E' un Bridimondo

piccole recensioni crescono


Poichè vivo in attesa, intanto mi accontento di raccontarvi un po' di serie che sto guardando ultimamente.Glacè, ambientata sui Pirenei francesi, è una serie (per fortuna) breve, che parla di una catena di omicidi in un minuscolo paesino, con un'ambientazione fatata (avete presente la fiaba della Regina delle nevi? ecco, tranne che per la centrale idroelettrica intorno a cui si svolgono le scene più crude). Questo è un discreto sconsiglio, se la parentesi di prima non bastasse. Intanto le riprese sono sistematicamente da mal di pancia (brutto brutto brutto, come direbbe Rezzonico), e poi la trama, santa patata, la trama, questa sconosciuta! Tutto gira intorno al manicomio criminale, in cui si trova un serial killer del passato, che una psichiatra novellina si intestardisce a volere come paziente, anche se le dicono che è troppo presto. Poi, di colpo, riceve il permesso, come, di colpo, il poliziotto che aveva arrestato questo serial killer torna nella valle pirenaica per indagare sullo squartamento di un cavallo, e da subito capisce che è tutto orchestrato dal serial killer per averlo lì. E, non solo non se ne va, ma anche... mi fermo, se a qualcuno è partito un amore folle e lo deve vedere ad ogni costo non intendo fare spoiler, ma pensateci bene.Disperati dopo la visione di questa disgrazia, abbiamo deciso di intraprendere invece la visione di due serie islandesi, su due piattaforme diverse, Trapped e Il caso.Se volete vedere serie prodotte in un paese con quattro abitanti e tre capre tenete conto che gli stessi attori faranno una volta il buono, una volta il brutto e una volta il cattivo, e vederle nella stessa sera rischia di diventare "Qui che parte fa quello lì?", con il conseguente invio a patrasso della suspence. Sono due "belle" serie, evidentemente gli islandesi con il noir hanno una mano felice, in particolar modo Trapped è a mio avviso un capolavoro: inquadrature splendide e trama non troppo telefonata, per quanto si tratti di un delitto di camera chiusa.Andri Olafsson è il capo della polizia di una minuscola cittadina in un fiordo sperduto, dove un pescatore trova nella rete il busto di un uomo . Panico in città, Andri telefona a Reijkjavik dove gli dicono "sta fermo, sta bon, adesso arriviamo noi e risolviamo tutto". Ma. Perchè altrimenti l'ambientazione nel nulla non avrebbe senso, una tempesta di neve fotonica blocca tutto, compresa l'ex moglie di Andri piombata lì con il nuovo compagno (che spedisce Andri sul divano, mentre loro si pigliano la sua camera), la polizia non può arrivare, e i tre (numero reale) poliziotti devono smazzarsi l'omicido e la gestione dell'emergenza, anche perchè, per previdenza, avevano bloccato anche il traghetto proveniente dalla Danimarca, se per caso il cadavere fosse stato gettato da lì. Ottimo delitto di camera chiusa, à la Christie, con dei protagonisti che di Adone non hanno nulla (pure i nomi sono strambi per noi), e vedere che a - tanti gradi sotto lo 0 tutti girano allegramente a piedi con delle splendide guanciotte rosso fuoco, non ha prezzo. Ancora non conosco il finale, naturalmente, a due puntate dalla fine (quando su Glacè aspettavamo solo di sapere quale fregatura attendeva il detective) comincia a svelarsi la trama ma mancano ancora le certezze.Il Caso, invece, è una sorta di Christiane F. dell'Islanda, tossicodipendenza e degrado la fanno da padroni, ed è piuttosto difficile da digerire, tanto da averla temporaneamente sospesa per deglutire tutti gli sviluppi. Una ragazzina modello, prima ballerina del teatro dell'Opera (a 14 anni??) si toglie la vita, e un avvocato ubriacone prova a sciogliere il rebus. Essendo uguale a quelli su cui indaga fa molta fatica a raccapezzarsi e a non finire dietro le sbarre lui stesso, e nonostante ci siano buone ragioni per assimilare gli episodi a qualcosa che capita fin troppo spesso anche da noi, ci sono comunque delle debolezze di trama davanti a cui sbuffiamo un tantino.Quindi questo è un meh.Più promettente, anche se appena iniziata, è una serie australiana (ma anche lì c'hanno solo due attori o tre?). Debbo dire che le serie australiane incrociate finora (Sorelle MacLeod escluse, ovviamente) sono tutte molto critiche con il potere, e ambientano a Canberra, la capitale, solo storie di intrighi politici che House of Cards levate proprio,  ad esempio Secret City, bella serie di cui abbiamo visto due stagioni, ma il rapporto tra i due fratelli protagonisti, un hacker psicolabile e un giornalista sfigato, sembra promettere un bel risultato e quel tanto di buoni sentimenti che aiutano a mandar giù trame intricate.VedremoA presto!