E' un Bridimondo

#io c'ero perché


 Per avere il meraviglioso accento sulla parola perché ho deciso di contravvenire alle regole dell'hashtag, ma mi perdoneranno.Io c'ero, e ci sarò finché mi sarà data la possibilità di esserci, visto e considerato che ho imparato a leggere da sola, all'età di tre anni e mezzo, perché per me il libro aveva un fascino irresistibile. Mia madre non spingeva, ma visto che non facevo che chiederle aiuto per imparare si è prestata. Non ho più smesso. Ricordo mio padre, alla scuola elementare, proibirmi di leggere (per una settimana, mica per la vita) perché trascuravo tutto il resto, leggendo di tutto. Ricordo Radici, che ovviamente non era un libro per bambini e che i miei mi avevano proibito, ma quando ero sola mi attraeva profondamente, e a pezzi, negli anni, l'ho letto praticamente tutto, penso. Ricordo La storia infinita, consiglio di un mio compagno di scuola, che ho amato alla follia, e poi Il nome della rosa, regalo che mi son fatta fare da mia madre passeggiando dopo l'orale di terza media, e che mi sono bevuta in tre giorni, all'epoca saltando il latino e cercando di comprenderne il senso dal contesto (non è cambiato molto, il latino è rimasto il mio punto debole ahimè). Tutto quello che ho letto nelle lunghe ore di treno per l'università, la mia copia delle Memorie di Adriano ha subito un'inondazione nello zaino. Non avrei mai creduto che i libri sarebbero stati il mio mestiere. Anzi, quando studiavo, al suggerimento di mio padre "perché non fai il settore archivistico librario?" Ho gridato all'eresia, ed invece oggi il mio stipendio arriva dalle lunghe ore di lavoro in biblioteca. Che poi è una sola stanza, ma so dal fatto che li devo rietichettare (scoprire, etichettare e ricoprire) che contiene la bellezza di 12700 e rotti volumi. Ormai li conosco quasi tutti, come conosco quasi tutti i miei utenti, e su di loro modello gli acquisti, tenendo comunque presente la necessità di educare l'utenza ed elevare la qualità dei volumi posseduti. Mantenere la diversità editoriale, acquistare libri dalle piccole case editrici, perché spesso la qualità non è sinonimo di best selling. E, ieri, un meraviglioso incontro con Valentina Carli, autrice di Tre marmocchi in otto giorni. Pochi intervenuti, purtroppo il tempo atmosferico ci ha penalizzati, ma il pathos e la connessione che si sono sviluppati tra i partecipanti, avvinti dal racconto e dall'argomento li porterò con me per un bel pezzo.