E' un Bridimondo

Magazzino 18


Ieri sera sono stata a farmi una bella pulizia agli occh... Ehm... No. Ricomincio, ieri sera sono stata a teatro, a vedere lo spettacolo di Simone Cristicchi, magazzino 18. Questo e' il numero di un edificio del porto vecchio di Trieste, dove erano stati raccolti i beni degli esuli istriani, che sono scappati dalla terra in cui erano nati per salvarsi la vita. Due ore di orrori raccontati da un semplice ragioniere, che con la scusa di fare l'inventario di quei beni...finisce dritto in mezzo ai fantasmi, alle storie di chi quei beni non li ha reclamati da sessant'anni. Gente sospesa tra campi profughi da una parte e foibe dall'altra. Se quando parla ti vien da piangere, quando canta  porta l'emozione al massimo grado, niente di strano che alla fine dello spettacolo siamo scattati in piedi in tanti, (io ancora con le guanciotte rigate di lacrime, perché il finale...) ad omaggiarlo, davvero. So che Cristicchi si documenta con grande cura, so che ama cercare le storie dimenticate per dar voce a quelle persone che sono state dimenticate, che siano i "matti" o gli esuli istriani poco cambia. Non mi aspettavo, forse, che riuscisse con tanta intensità a mantenere due ore dense di spettacolo, tenendo legato lo spettatore con maestria alle vicende che si snodavano attraverso la sua voce. Bambini, come coristi e come comparse, poche sedie sul palco, quelle sedie dimenticate nel magazzino 18, ormai uniche testimoni di una tragedia che i libri di scuola riducono a poche righe, che la ragion di stato ha dimenticato. Italiani come noi, che sono stati trattati proprio da noi stessi come traditori, come criminali, per essere sfuggiti ad una persecuzione terrificante.Stasera, invece, dopo un lungo pomeriggio in biblioteca, si va a mangiar la pizza con i soprani del mio coro, e per fortuna il mio ciglio rimarrà bene asciutto, visto che comunque al massimo mi faccio una sganasciata! E ci sentiamo, provo ad andare a studiare!