E' un Bridimondo

E cominciamo bene


Il ritorno di internet, seppure in altra forma, ha fatto sì che finalmente io possa accontentare i miei lettori e cominciare il mio racconto dettagliato. Ricordandomi che non avevo stampato L 'assicurazione per la crociera, ho chiesto di stamparla e quindi si è perso tempo cercando di riuscirci (e non riuscendoci, se hai fretta gli strumenti elettronici ti lasciano sempre a piedi...), e all'arrivo in stazione abbiamo malinconicamente guardato il treno sfilarci a fianco. E cominciamo bene... Così ovviamente siamo risaliti in macchina e via, dritti al porto d'imbarco. Come era ovvio, il primo sabato di luglio, andando verso il mare, trovi coda. Tuttavia siamo riusciti nel nostro intento, e le operazioni di imbarco erano cominciate da poco, quando finalmente ci siamo messi in coda (il mio papà mi ha portato la valigia fin dove poteva accompagnarmi). Scoprire che una nave alta quindici piani e' davvero grande e' in effetti stato d'impatto, ti sentì uno gnomo... e poi un saluto quasi frettoloso, il metal detector, e su, seguendo la fiumana di chi saliva sulla Jade come me. Al guest service ho trovato un gentile signore da Porto Rico che mi ha assegnato la cabina e spiegato, sforzandosi di infilare un poco di italiano, come depositare il danaro per "riempire" la tessera della mia camera. Fatto anche quello, sono passata a prenotare le escursioni, tre su quattro, in modo da essere certa di scendere e risalire senza essere dimenticata in qualche remoto angolo di paradiso (che pur essendo paradiso e' pur sempre remoto...). E poi cominci a pensare che si, in effetti e' ora di scoprire come è fatta la nave. E quindi via, un bel giretto prima al piano 7, a guardare la boutique, il fotografo, la galleria d'arte.poi sono scesa in cabina, in modo da vederla, e magari scegliere cosa portarmi in giro, visto che la borsa del bagaglio a mano pesava una tonnellata. Il passo successivo? Salire a mangiare qualcosa, che avevo saltato il pranzo, e li ho scoperto i nachos più buoni del mondo con il vero guacamole (su una nave americana il tex mex e' quello che deve essere). Siamo arrivati al momento di partire, e nel frattempo ho incontrato un paio di anziane signore della mia città con nipotina di una delle due a seguito, e insieme abbiamo guardato Venezia sfilare davanti a noi dal ponte più alto della nave. Che meravigliosa emozione... Vedere i vaporetti e le motonavi che ti passano a fianco e pensare che quelle barche che ti sembravano grandi sono dei moscerini rispetto all'elefante su cui stai percorrendo la Giudecca... Brrr. Lasciata Venezia è arrivata l'ora di assumere un aspetto umano, non da suora viaggiatrice, quindi a cambiarsi in cabina per la serata. Ho atteso per un po' le mie nuove amiche davanti al ristorante, ma visto che non arrivavano ho finito per cenare sola. E nel frattempo mi sono agitata a morte,convinta di aver dimenticato il telefono. Finita la cena sono andata ad informarmi sulla possibilità di un piano internet, per poter così comunicare con i miei a casa anche senza telefono, e infine a teatro, a vedere lo spettacolo iniziale, nel corso del quale ci hanno mostrato tutto quello che avremmo visto (a Bocconi) durante la settimana, e poi sono tornata in cabina, stanca e frastornata da tutte le novità. Curioso avere un ragazzo che ti mette ordine nella cabina, no? La mia cabina con oblò sopra il letto, e mare a pochi metri. Bello. E, mentre traccheggiavo nel mettermi in pigiama, il mio cellulare ha cominciato a suonare. Era ben chiuso in una tasca della borsa da spiaggia di cui avevo scordato l'esistenza.per oggi mi fermo qui, a presto!