Boycott ©®

«Stamo a fa' i furbetti del quartierino»


   Questa è la frase con cui Ricucci è diventato famoso. Già, perchè Ricucci non lo conosceva nessuno prima: figlio di un autista dell'Atac, fece il cameriere e l'assistente in uno studio dentistico di Centocelle (paese che doveva essere una premonizione per lui ) alla periferia di Roma; da qui come abbia fatto ad intraprendere una cariera da immobiliarista è un mistero; già sposato con Linda Imperatore e padre di una figlia (di queste due persone non si parla mai) poi fu celebre il matrimonio con Anna Falchi.   Il 4 maggio 2004 entra nel capitale di Rcs (Corriere della Sera in sostanza) e nel 2005 comincia la strana scalata: a gennaio possiede il 4,9%, ad aprile il 6,9%, a maggio il 9,6% diventando il terzo azionista del gruppo, infine a giugno possiede il 20,1%.   Perchè è stato arrestato? Perchè Ricucci, essendo andato a scuola di ladriggine dai suoi amici Billè, Fiorani, Gnutti, FazioConsorte e l'immancabile Geronzi, faceva il classico gioco delle stock options. Più o meno funzionava così: si compra un immobile valutato a 1, ma, d'accordo con una banca, lo si sopravvaluta 10 facendosi prestare dalla banca stessa 10 e mettendolo in bilancio a 10; in questo modo le azioni della propria azienda salgono perchè è aumentato il patrimonio e visto che il proprietario dell'azienda aveva delle azioni proprie prima di tale operazione le vede lievitare e così le vende, guadagnandoci una cifra esorbitante; perchè se le vende? perchè sa che il bilancio è gonfiato ad arte e appena le ha vendute, rimette a posto il bilancio.   Questo a grandi linee è quello che succede in tante "finte grandi aziende" come Telecom, Juventus, Parmalat, Banca Popolare di Lodi.    Quest'ultima poi ha dell'incredibile: ha messo in galera Fiorani e ha cambiato nome "Banca Popolare Italiana" pensando così di essersi ripulita, ma nel consiglio di amministrazione sono rimasti sempre gli stessi e le società di rivisione sono sempre le stesse che avevano certificato la rappresentazione "veritiera e corretta" del bilancio.   Ora, mi domando: "Perchè non chiediamo il curriculum alle aziende prima di lavorare per loro o prima di rivolgersi a loro, così come loro lo chiedono a noi prima di assumerci?" Una certa reputazione la debbono pur tenere. Chi si rivolgerebbe dalle società di rivisione KPMG o da Deloitte & Touche se sapessero che hanno firmato e certificato la correttezza dei bilanci Parmalat e Banca Popolare di Lodi?    Nella finanza dei grandi numeri invece tutto è misterioso, da addetti ai lavori: i soldi non si vedono più, sono bytes impazziti che corrono nelle reti informatiche, una pecunia che ancor più “non olet” perché non riesci a individuarla, a fermarla, ad addebitarla a qualcuno. Così questi neomiliardari vengono alla luce soltanto quando il più è fatto, quando sono in grado di spostare masse di denaro così grandi da comprarsi il maggiore quotidiano nazionale, oppure crearsi un impero televisivo dal nulla. E a quel punto sono così potenti che soprattutto nell’Italietta delle veline, dei ministri castratori e dei parlamentari mafiosi nessuno può osare chiedere nulla, altrimenti si offendono.   In verità la finanza non è poi questa grande scienza. Tutto si riduce alla fine ad una banale partita doppia, qui le entrate e qui le uscite, qui i profitti e lì le perdite. E quando c’è qualcuno che diventa miliardario in periodi di grande crisi delle famiglie, la gente dovrebbe come minimo incavolarsi e invece... 24% a...    L'economia invece è diversa. L' economia non esige un giro di soldi, lo dice la parola stessa "ordine delle cose di casa", cioè scienza che studia le modalità di allocazione delle risorse scarse. L'economia si occupa delle cose, delle risorse delle cose concrete, non di denaro, che deve essere solo un mezzo per far girare le merci e non fine, cioè merce anch'esso.    Riportiamo questi finti grandi imprenditori come Ricucci & compani, Benetton, Tronchetti e Provera ad occuparsi delle merci e non del denaro!