VITE A PERDERE

CATANIA ARRUSTI-E-MANGIA


 .....................Per l’autore demente di queste pagine fare a fette un equino equivarrebbe a dare in pasto a un’umanità degradata il più nobile fra gli animali, tanto che nei suoi attacchi di misantropia acuta, spesso immaginò cavalli al galoppo in groppa ai loro fantini (a torto identificati con la mafia, trattandosi in genere di romantici sottoproletari a spasso su ecologici calessi). E per meglio intendere la natura visionaria di chi scrive, basti considerare con quanta facilità lo scrivente riesce a vedere stalle clandestine dappertutto con relative corse clandestine di cavalli e macellazioni equine altrettanto clandestine. E’ evidente che tale calunnia infamante nei confronti della città di Catania non si regge in piedi, tanto quanto il cavallo azzoppato ritrovato accanto al cassonetto dei rifiuti, che poi azzoppato non era ma semplicemente sdraiato a terra in un momento di felice relax. Se davvero esistessero delle stalle clandestine non si capirebbe perché mai esse sarebbero così visibili agli occhi dello scrivente e così invisibili alle forze dell’ordine e agli onesti amministratori cittadini, noti campioni di legalità e trasparenza – per non parlare delle corse dei cavalli che non sono animali invisibili per niente e tutti, compresi forze dell’ordine e amministratori locali, potrebbero assistervi facilmente quantunque il sito della gara non venga pubblicizzato sulla rubrica “Catania giorno e notte” del quotidiano locale. Queste ed altre considerazioni di semplice buon senso fanno intuire senz’ombra di dubbio che l’autore-calunniatore di questo libretto quando passeggia per le strade della sua città, accecato dal suo odio viscerale per i suoi concittadini, vede in continuazione ciò che non c’è e non è mai esistito. Il che lascia supporre con assoluta certezza che altrettanto inesistenti siano le depravazioni pubbliche e private da lui descritte con dovizia di particolari fasulli. Tutto ciò premesso, invitiamo le pubbliche  autorità cittadine, e in primo luogo il nostro beneamato ex-sindaco e la nuova giunta municipale, i partiti, gli enti e le associazioni “per lo sviluppo del mezzogiorno” attraverso la piena occupazione nel traffico di stupefacenti, nella grande distribuzione e ogni altra attività legata allo sviluppo economico e sociale della città etnea – invitiamo dunque tutti coloro di cui si parlerà male in questo nefando liberculo a non ricorrere a inutili querele o altre azioni penali nei confronti di un pazzo squilibrato rompicoglioni, quale verrà giudicato dalla quasi totalità dei suoi concittadini. Tutti devoti tutti: cittadini e viva... chi? Difficile a dirsi. Unica certezza catanese l’antico proverbio all’incontrario: Chi rompe non paga mai e i cocci vanno in culo a noi. Il seguito della storia: Mercoledì 17 novembre alle ore 19Libreria Tertulia, Piazza Teatro Massimo.