E' un Bridimondo

Vacanze!


Buongiorno a tutti. Tranquilli, nonostante io sia sparita per un’intera settimana non sono stata risucchiata da cose brutte... sono scappata in vacanza, e anche se dicevano che doveva esserci il wi fi... non l’ho chiesto ne cercato, ho deciso di fare una vacanza disintossicante (poi non ho avuto tutto questo tempo, eh, non era solo vacanza relax) e ho lasciato in valigia il tablet, rinunciando a rimanere in contatto. Ora, però, mi sembra corretto farvi un minimo di riassunto, ve lo meritate.Ah... non vi importa? Sarò breve, signori miei, a tappe, in modo da non sovraccaricarvi eccessivamente 😉.  La cosa che mi ha maggiormente disturbato, in questo caso, è stato il viaggio in bus. Purtroppo le mie gambe lo soffrono, e io avevo già dolori alle gambe prima di partire, un viaggio di 11 ore, per quanto con soste, è sempre interminabile, quando le gambe soffrono di stare costrette in una posizione per tanto tempo davvero, non passa più, anche se ho pisolato variamente sia all’andata che al ritorno. In ogni caso, arriviamo a Napoli, scendiamo dal pullman, quelli con cui lo avevamo diviso, che andavano in Calabria, salgono nel loro hotel, noi incontriamo Tina, la guida, e aspettiamo il mezzo che ci porti al porto a prendere il traghetto per Ischia. Peccato che eravamo in 20, e il mezzo prevedeva giusto giusto 20 posti. Eravamo tutti tamponati/vaccinati/guariti, ma ammucchiati come sardine a quelle temperature qualcuno ha rischiato di sentirsi male. Comunque, arrivati al porto, abbiamo scoperto di doverci arrangiare letteralmente con i bagagli, di doverceli trascinare a bordo, cosa che abbiamo fatto (io con il terrore di cadere in acqua, visto il mio noto senso dell’equilibrio) comunque con un po’ di buona volontà e qualche accidenti mormorato tra i denti via dritti e pedalare. Trovato un angolo dove lasciare il bagaglio ci siamo inerpicati sulla scaletta e su, sopra coperta, col vento in faccia, a goderci la traversata di un’ora buona fino all’isola. Una volta attraccato, ovviamente, stessa trafila, un bus ad attenderci e poi, finalmente, siamo arrivati all’hotel. Verso le 21 eravamo seduti a tavola (alleluia, il pranzo in autogrill era stato una cosa pietosa, oltretutto avendo poco tempo ne avevo mangiato metà...), e abbiamo cominciato a comprendere che in effetti il soggiorno ci avrebbe regalato diverse soddisfazioni culinarie, cosa che si è puntualmente verificata. (E la mia linea piange...). Al mio tavolo ci eravamo riuniti un bel gruppetto di single. Io, la più giovane non accompagnata (poi avremmo scoperto che del gruppo faceva parte una bella famigliola di madre, padre, ed una splendida ragazza di colore, lei sì davvero giovane, oltre che molto bella), R., di Torino, un farmacista in pensione, tAtuato, calvo e nasuto; poi quelle che mi è scappato di nominare conme le tre grazie: N. Avvocatessa di Milano, A., sempre milanese, ma con la mamma russa, quasi coetanea di R., piuttosto aggressiva e la più dolce delle tre, con quell’accento modenese che fa venir voglia di lasagne al ragù, G.. Tutte e tre divorziate, due su tre pure parecchio arrabbiate, ancora. Le nostre avventure torneranno presto, per ora mi fermo, che mi pare già una tirata fin troppo lunga... 😉 À presto!