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Pagati per contare i tombini


   C'è anche chi viene pagato per contare, ogni giorno, i tombini di una città. E c'è chi prende lo stipendio per controllare, ogni giorno, quanti sono quei loro colleghi che contano i tombini. Tutti hanno la qualifica di ispettori ambientali. Sono una settantina solo a Palermo e guadagnano 800 euro al mese. Prima erano precari, adesso hanno un lavoro fisso. Come quei 397 assunti senza concorso nelle aziende comunali. Sono tutti parenti di uomini politici.    È sempre festa a Palermo. Si cancellano 1700 posti letto negli ospedali pubblici, si chiudono guardie mediche, ma quando c'è da assumere figli e mogli e cognati non si bada a spese. L'ha fatto anche il neo presidente dell'Assemblea regionale Gianfranco Micciché (foto a destra). Nello stesso giorno in cui annunciava tagli a Palazzo dei Normanni - venerdì 15 settembre - ha chiesto anche due autisti in più. Con 15.500 dipendenti e quasi 100.000 stipendi pagati ogni mese, la bancarotta della Regione non ci sarà certo per i due prossimi fortunati autisti. È il caso di quei settanta lavoratori di "Palermo Ambiente", fo
rmati in un corso finanziato in parte dalla Comunità europea, per 7 anni sono stati precari e poi, nove mesi fa, l'assunzione a tempo indeterminato. Una cinquantina di loro ogni mattina esce dall'ufficio e cominciano a contare i tombini e le feritoie sui marciapiedi, quelle per il deflusso delle acque piovane. Poi tornano in ufficio con un foglio zeppo di numeri: la lista dei tombini di Palermo.    A volte ricevono l'ordine di fotografarli, uno per uno, rione per rione. Fino a qualche mese fa gli ispettori ambientali andavano in giro per le vie della città a intervistare i palermitani:"Palermo è sporca o pulita?". Quell'altra ventina di ispettori ambientali è invece "distaccata" negli uffici con un compito specifico: controllare le presenze dei cinquanta che stanno fuori a contare tombini. L'amministratore delegato di "Palermo Ambiente" ha fatto sapere che "si tratta di una situazione temporanea e che le attività della società devono essere ancora delineate".    Molto tracciate invece le scelte di quelle che una volta erano chiamate le "municipalizzate", oggi società a partecipazione pubblica come l'Amg (azienda del gas), l'Amia (ambiente), l'Amat (trasporti), l'Amap (acquedotti) la Sispi (servizi informatici) e la Gesip (gestione dei lavoratori precari). Queste aziende hanno fatto 397 assunzioni negli ultimi tre anni, tutte per chiamata diretta. Lo scandalo (non c'è nulla di penalmente rilevante se non per quegli 11 reclutati senza titoli), era esploso una prima volta nell'agosto dell'anno scorso. In un'interrogazione al sindaco Diego Cammarata
, il consigliere dei ds Diego Faraone voleva conoscere l'elenco dei lavoratori ingaggiati senza concorso. Dalle società era arrivato un secco rifiuto: "Per ragioni di privacy noi quei nomi non ve li diamo". E spiegava il vice sindaco Giampiero Cannella: "Io li renderei pubblici, ma si rischia la gogna mediatica, un clima da Unione Sovietica, mi sembra una violenza ingiusta verso chi era disoccupato e ora ha finalmente un posto di lavoro".    Dopo un anno di polemiche qualcuno aveva chiesto anche al difensore civico Antonino Tito un suo intervento, l'avvocato Tito però si è defilato: "Non ho il potere di fare questa richiesta". Si è scoperto poi che il figlio e la figlia del difensore civico erano anche loro in quell'elenco dei 397 assunti. Il commento dell'avvocato a liste note: "È tutto regolare, i ragazzi hanno un lunghissimo curriculum".     Qualche giorno fa il Garante della privacy si è pronunciato: "In nome della trasparenza, divulgate gli elenchi". Tantissimi sono anche i personaggi minori della politica cittadina che si sono autosistemati, che hanno fatto in modo di essere assunti loro stessi nelle aziende finanziate per intero o per quote maggioritarie dal Comune di Palermo.   Io nel frattempo sto cercando lavoro e nonostante una laurea in Economia faccio fatica, perchè non conosco nessuno che mi possa raccomandare...