E' un Bridimondo

Ischia


 Il giorno successivo, un altro risveglio ad orario “lavorativo”, in compenso sapevamo che al mattino avremmo fatto un tour in pullman dell’isola d’Ischia, la più grande tra le tre visitate, quindi almeno io non mi sono sentita particolarmente preoccupata nell’affrontare la giornata, anche se le gambe non giravano. Abbiamo preso il bus ed incontrato la nostra guida, Antonio, piccoletto e  pieno di energia. Bruno, con gli occhiali, per qualche ragione l’ho paragonato allo iettatore di Totò, fors eper l’abitudine di sgranare gli occhi per sottolineare i concetti e ripeterli fino allo sfinimento. Ci ha parlato dell’isola, detta isola verde sia per la vegetazione che per il fatto che è l’unico luogo al mondo in cui si è formato il tufo verde, pietra di origine vulcanica, molto porosa, solitamente beige o nera. Ischia ha diversi comuni (vediamo se me li ricordo tutti): Ischia, Lacco Ameno, S.Angelo, Casamicciola Terme, Forio, 36 crateri vulcanici, molte fumarole e molti stabilimenti termali. Anche il nostro albergo, infatti, utilizza l’acqua termale per le piscine e per la spa, e il giorno dopo ne avrei approfittato (e presto conoscerete i risultati...). Gli stop sono stati essenzialmente di carattere fotografico, e nel frattempo ho scoperto che non sarebbe stato sufficientemente agevole visitare i giardini della Mortella, per cui con dispiacere ho rinunciato, visto che comunque le gambe non mi assistevano. In ogni caso, ad un certo punto abbiamo fatto una pausa un poco più lunga a S.Angelo piccolo borgo molto “coccolo”, che un tempo era abitato da pescatori, e che oggi vede come ospite d’onore (almeno prima della pandemia) Angela Merkel, la cancelliera tedesca. Ammetto di aver rinunciato alla visita, all’ingresso paese ho trovato una panchina e lì sono rimasta, per scelta, alzandomi solo per fare 50m fino al belvedere e fare qualche foto, per avere un’idea di cosa ci fosse lungo la discesa, e poi ho ripreso il mio posto sulla panca, aspettando che il gruppo facesse la sua visita. Siamo poi arrivati a Lacco ameno, la zona vip, dove si trova la villa di Angelo Rizzoli, che volle l’ospedale sull’isola con tanto di eliporto, dove abbiamo fotografato il fungo, una formazione in tufò verde che usciva dalle acque e che ha proprio la forma di un grosso porcino. Siamo poi passati da Casamicciola, dove esisteva uno stabilimento termale per i poveri, che erano proprio quelli che avevano maggior bisogno delle cure  prestate alle terme, a dimostrazione del fatto che gli isolani erano avanti. Tornati all’hotel è stato necessario pensare al pranzo, sicuramente qualcuno è uscito, sia per spendere meno che per curiosità,io invece mi sono abbigliata da piscina e sono andata a mangiare al bar della stessa , sedendomi proprio con il vecchietto tatuato, quel R. Che le tre grazie volevano (in apparenza) appiopparmi, e dico in apparenza perché alla fine se lo litigavano tra loro, e lui, a cui probabilmente la merce non interessava né punto né poco, se la rideva e faceva solo quello che gli andava e nulla più. In ogni caso, nel pomeriggio, mi sono tirata fuori l’ultimo romanzo di Kathy Reichs, e me lo sono letta da cima a fondo. Questa volta Tempe Brennan è tranquilla, il nuovo capo dell’ufficio di medicina legale di Charlotte è una persona tranquilla, la stima e le da consulenze senza problemi, con Ryan va tutto bene, Kathy, sua figlia, sta finalmente per tornare dall’Afghanistan, dove sta facendo il soldato. Tutto bene? Magari... a Charleston, nell’altra Carolina, viene trovato un bidone con dentro due cadaveri, e quindi materia per lei, che viene inviata “in prestito”, e come sempre si lancia nel lavoro e nel tentativo di dare un nome e quindi un luogo di riposo ai poveri resti. Che, in questo caso, assomigliano in maniera inquietante, per modus operandi, a quelli che una decina di anni prima aveva analizzato in Canada, restituiti dal San Lorenzo. Una nuova discesa all’inferno per la nostra eroina e il suo caballero, un romanzo che finalmente ci restituisce la “nostra” Tempe, un po’ più serena del solito. Se di fronte a me c’erano le grazie, accanto a me si è piazzata, con soddisfazione di entrambe, G. Farmacista viterbese, una sorta di “Betta dalla lingua s-cetta”, che non si tiene un cece in bocca, ma in compenso sai sempre cosa pensa, e da quel momento in avanti avremmo scoperto che stiamo proprio bene in società, e ne avremmo approfittato ogni volta che era possibile. Lei ha detto di essersi organizzata anche con dei massaggi, e io ho preso coraggio, e sono andata alla spa ad informarmi. Mi hanno fatto una consulenza e consigliato di fare prima ozono terapia e poi un massaggio light. L’indomani avrei scoperto quanto in realtà fossi stata consigliata dal diavolo in persona... ma ne riparleremo, oh, se ne riparleremo... a presto!