E' un Bridimondo

Si dice che i sogni passano...


Se uno li fa passare, ma gli anni invece passano benissimo da soli. Avere scritto della mia migliore amica mi riporta indietro, a tutto quello che abbiamo vissuto insieme, è condiviso nel passato. Oggi ci lega solo l'affetto, visto che le nostre strade si sono divise anche proprio fisicamente. Che io sia ragazza di parrocchia, non è ormai un segreto per nessuno, immagino. Anche n. lo è sempre stata, e ad un livello superiore al mio, per giunta, lei infatti riusciva a collaborare anche con quello che avevamo battezzato don Fascista, per l'appeal che aveva su noi giovani. Chi può dimenticare il suo riporto bello dritto sopra la testa quando veniva a sgridarci se facevamo casino di notte in uscita, o anche quando lo mandavamo fuori fase a catechismo (e son soddisfazioni gioivo anch'io che sono sempre stata una brava bambina). Lei abbozzava ed eseguiva qualsiasi sua richiesta, era davvero ligia. Ed era, pure, mia compagna al liceo. Uscita dalle medie con il massimo dei voti, li ha sempre mantenuti, a discapito, a volte, della sua stessa sanità mentale, e, oserei dire, della mia: aveva infatti l'irritante vizio di scaricare la tensione lagnandosi di tutto quello che sicuramente non sapeva, e mentre lei si scaricava càricava te, che così facevi il compito ormai pieno di paure e di insicurezze. Ormai da tempo so che era solo una tecnica per scaricarsi, e non immaginava certo che ti avrebbe fatto pagare lo scotto delle sue paure, però all'epoca a volte era difficile. Si studiava spesso insieme, e mia madre restava spesso basita dal fatto che io spiegavo filosofia o qualche altra materia e prendevo sempre meno di lei che doveva affidarsi a quello che avevo capito io. Però andava così.che pomeriggi, in bici l'una dall'altra e poi, se era bel tempo, passeggiata sui colli con confidenze varie ed eventuali sulle fiamme di turno, che fossero quelle descritte negli amarcord precedenti o che fosse l'uomo della mia vita, che merita un capitolo a parte. lei c'era, ogni volta che sono stata scaricata o rifiutata dalla mia passione di turno, c'era quando sono stata ricoverat in ospedale, mi ha fatto da spalla nell'avventura del gruppo giovani, eravamo le due educatrici di punta del gruppetto di ragazzi che seguivamo, e lei ha sempre appoggiato le mie scelte e quello che vedevo in loro. E poi, in un giro in bici solitario, lei ha incontrato lui, l. E non riusciva più a smettere di parlarne con me, mentre a casa taceva. Sua madre, con tutte le antenne, sapeva che stava succedendo qualcosa, ma non cosa, e ha finito per chiamare me. Che sapevo tutto, come e' ovvio, che non le ho detto nulla, tranne:" non si preoccupi, la tengo d'occhio, il ragazzo mi sembra una brava persona, gliene parlerà presto. E, nel caso vedessi qualcosa che non va, l'avviso" la maturità, l'università per me ed il lavoro per lei,  il suo matrimonio, e la certezza di doverla dividere con lui, che, quando si usciva da sole, mi diceva:" tienmela d'occhio,   Che non combini stramberie, mi raccomando." E scherzavamo alle spalle di lei. Per fortuna abbiamo sempre avuto gusti molto diversi in fatto di uomini, e la cosa quindi non ci ha mai diviso. Ogni volta che, da fidanzati, litigavano, lei correva a casa mia in bicicletta, e piangendo mi annunciava la fine della loro storia. Le prime volte le ho creduto, meno di un mese prima del suo matrimonio, alla quarta o quinta uscita del tipo:" non ci sposiamo più" lei stessa ricorda che le ho riso letteralmente in faccia, la ho calmata e le ho ordinato di andare a fare la pace da lui. Cosa che puntualmente è successa, ma si sa, la Chiara, sugli altri, ha sempre ragione. Era sgomenta insieme a me, quando entrambe credevamo che l'uomo della mia vita avrebbe capitolato, e invece me ne ha data tanta, e lei stessa, consolandomi diceva che aveva creduto che sarebbe andata. Insomma, abbiamo condiviso davvero tanto, compresi i suoi cambi di lavoro, la sua inquietudine, la sua scelta, ora, di un lavoro molto meno retribuito, a contatto con i bambini e la natura, la sua scelta di essere mamma attraverso l'adozione.