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Il Gulliver Del Monte imbrigliato dai consumatori lillipuziani


  Quando parlo che possiamo cambiare le cose cambiando prima noi stessi, molti sia pur motivati, si fanno prendere dallo sconforto e mi dicono che nulla può cambiare perchè il sistema è troppo grande e forte da sconfiggere. Per impedire che ciò avvenga voglio raccontarvi, un po' per volta, una serie di storie dove le persone e i loro principi di etica e morale hanno vinto contro lo strapotere che sembrava inarrestabile. Storie che in tv non sentirete mai. Oggi vi parlo del caso Del Monte.   La Del Monte possiede in Kenya un'enorme piantagione (30.000 ettari) a Thika, a sessanta chilometri da Nairobi, dove produce ananas. Produce 300.000 tonnellate di ananas all'anno, dà lavoro a circa 6.000 operai di cui solo un terzo sotto contratto. Steve Ouma, su invito del missionario comboniano Alex Zanotelli (vedi foto a sinistra), insieme al sindacalista della Del Monte Daniel Kiule, quest'ultimo molto stimato e amato dai lavoratori, spediscono un rapporto sulle condizioni di vita e di lavoro dell'azienda suddetta a Francuccio Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo in Italia. Gesualdi contattò Willy Mutunga, responsabile della nota Human Rights Commission e quando torna in Italia nel 1999 lancia la campagna dove gli italiani sono invitati a boicottare gli ananas e a spedire migliaia di cartoline alla Cirio:"Diciamo no all'uomo Del Monte"...in netto contrasto con lo slogan dell'azienda che diceva: "L'uomo Del Monte ha detto sì".   Ci furono minacce a non finire a Kiule, il quale rischiava anche per la sua incolumità personale, il quale diceva:"Il bene di molti è più importante del mio bene". Il direttore generale della Del Monte Carlo Zingaro si imbufalì e attaccò il comitato del boicottaggio. Arrivano gli ispettori ufficiali della Del Monte e confermano la verità del rapporto. Anche il governo del Kenya sparò a zero sul comitato, ma poi convoca un tavolo di discussione tra le parti. La sede londinese della Del Monte decise di licenziare Zingaro e di rimpiazzarlo con Lorenzo Bertolli, il quale si dimostrò all'altezza e si arriverà nel marzo del 2001 alla soluzione. Fu una vittoria significativa per tutti e la dimostrazione che tante piccole persone come i lillipuziani, messe in rete, possono imbrigliare il gigante Gulliver.   Quindi non dimentichiamo mai che le cose si possono sempre cambiare, basta crederci, non arrendersi mai e coinvolgere più gente possibile... solo insieme si può cambiare.   Come si è potuto agire con la Del Monte possiamo farlo anche con altre? Se siamo per i diritti dell'uomo possiamo comprare prodotti fatti senza il rispetto di essi?