VITE A PERDERE

LA VACANZA


 Un primo bilancio delle vacanze estive ancora in corso. I fatti parlano chiaro: anche quest’anno ci siamo divertiti da morire - ma proprio morire sul serio, cioé seriamente per puro divertimento. In macchina, a piedi, in moto, per strada, a mare, nei boschi, dentro casa, ovunque – sì, siamo morti in tanti... un vero piacere, credetemi! – un piacere per cui si sgobba tutto l’anno, in attesa del giorno beato in cui venti chilometri di file d’auto sotto il sole cocente di un’autostrada ci daranno la piena consapevolezza di non sognare, ma di essere davvero finalmente nel bel mezzo di una vacanza. E quando hai superato il godimento della coda autostradale, della tua auto che avanza a singhiozzo di un metro ogni quarto d’ora – poi, finalmente, di sera puoi schiacciare il pedale dell’acceleratore e godere la pura velocità a centocinquanta all’ora su una strada urbana e travolgere come birilli uno o due pedoni sulle strisce pedonali e non rallentare nemmeno e continuare a correre e, colmo del piacere, dopo appena mezzo chilometro schiacciare il cranio sotto le ruote a un bastardo di cane abbandonato dal suo padrone in vacanza e poi vaffanculo tutti! E’ bella l’estate... quando i boschi di mezza Italia bruciano - che spettacolo emozionante! e tu, comodamente sdraiato sotto l’ombrellone in riva al mare inquinato puoi già immaginare gli edifici e i palazzi e le colate di cemento che sorgeranno radiosi al posto di quei monotoni alberi insulsi. E’ tutto un divertimento l’estate italiana – come pure l’inverno e tutto l’anno insomma! Perché noi viviamo dentro la società del divertimento e vivere in questa società è tutto un divertimento senza fine. Ti diverti in casa davanti alla TV o alla play-station o col cellurare d’ultima generazione o magari facendo fuori un componente della famiglia o la famiglia per intero. Ti diverti tutti i giorni dalla mattina alla sera, ma specialmente il sabato sera, in cui bisogna divertirsi al massimo delle possibilità, ballando sballando scopando facendosi di coca impasticcandosi ubriacandosi non facendo un cazzo di tutto questo ma per lo meno lasciandosi sbalzare per aria in un volo di dieci metri all’uscita dalla discoteca da un centauro a duecento all’ora e sfracellarsi il cervello divertito sull’asfalto stradale. Divertirsi, divertirsi, ragazzi! DIVERTIRSI DA MORIRE!!! Imperativo categorico a cui non bisogna sottrarsi. Perché, altrimenti, se non ti diverti come gli altri, sei un pezzo di merda, sei uno stronzo, sei uno che non vale niente, sei un handicappato, uno da evitare, su cui sputare addosso... peggio! sei uno che non esiste e basta. E noi, masse ubbidienti, corriamo uniti verso il divertimento garantito, perché noi vogliamo “esistere” e divertirci da morire. E quelli di noi che muoiono alla lettera – vaffanculo! noi non ci fermiamo. Noi lo sappiamo che gli spot di pubblicità progresso e i “provvedimenti più severi” adottati dai ministri di turno sono solo barzellette, quel pizzico di trasgressione in più per aumentare il divertimento e la velocità e lo sballo e il piacere indescrivibile di sentirsi sempre più stronzi, sempre più simili ai propri simili, una massa di imbecilli telecomandati che non smettono mai di divertirsi.