Boycott ©®

Un condannato per omicidio siede in Parlamento


   Sergio D'Elia (vedi foto), nato il 5 maggio del 1952 a Pontecorvo (Frosinone), è un politico italiano della Rosa nel Pugno condannato a 25 anni per banda armata e omicidio. Forse è proprio per questo motivo che si è tagliato baffi e capelli, come mostra la foto sottostante, in modo da non farsi riconoscere.   Iscritto alla facoltà di Scienze Politiche di Firenze, membro di Potere Operaio, poi di Senza tregua, poi di "Prima Linea". Fu dirigente per quest'ultima organizzazione che è stata un' importante formazione terroristica italiana formatasi in Lombardia nell'autunno del 1976. Per numero di aderenti e di azioni armate è stata seconda in Italia solo alle Brigate Rosse.   Condannato a 25 anni di prigione per l'assalto al carcere di Firenze, in cui rimase ucciso l'agente Fausto Dionisi, ne ha effettivamente scontati solo 12 grazie ad una riduzione di pena.   Nel 1986, si è iscritto al Partito Radicale durante la campagna per i mille iscritti, abbracciando così le posizioni nonviolente dei radicali.   A partire dal 1987, nella Segreteria del Partito Radicale, si occupa soprattutto della riforma penitenzaria, avendone conoscenza diretta.   Nel 2000 D'Elia venne riabilitato dal tribunale di Roma, che cancellò le pene accessorie, consentendogli l'eleggibilità. Ma quanti disastri ha fatto il Tribunale di Roma?   E ora pensate a quanto questa persona è distante da quello che vuole la gente: tantissime persone si stanno battendo in Italia affinchè in Parlamento non ci siano a rappresentare i cittadini italiani condannati in via definitiva, invece D'Elia che ha fatto? Ha organizzato un'associazione per far riconoscere il voto ai detenuti (senza nessuna distinzione di pena) e per la riforma delle pene supplementari. Quindi questo nostro dipendente si muove per far votare anche i mafiosi che sono nelle carceri (o meglio, che c'erano nelle carceri, ma che grazie all'indulto non ci sono più) i quali non potranno esimersi dal votare persone vicine alla mafia.
   Ha collaborato al progetto per il Partito Nuovo e fondato, con Mariateresa Di Lascia, l'Associazione Nessuno Tocchi Caino per l'abolizione della pena di morte nel mondo. Insomma, pur non essendoci in Italia la pena di morte, lui sembra muoversi per motivi personali.   Nelle elezioni politiche di aprile 2006 è stato eletto alla Camera per la Rosa nel Pugno, ha votato a favore dell'indulto e non ha risposto alla nostra email per spiegarci le ragioni di tale voto.    E' stato nominato dall'Unione segretario della Camera, suscitando accese proteste sia da parte dei familiari dell'agente Fausto Dionisi, sia da parte di alcuni sindacati delle forze di pubblica sicurezza.  Ora, secondo voi, chi ha votato questo partito era informato di chi è Sergio D'Elia? Se fossero stati informati in maniera completa, avrebbero votato allo stesso modo?  Se ritenete che questo personaggio debba dimettersi, scrivetegli all'indirizzo: DELIA_S@camera.it.   Inoltre, visto che è l'unico condannato in via definitiva nella Rosa nel Pugno, scrivete al segretario dei Radicali Daniele Capezzone affinchè lo butti fuori dal partito per diventare un PARTITO PULITO: CAPEZZONE_D@camera.it !