VITE A PERDERE

ELEGIA IN MORTE DEL CAVALIERE SILVIO


  ELEGIA IN MORTE DEL CAVALIERE SILVIO Scritto per l’agognata dipartita del Cavaliere Silvio, signore e padrone delle tre Italie (Mafie, Massoneria Deviata e Corruzione Totale), miseramente trucidato a tradimento dal suo brutto figlio adottivo Fini Gianfranco e dai suoi seguaci infami con trentaseimila coltellate  durante una rissa pluriennale all’interno del famigerato Bordello delle Libertà. Al grande statista della truffa mediatica e del facile guadagno oggi dedico, come già fece il mio illustre collega Sandrino Manzoni in morte di Napoleone il 5 maggio, un inno funebre addì 4 dicembre in quattro sonetti immortali, di cui due financo “caudati” per meglio elogiare le doti politiche e quasi umane dell’aspirante duce quando, caduto in disgrazia, sarà da tutti vituperato e offeso.   1 Oh! Mi rimpiangeranno – Silvio disseIl giorno che lasciò la presidenzaDel Consiglio dove imperando visseVent’anni di fulgore e onnipotenza Fino alla fine e alla fatale eclisse.- Vi mancherà la mia bella presenza,il mio parlar, ciò che di me si scrisse,le belle donne. Divenuto assenza, mi cercherete invano in ogni retenei giornali bugiardi e ingannatorinel tramonto della democrazia. E del mio verbo avrete fame e sete,mio popolo di telespettatoririmpiangendo la mia Silviocrazia.     2 - E mi rimpiangeranno inconsolatiPagnottisti ruffiani e opportunistiGli ipocriti collusi e gli affiliatiAlle cricche dei soliti affaristi, la bella Italia degli incriminatiassolti sempre, dei contorsionistidella stampa bugiardi o imbavagliati,dei riciclati clerico-fascisti, la mia Italia puttana e decadente,maestra della cieca persuasionenel gran circo mediatico vincente su ogni dissenso, ogni opposizione,l’Italia che mi volle presidenteper volontà divina e sacra unzione.    3 E mi rimpiangerete amaramenteMiei imbecilli amatissimi elettoriQuando l’Italia sia sinistramenteIn mano ai comunisti malfattori… Rimpiangerete Silvio PresidenteI suoi fasti mediatici e splendoriDa grande impero, il volto sorridenteDel governo dei ladri imbonitori.  Rimpiangerete Silvio e i suoi sodaliMinistri della Plebe in Libertà,le leggi personali antisociali garanti d’ogni illegalitàle rendite protette e i capitaliliberati dalle fiscalità… il liberismo assai monopolistadi un’Italia ruffiana e pagnottista.     4 Così disse e non disse il CavaliereNel giorno dell’amara dimissionePur bestemmiando la costituzioneE congiurando intrighi e trame nere E possibili azioni d’eversionePer non perdere il suo amato potereil bottino di tutta una nazioneassuefatta a pigliarla nel sedere. In Arcore recluso e in agoniaRimpianse la Certosa e i bei festiniDi veline e puttane in allegria E i bei media con tanti minzoliniE il popolo coglione in sua balìa.– Maledetto sii tu infame Fini! Silvio gridò e poi non disse più…E col poeta noi cantiamo: Ei fu!