogni ribellione al crimine gratuitofatto spettacolo e gara –mio nobile fratello,compagno di lotte e rivolteper un mondo possibile di eguali -toro Che Guevaratoro Gesù Cristosacrificato alla sete di sanguedi uomini e donne a somigliaza e immaginedi un dio distruttorefalso dio d’amoreche li vuole padronidi un mondo schiavizzato. Quel tuo muggito infinitoquando una plebe canagliafuggiva fra gli spaltinemica di giustizia e di pietàe i servi boia dell’orrida corridaaccorrevano a darti la morte…quel tuo urlo infinitosia l’urlo di rivolta di una natura offesail grido di riscatto di tutti gli animalisterminati nell’orgia del dominiodell’uomo sulla terra.
Compianto per il Toro di Tafalla abbattuto mentre tentava di fuggire dall’arena.
Non furono las cinco de la tardequando i poeti erraronoa tessere l’elogio di un turpe macellaiolà nell’arena infamevergogna di Spagna e d’ogni civiltàné il giorno dell’orgogliodi troppa umanità meschina e sanguinariaplaudente all’agoniaall’estremo dolore di un vivente…ma in un’ora qualunque di un giorno come gli altrifra i tanti d’ordinario spettacolo-torturae di macelleria dentro le arene –terra amara di tori e di toreridove la sabbia accecata dal solee dal grido canaglia della follasi ubriaca di sangue innocentegiorno dopo giorno - retaggiodi una remota barbarie chiamata civiltà… Accadde in un’ora fra tantein cui i poeti non vollero vederené sentire il lamento strozzatodel toro agonizzante -in quell’ora, mio nobile fratello,già folle di dolore e di rivoltaal tuo destino infamedettato da un’infame civiltà,tu tentavi la fuga dall’arenanel magnifico salto della libertà oltre ogni barriera -barriera inumana di genteaccorsa per goderedella tua fine cruentae che non sa comprenderela tua sete di vita e dignità animale –meschina umanitàsempre avvezza a plaudireal martirio di vittime innocenti. A te dedicherò il mio compiantonell’ora del sangue versato –un monumento in memoriaal magnifico Toro libertador superbo animale campione di ogni ribellione al crimine gratuitofatto spettacolo e gara –mio nobile fratello,compagno di lotte e rivolteper un mondo possibile di eguali -toro Che Guevaratoro Gesù Cristosacrificato alla sete di sanguedi uomini e donne a somigliaza e immaginedi un dio distruttorefalso dio d’amoreche li vuole padronidi un mondo schiavizzato. Quel tuo muggito infinitoquando una plebe canagliafuggiva fra gli spaltinemica di giustizia e di pietàe i servi boia dell’orrida corridaaccorrevano a darti la morte…quel tuo urlo infinitosia l’urlo di rivolta di una natura offesail grido di riscatto di tutti gli animalisterminati nell’orgia del dominiodell’uomo sulla terra.