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Conflitto di interessi nucleari


   Il commissario per la sicurezza dei materiali nucleari, Carlo Jean, ha stabilito con un decreto che a Saluggia, in provincia di Vercelli, si devono costruire due depositi  per stoccare 230 metri cubi di liquidi radioattivi.   Attualmente questi liquidi si trovano presso la società Sorin, la quale ha ultimato la costruzione di un bunker in cemento armato (20 metri per 10, con muri spessi 60 cm).   Il progetto dei due depositi costerà 80 milioni di euro che verrano prelevati dalle bollette elettriche, quindi con i soldi dei cittadini.   Il comune di Saluggia ha un mese di tempo per dire il suo no, ma il descrto emanato da Carlo Jean prevede che la costruzione avvenga comunque.   Saluggia è da tutti considerato il luogo meno idoneo di tutt'Italia, perchè qui le autorizzazioni a scaricare radioattività nell'ambiente sono sempre state, e continuano ad esserlo, le più elevate di tutto il paese.   In condizioni di normale funzionamento, l'insieme di laboratori ed impianti nucleari di Saluggia è infatti autorizzato a scaricare nel fiume Dora Baltea che costeggia l'area, ogni anno, fino a 333 miliardi di Becquerel di sostanze radioattive.  Inspiegabilmente questi limiti sono enormemente più elevati di quelli vigenti per qualsiasi altro impianto nucleare in Italia, né oggi né in passato, nonostante che altri impianti scarichino in fiumi più grandi, come il Po, o addirittura in mare.   Diamo un'idea di che cosa in pratica significhino queste cifre. Basti pensare che la zona più contaminata attorno alla centrale di Chernobyl presenta una radioattività di «solo» un milione di Becquerel per metro quadrato.    Nella valle di Saluggia, acorrea la Dora Baltea, affluente del Po, e quella stessa acqua scorre in tutta la pianura Padana, ed è utilizzata anche per l'irrigazione: ci sarà tutta la fortunata diluizione che si vuole, ma alla fine quei miliardi di Becquerel di radioattività si spandono in tutto il territorio.  E poi non è «simpatico» che, a meno di due chilometri a valle del punto di scarico, siano collocati i pozzi del più grande acquedotto del Piemonte, il grande «Acquedotto del Monferrato», che serve oltre cento comuni: certo i pozzi pescano l'acqua in profondità, ma le falde, in molti punti, sono in comunicazione.Ma sapete la cosa più interessante della vincenda qual è?Che la Sogin, società di costruzione che intascherà gli 80 milioni di euro, è presieduta dallo stesso Carlo Jean!!!Prevedo un' altra protesta stile NO TAV o come successe a Scanzano Amici di Grillo di Verona venerdì 13 alla SS.Trinità ore 20.45; "Stili di vita" al teatro SS.Trinità sabato 14 ore 9-12 con la presenza di Telepace