Romanze da salotto

Versi e Poeti:


 Stasera mi va di farVi leggere alcuni versi che io canto.   Si sa che ogni musicista scrivendo per i cantanti, si è avvalso di poeti più o meno noti per trascrive in versi i testi scritti nel soggetto del dramma o “romanza” letterale prescelto in modo da poterli abbinare ed adattare alla composizione che viene “sentita” dall’estro (il melodramma).   A volte vi è stata una battaglia epistolare, vedasi i carteggi di Verdi – ove non contento, è pure intervenuto Lui direttamente nei testi (nel Trovatore: “Un cadavere muto, anzi uno scheletro”) e così pure con Puccini dove per esempio il testo della Bohème è stato scritto a quattro mani: il Giacosa, l’Illica (poeta e librettista) il Ricordi (editore) e lo stesso Puccini.    Analogamente è stato fatto anche per le romanze non d’opera ed verosimilmente per le canzoni, ovvero compositore si avvale del “poeta”.   Anche nelle romanze da salotto ho cantato versi di poeti o librettisti noti come il Ghislanzoni (librettista dell’Aida) nella romanza “Pena d’Amore di Mascagni, del Boito nella serenata “Luna fedel” di Denza ed infine diverse composizioni del Tosti su testi di Gabriele D’Annunzio.  Di questo Poeta, amato ed odiato, comunque oggetto di discussione, trascrivo due testi alquanto significativi di modo che possiate apprezzare lo stato descrittivo.   Il primo “Van li effluvi de le rose” incalzante e distensivo, espresso con tonalità languide, che viene abbinato musicalmente dal Tosti alla elegiaca ode “O falce di luna calante” scritta nella seconda sezione di “Canto novo”, nota anche agli studenti degli Istituti Superiori. Van li effluvi de le rose da i verzierida le corde van le note de l’amorelungi van per l’alta nottepiena d’incantesimi.L’aspro vin di giovinezza brilla ed ardene le arterie umane: reca l’aura a trattiun tepor voluttuosod’aliti femminei.Spiran l’acque a i solitari lidi; vanno, van li effluvi de le rose da i verzieri,van le note de l’amorelungi e le meteore.Il secondo “In van preghi” che fa parte delle “Quattro canzoni d’Amaranta”  è una travolgente ed eterea lirica che viene armonicamente inserita in una sognante composizione musicale avvolgente.In van preghi, in vano aneli,in van mostri il cuore infranto.Sono forse umidi i cieliperché noi abbiamo pianto? Il dolor nostro è senz’ala.Non ha volo il grido imbelle.Piangi e prega! Qual dio calapel cammino delle stelle? Abbandonati alla polvee su lei prono ti giaci.La supina madre assolve d’ogni colpa chi la baci. In un Ade senza diodormi quanto puoi profondo.Tutto è sogno, tutto è oblio:l’asfodelo è il fior del Mondo.