Dunque, da grandissima chef quale sono, questa mattina, al risveglio, non so per quale motivo, ho deciso di estasiare le papille gustative dei miei familiari preparando una bella torta. Prima di iniziare vorrei premettere che sta scrivendo questo post una persona in grado di mandare a fuoco la casa per cucinare due sofficini findus, e di riempire la cucina di un macabro e tossico fumo nero quando prova a cucinarsi un uovo in padella. Ma non importa. Questa mattina avevo deciso di fare una torta, e l’avrei fatta. E infatti l’ho fatta. Forse l’ho sognato stanotte, ( e non ho preso nessuna sbronza, premetto), fatto sta, che quando ho aperto gli occhietti, intorno alle nove, ero strasicura che avrei prodotto una vera e propria opera d’arte, che sarebbe entrata in tutti gli annali di cucina per secoli e secoli come la pietanza più gustosa del mondo. Bene, passo primo: mi alzo in piedi e mi incammino barcollante verso la cucina, comunicando a mia madre che, quest’oggi, avrei preparato una torta.- Che torta, Viola?- Non lo so, una torta. Massì, vada per una bella torta di mele. Allora dov’è il forno?Mia madre mi guarda con due occhi così e poi dice :- Intanto comincia ad impastare, ci vuole farina, uova, zucchero, fecola (non saprò mai cos’è ma l’ho presa lo stesso). Vai lì sul tavolo a fare l’impasto. Ora io devo cucinare sul serio.Tralasciando il fatto che quel “sul serio” mi aveva piuttosto offeso, metto da parte l’orgoglio e, con tutta quella roba in mano, me ne vado verso il tavolo della cucina, rovesciando almeno metà della farina, malefatta questa abilmente nascosta a mia madre che in quel momento era voltata, mentre io facevo sparire quella montagna di polverone. A questo punto, nel mio bel frullatorino da “novelle cucine” verso dentro tutto quello che trovo, tentata di buttarci anche i peperoncini sott’olio che avevo vicino, per poi ripensarci, visto che la schifezza che stavo producendo sembrava già da solo uno schifoso blob pieno di grumi giallo vomito, e per questo non ho avuto il coraggio di infierire. Cercando di arginare il dilagante orrore che si stava impossessando di me al vedere quella roba, comincio a mescolare tutto nel frullatore, aggiungendo ogni tanto, a mio piacimento, in questo ordine, latte, farina e zucchero, farina, zucchero e latte, fino a che quella melma paludosa comincia a diventare un po’ più pallida e meno bitorzoluta, ma ancora, lo ammetto piuttosto spaventosa. Non volendo ammettere la mia sconfitta, e ignorando le derisioni di mia madre, aggiungo i pezzi di mela e verso tutto in un tegame amalgamato di burro. Aggiungo un altro po’ di mele, sperando che almeno avrebbero coperto il sapore alquanto schifoso dell’impasto che avevo stupidamente assaggiato, e butto tutto in forno per una mezz’ora, andando a lavarmi le mani, tutto sommato molto soddisfatta di me
La prova del Quoco! O__O
Dunque, da grandissima chef quale sono, questa mattina, al risveglio, non so per quale motivo, ho deciso di estasiare le papille gustative dei miei familiari preparando una bella torta. Prima di iniziare vorrei premettere che sta scrivendo questo post una persona in grado di mandare a fuoco la casa per cucinare due sofficini findus, e di riempire la cucina di un macabro e tossico fumo nero quando prova a cucinarsi un uovo in padella. Ma non importa. Questa mattina avevo deciso di fare una torta, e l’avrei fatta. E infatti l’ho fatta. Forse l’ho sognato stanotte, ( e non ho preso nessuna sbronza, premetto), fatto sta, che quando ho aperto gli occhietti, intorno alle nove, ero strasicura che avrei prodotto una vera e propria opera d’arte, che sarebbe entrata in tutti gli annali di cucina per secoli e secoli come la pietanza più gustosa del mondo. Bene, passo primo: mi alzo in piedi e mi incammino barcollante verso la cucina, comunicando a mia madre che, quest’oggi, avrei preparato una torta.- Che torta, Viola?- Non lo so, una torta. Massì, vada per una bella torta di mele. Allora dov’è il forno?Mia madre mi guarda con due occhi così e poi dice :- Intanto comincia ad impastare, ci vuole farina, uova, zucchero, fecola (non saprò mai cos’è ma l’ho presa lo stesso). Vai lì sul tavolo a fare l’impasto. Ora io devo cucinare sul serio.Tralasciando il fatto che quel “sul serio” mi aveva piuttosto offeso, metto da parte l’orgoglio e, con tutta quella roba in mano, me ne vado verso il tavolo della cucina, rovesciando almeno metà della farina, malefatta questa abilmente nascosta a mia madre che in quel momento era voltata, mentre io facevo sparire quella montagna di polverone. A questo punto, nel mio bel frullatorino da “novelle cucine” verso dentro tutto quello che trovo, tentata di buttarci anche i peperoncini sott’olio che avevo vicino, per poi ripensarci, visto che la schifezza che stavo producendo sembrava già da solo uno schifoso blob pieno di grumi giallo vomito, e per questo non ho avuto il coraggio di infierire. Cercando di arginare il dilagante orrore che si stava impossessando di me al vedere quella roba, comincio a mescolare tutto nel frullatore, aggiungendo ogni tanto, a mio piacimento, in questo ordine, latte, farina e zucchero, farina, zucchero e latte, fino a che quella melma paludosa comincia a diventare un po’ più pallida e meno bitorzoluta, ma ancora, lo ammetto piuttosto spaventosa. Non volendo ammettere la mia sconfitta, e ignorando le derisioni di mia madre, aggiungo i pezzi di mela e verso tutto in un tegame amalgamato di burro. Aggiungo un altro po’ di mele, sperando che almeno avrebbero coperto il sapore alquanto schifoso dell’impasto che avevo stupidamente assaggiato, e butto tutto in forno per una mezz’ora, andando a lavarmi le mani, tutto sommato molto soddisfatta di me