
Il mese di dicembre è, per larga parte, segnato dal tempo liturgico dell’Avvento: tempo del RICORDO della VENUTA di Dio in mezzo a noi; tempo dell’ATTESA di una venuta finale che porterà a compimento quanto è stato iniziato; tempo della VIGILANZA per scorgere tale presenza che viene a visitare la nostra vita e la nostra comunità nell’oggi della salvezza.Per questi motivi si insiste su alcuni atteggiamenti a cui il cristiano non può rinunciare: quello della VIGILANZA e della SPERANZA, della GIOIA e dell’IMPEGNO caritativo.
Dobbiamo SVEGLIARCI dal sonno e dal torpore creato dal benessere e dall’illusione strisciante di poter realizzare la nostra vita con le sole nostre forze.
Dobbiamo aprirci alle NOVITA’ che continuamente e provvidenzialmente ci interpellano e mettono in crisi le nostre fragili sicurezze e chiusure (vedi all’interno anche una riflessione sulla questione degli immigrati).
Dobbiamo, in un tempo caratterizzato dalla depressione (per l’inevitabile fallimento dei NOSTRI sogni di gloria?), riscoprire la SPERANZA, l’OTTIMISMO non ingenuo, di chi crede che Dio guidi la nostra storia, la abiti anche nelle sue contraddizioni, la conduca verso la realizzazione di quel Regno di amore e di pace inaugurato da Gesù Cristo e ora affidato a ciascuno di noi.
Sono appena tornato dagli ESERCIZI SPIRITUALI (una settimana di preghiera e meditazione vissuta a Frascati con alcuni confratelli Cric della Diocesi di Frosinone) e ho avuto modo di fermarmi e affidare tutti voi a Gesù.
Ora sento il bisogno di stimolarvi a vivere in pienezza questo Avvento come tempo di grazia in cui essere visitati e dunque purificati dal Cristo. Strutturiamo la nostra giornata in modo da rimaner fedeli ad una preghiera quotidiana che sia ascolto e dialogo con Dio, richiesta e ringraziamento. Cerchiamo il momento per Riconciliarci con Dio (e con i fratelli) e sfruttiamo tutte le occasioni per vivere le relazioni con il nostro Prossimo vedendo in lui una presenza di Gesù da amare.
Facciamo in modo che nelle nostre case ci sia il PRESEPE (e magari iscriviamolo al concorso che ogni anno viene indetto in Parrocchia): è un segno importante che ci ricorda che la festa è di Gesù, è lui il festeggiato, non possiamo sloggiarlo dalle nostre case e ripetere quello che già è successo al suo nascere: per loro non c’era posto!
La comunità parrocchiale vi offre alcune di queste occasioni, ma rimane fondamentale l’impegno di ciascuno: cerchiamo ogni giorno alcuni minuti da passare in una Chiesa per metterci davanti a Gesù Eucaristia; manteniamo l’abitudine di aprire e chiudere la giornata con una piccola preghiera; chiediamo al Signore di benedire la nostra Mensa; creiamo un angolo in casa che richiami la presenza di Dio (una piccola icona, la Bibbia aperta, una candela).
P.Stefano Liberti
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 21:59
Inviato da: eliaselia
il 08/12/2007 alle 12:24