Eros & Booty

Post N° 74


Il silenzio di un innocente
Sembrava una mattina come le altre, apparentemente, guardavo il mondo dalla finestra, ma mi sentivo stanca, e non mi sembrava nemmeno un così luogo meravigliosoEra una splendida giornata di settembre, ancora calda, eppure avevo freddoFumavo nervosa erano mesi che non lo facevo piùAvevo il tipico aspetto della donna di successo, rispettata e temuta, una donna di potere, decisa, inattaccabile, indistruttibileMa io mi sentivo minuscolaIndossavo un abito scuro, per esaltare la mia figura, anche se avevo superato da tempo i 40 i ragazzi ancora si giravano a guardarmi, ad ammirarmi, un linea perfetta, nessun cedimento, un seno non abbondante ma nemmeno cadenteEro bellaEro così distratta nei miei pensieri che non lo sentii arrivare, mi salutò come ogni mattina sfiorandomi la guancia con le labbra, augurandomi una splendida giornataMi tolse la sigaretta e la spense e mi rimproverò del male che mi procuravo, ma lui mi amava e non poteva tollerare che me ne facessi così gratuitamenteAspettavo sempre quel momento, quel piccolo gesto di quotidiano calore che mi regalava tutti i giorni da anni, e lo ricambiai con un lungo abbraccioAveva ragione non potevo farmi del maleIndossai gli occhiali ed uscì con lui, la giornata cominciava basta perdere tempo a pensareCon il passare delle ore la mia inquietudine cresceva, guardavo il mondo ma non mi sembrava di appartenergli, non più almeno, c'era un dolore in me che non trovava la strada per esplodere e venire fuori, che mi attanagliava l'anima, che mi faceva male
Quella notte avevo dormito raggomitolata sotto le lenzuola, avevo freddo anche se era una notte caldaNon lo avevo voluto con meEro rimasta solaTremavo, ricodavo bene la sensazione di malessere, paura, un terrore sottile che mi rendeva inerme, immobile, incapace di volere, di dire, di fare, mi sentivo come una bambina che subiva una punizione e piangeva da sola al buio nel suo letto, grande e vuotoMa al mio risveglio lui era lì, e mi guardava, la sua piccolina aveva solo fatto un brutto sogno, piccolina che gioia sentirglielo dire, mi aveva preparato la colazione ed il vestito da indossare, lui si prendeva così cura di me, sapeva sempre cosa fare, quali erano le cose migliori per me, mi guidava, mi consigliava, mi amavaOgni suo gesto era una carezza lieve per ricordarmi che lui era li per me e che non dovevo avere nessuna paura, dovevo solo fidarmi di lui, abbandonarmi a lui completamenteEd io lo facevo e mi sentivo protetta.......IL MIO UOMONo Woman No Cry.......
Ero una donna bella, di successo, piena di vita, appagataAvevo una bella casa, soldi, potereAvevo l'amore di un uomo perfettoAvevo praticamente tutto anche la felicitàPerché nel mio sguardo c'era solo tristezza?Perché ero solo una gran bugiarda che aveva giocato con la sua vita ed aveva perso, pensava di essere brava a bluffare ma si era solo illusa, la sua non era una mano vincente
Non avevo nessuna ricchezza perché non avevo saputo amarmi nè rispettarmi, gli avevo regalato la mia vita, e lui ne era diventato il padroneIo ero troppo vigliacca per ribellarmi, credevo fosse amore ma era solo sottomissione, lui mi diceva cosa mangiare, cosa bere, cosa indossare, e come una bambolina gonfiabile io obbedivo, e non per paura ma per debolezza, per schiavitùEro diventata invisibile agli occhi del mondo ed ora anche ai miei occhi, gli avevo giustificato tutto, perché folle di lui mi ero bendata e non avevo saputo guardargli dentroScoprire il mostro che celava, dietro modi gentili, carezze che ora mi pesavano come pugniPerché erano pugniQuei lividi che avevo nel corpo e nell'anima erano il suo amore per me, la sua protezione, il suo possesso ma erano la mia sconfitta per non aver mai saputo dire di no, per non averlo mai denuciato, per averlo sempre giustificato, per aver trovato sempre un perché a quell'immenso dolore che si era ramificato nel mio cuore, nella mia pelle, nelle ossa, nell'animaDi me ora resta poco
Si dice cenere sei e cenere torneraiIo fantasma ero e fantasma ritornoNella mia vita non avevo saputo dire noNon avevo saputo chiedere aiutoNon avevo accettato la mano tesa di chi mi voleva solo aiutareNon l'avevo nemmeno voluta vedereNon avevo saputo amare e mi ero lasciata violentare, soffocare, reprimereAMMAZZARESi vede ancora il sangue sulle lenzuolaQuella mattina non era il mondo che non mi apparteneva piùEro io che non ne facevo più parteMa non ne avevo mai fatto parte veramente, e di me resterà solo un piccolo ricordo, trafiletti di giornali"Ennesima donna vittima di abusi domestici, picchiata a sangue e lasciata morire, ma nessuno ha mai visto nulla, ne capito la tragedia che si andava delineando."Nessuno poteva vedere e sentire ciò che nemmeno io vedevo e sentivoLa mia bestia nel cuore era rimasta un segreto inconfessabile prima per me.
Ogni anno si subiscono abusi, anche psicologici, che possono apparire piccoli, ma sono il fondamento per diventare delle vittime di chi nella vita non conosce altro modo per amareLe vittime si sentono carnefici di loro stesse perché sono incapaci di ribellarsi ma soprattutto di accettare che questo non è amoreChiunque agisca così nei confronti degli altri è un mostroChiunque abusi dell'affetto degli altri è un mostroChiunque definisca amore la violenza è un mostroSpesso nella vita si teme di restare soli, e ci si accontenta Ma quando ci si impara ad amare la vita vince su ogni prevaricazione