E' un Bridimondo

Capri


E veniamo, nonostante abbia già ampiamente disquisito sull’argomento nei commenti, alla giornata “libera”, il giorno di relax, con tanto di massaggio e giornata pigrissima. Tutto bene? Quasi, se uscendo dalla vasca da bagno non mi fossi schiantata sul bordo e non avessi quindi preso una botta potente all’osso sacro. Pranzo al bistrot dell’hotel, con vista sul castello aragonese, e pomeriggio in piscina a leggere un rosa “Gli imprevedibili effetti dell’amore” di Grazia  Cioce, in cui Emma, la protagonista, vive una vita a metà dopo un trauma fin quando l’obbligo a partecipare ad un corso di sopravvivenza non cambierà le carte in tavola. Dimenticabilissimo, ma assai simpatico. Verso sera, poi, avevo l’appuntamento nella piscina calda, con idromassaggio e sauna e bagno turco, sempre per cercare di rilassare le maledette gambe. Per accorgermi della botta terrificante, ovviamente, ho dovuto aspettare il giorno dopo, quando ci siamo alzati davvero molto (troppo) presto, per prendere il traghetto per Capri, l’isola più elegante del golfo, quella dei Vip. Ovviamente tutti chiedevano della grotta azzurra, che praticamente non si può più visitare perché le condizioni per farlo sembrano non presentarsi praticamente più (considerando che devi fare un trasbordo tra barche in mare aperto, con il mio equilibrio, ti pare che io mi preoccupo di non poterla visitare? Sopravviverò, a maggior ragione se non devo visitarla 🤣) e quindi appena terminata la traversata ci siamo lanciati verso il motoscafo che ci avrebbe portati a vedere i faraglioni, nella direzione opposta rispetto alla grotta azzurra. Motoscafo che ha delle strette panchine di legno, ovviamente. E la sottoscritta ha scoperto saltando sull’acqua che il suo fondoschiena era ampiamente e dolorosamente ammaccato. Comunque è stata un’escursione bellissima, il senso di libertà e la meraviglia per le bellezze della natura ti fanno compagnia, anche se sei su un motoscafo affollato. Appena scesi, andando verso il bus, ovviamente sono volata per terra, perché l’uso delle gambe per mantenere l’equilibrio sulla barca mi aveva sfinita, ma, essendo a braccetto della nostra mitica guida, sono riuscita comunque a non farmi male nell’atterraggio (nessuna guida è stata maltrattata per ottenere questo risultato). Siamo scesi a Capri, dove gli altri hanno cominciato la visita, e mi hanno parcheggiata al ristorante dove avremmo mangiato.Mi sono persa la piazzetta, ma sono stata coccolata, sinceramente, e non lo dimentico, davanti ad un panorama spettacolare. Dopo un ottimo pranzo siamo saliti ad Anacapri, dove era prevista la visita alla villa di Axel Munthe medico e filantropo svedese che scelse il luogo con la vista più bella di Capri per la propria Villa ,(e poi diventò cieco...)  che lasciò al governo svedese, quindi siamo in buona sostanza entrati in terra straniera per fare le foto più incredibili di giornata. Ripreso il traghetto ci siamo resi conto che non sarebbe stato un ritorno agevole, il mare era grosso, e il capitano ha dovuto allungare il tragitto per “ballare” meno, quindi da un’ora siamo arrivati ad un’ora e mezza. La signora E., una dolcissima nonna che si è autoproclamata come la mia mamma “plus”, ha passato un tempo infernale, perché soffre il mal di mare, mentre io davo le spalle al senso di marcia e non mi preoccupavo di nulla al mondo (almeno una rogna che non ho!), solo che lei ed il cavaliere che mi volevano mollare erano effettivamente in difficoltà. Per me l’unico problema era il fatto che essendo su una panchina di legno i salti continuavano a ripercuotersi sul mio osso dolorante, e sulla schiena. Tutti ne siamo usciti con la schiena a pezzi, ma molti assai esaltati dall’esperienza. Qualcuno con lo stomaco ai limiti. In ogni caso anche questa è stata una grandissima esperienza. A presto!