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Moggi di difende in tv:una valanga di autogol


  Luciano Moggi ha deciso di comparire in tv a Ballarò per difendersi dallo scandalo che lo vede l'imputato principale e si fa una caterva di autogol! Forse era meglio decidere di presentarsi al processo della Federcalcio, ma lui dice che non essendo più un tesserato, non gli spetta esser giudicato dagli organi sportivi. E'come se un giudice in pensione accusato di aver ricevuto tangenti rifiutasse di esser processato in tribunale perchè lui ormai non è più del mestiere. Sciocchezze.   Sembra di esser tornati ai bei tempi della tv che non aveva paura di far sentire la verità nuda e si cucinava chi era accusato di un reato grave. Certo, all'epoca c'era un giornalista con gli attributi come Santoro che faceva venire i sorci verdi ai vari Dell'Utri e D'Alema tirando fuori documenti ufficiali, sentenze e fedine penali. Oggi c'è lo studentello Floris che cerca sempre di non infierire più di tanto. Io stesso, al suo posto, gli avrei fatto il pelo e contropelo. Ma pazienza, le contraddizioni sono state abbastanza per divertirsi.   Lucky Luciano parte subito facendo il martire, cercando di piangere e tirando in causa il fatto che questa storia gli ha distrutto la vita e la famiglia. Ma è lui che si è distrutto da solo! Bastava essere onesti!   I giornali lo descrivono come un uomo potente e lui risponde: "Non ho mai partecipato alle assemblee di Lega"...per forza non ne aveva bisogno. Poi confessa: "Io non sono un santo, ma non ero in un regno di angeli". E ancora: "Io e Giraudo rappresentavamo un fortino nel quale ci si poteva difendere da tutto quello che poteva arrivare". Allora i giornali facevano bene a dire che era potente, se poteva difendersi da tutto!   Floris gli fa sentire la sua intercettazione con Bergamo (designatore arbitrale), al quale diceva gli arbitri per le partite di serie A. Moggi si difende così:"Con Bergamo esprimevo le mie idee...lo conosco da 30 anni". Poco dopo nega il tutto dicendo che lui non ha mai chiesto un arbitro particolare. Poi attacca Carraro, reo di non essere a favore della Juventus: "Dire Non fate favori alla Juve è come dire Sfavorite la Juve"...una logica tutta sua. Poi spara:"Sono cose che si dicono quando non si pensa di essere intercettati". E cosa voleva che gli dicessero che li stavano ascoltando?   Ma Moggi ha una morale e dice che il suo "sistema" serviva per compensare il sistema Carraro - Milan: "Cercavamo di metter su un sistema che non desse vantaggi, che non vuol dire che desse svantaggi". contraddicendosi con quello detto più sopra. Inoltre dice che la "Juventus sapeva tutto, pure le virgole".   Floris ricorda come abbia potuto chiudere nello spogliatoio un arbitro e che questo abbia avuto paura nel denunciarlo: "Con Paparesta ho bleffato"...Se Tayson gli tirasse un pugno, poi potrebbe cavarsela dicendo che scherzava...   Sensi volle il doppio designatore perchè non si fidava solo di Bergamo che era amico di Moggi, ma "Pure Pairetto - dice l'ex ds juventino- era amico mio". Quindi ammette che i due designatori (foto a destra) dipendessero da lui.   "Negli ultimi 15 anni Juve e Milan si sono spartiti 13 scudetti"dice l'ex ds della Roma Franco Baldini. Luciano replica dicendo che Baldini "ha perso un'occasione per star zitto" in quanto la Roma "è la squadra che regalava i rolex agli arbitri". Moggi dimentica che all'epoca Baldini non faceva parte della dirigenza romanista. Per la spartizione degli scudetti Moggi esclama che "Il potere lo ha chi ha i diritti televisivi e le tv"...cioè si autoaccusa in quanto solo Juve, Milan e Inter ricevono più soldi dai diritti tv che tutte le altre 17 squadre del campionato. Tenendo presente che l'Inter non vince dai tempi di Papa Luciani, i giochi sono fatti...per quelle due squadre. "Berlusconi mi ha chiesto di andar al Milan!"...per forza! Visto il curriculum di scandali e di imbrogli che porta non mi meraviglia che il presidente di Mediaset non ne sia rimasto meravigliato!   Sul caso GEA, società di giocatori nella quale c'è anche suo figlio Alessandro (foto), oltre che ai figli di Sensi e di Geronzi e altri, Luciano dice i "dirigenti della GEA sono ragazzini che non hanno ancora il pelo sul petto". Dice inoltre che la GEA non aveva il potere di far convocare i giocatori in nazionale. Peccato che nella GEA ci sia anche il figlio di Lippi, allenatore degli azzurri; questo spiega perchè Iaquinta, uomo GEA, sia in nazionale e Lucarelli, che non è della GEA, non ci sia pur avendo segnato di più del rivale nello scorso campionato.   Infine chiude in bellezza facendo la vittima sacrificale: "Sono stato incolpato ancor prima di esser stato processato...sono stato crocefisso"...ma le intercettazioni parlano chiaro e leggendole, anche senza aspettare una sentenza, gli italiani possono farsi un'idea limpida...solo un cieco non vedrebbe una sua colpa!