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Ecco come avvengono le speculazioni...e noi paghiamo


   Il prezzo internazionale delle cose, soprattutto dei prodotti alimentari, si forma principalmente nelle borse merci di New York e Londra e che dunque è soggetto alla libera concorrenza e risente pesantemente delle speculazioni finanziarie. Come si specula?    Nelle borse, oltre a trattare partite di immediata consegna, si stipulano “contratti a termine”. Chi ha comprato a termine può ritenersi possessore della quantità prenotata e in quanto tale può decidere di rivenderla ad un altro, ad un prezzo nuovo. Può succedere così che la consegna reale avvenga ad uno che ha comprato anche di sedicesima mano, come nel caso del cacao.    Questa possibilità di rivendere i contratti a termine ha fatto nascere la speculazione: un’attività di compra vendita fatta per guadagnare sulle variazioni di prezzo che si hanno tra la firma del contratto e il momento della consegna.    Supponiamo, guardando il primo grafico in figura (che è meglio aprire e ingrandire), che in marzo uno speculatore firmi un contratto d’ acquisto per una tonnellata di caffè da ritirare a settembre al prezzo di 500 dollari. Supponiamo poi che a maggio il prezzo salga a 800 dollari la tonnellata. Lo speculatore si precipita a rivendere. Questa è la Speculazione al rialzo.    Ma attenzione che quello che avviene adesso, guardando il secondo grafico in figura, può sorprendere molto di più. Uno speculatore che non ha neanche un chicco di caffè in magazzino, in maggio quando i prezzi sono alti, vende per 1100 dollari un partita di caffè da consegnarsi a novembre. Verso agosto, lo speculatore compra altrove la stessa quantità di caffè al prezzo di 700 dollari. Dall’operazione guadagna 500 dollari senza aver prodotto niente! E' la Speculazione al ribasso.   Questi tipi di speculazione succede per tantissimi alimenti che noi quotidianamente mangiamo. Pensate solo che se nei bar il prezzo della tazzina di caffè continua a crescere, il prezzo del caffè grezzo in realtà continua a diminuire.  La differenza se la intascano le 4 aziende di importazione di caffè per tutto il mondo. Lo stesso avviene per il tè, il cacao ed altri ancora.   Dobbiamo batterci affinchè sui prodotti ci sia scritta la composizione del prezzo e a chi vanno i soldi che spendiamo per acquistarli, magari mettendoci la foto! Allora ci sarà vera democrazia e i consumatori potranno decidere liberamente chi "mantenere".