E' un Bridimondo

Ischia, di nuovo!


Il nuovo giorno ha visto la mattinata libera (e con la botta che avevo preso ho scelto di non interessarmi minimamente a un secondo massaggio. Magari mi avrebbe fatto bene, ma avevo già sofferto anche troppo...) e quindi la sottoscritta appallottolarsi sotto un ombrellone e decidere di finire un romanzo splendido, che avevo lasciato a metà ingiustamente, ovvero Ninfee nere, di Michel Bussi, più “furbo” che giallo, ma molto intenso dal punto di vista emotivo e con un finale a sorpresa che mi ha commossa e intrigata anziché no. Il giochino effettuato dall’autore con le tre donne protagoniste non lo svelerò, ma ammetto che mi ha fatto un poco arrabbiare, anche se ne ho capito sia l’utilità che la bellezza. Si tratta di un omicidio a Giverny, nel paese in cui Monet dipinse tutte le sue Ninfee, e secondo me è molto realistico quando narra del fatto che basta una persona malvagia per inquinare tutto un mondo. E ne basta una genuinamente buona per ridare speranza a quello stesso mondo. In ogni caso, ormai arrivata a tre quarti della lettura (l’avrei finito la sera dopo, in un nuovo hotel, a Caserta) , ho dovuto interrompere. Con la mia socia, la fiera G., abbiamo scelto un panino per pranzo e c’è lo siamo fatte portare sotto l’ombrellone, per poi rivestirci e prepararci per il pomeriggio, nel corso del quale abbiamo fatto un tour dell’isola in battello, vedendo dal mare ciò che avevamo già visto da terra. Azzardo a dire che Ischia, dal mare, è ancora più bella che da terra, e che l’approdo a S.Angelo mi ha permesso di vederlo anche dal basso, dopo che tre giorni prima mi ero dovuta accontentare di vederlo solo dal mare. Come al solito, sono rimasta ancorata alla dolcissima signora E., che al ritorno d aCapri era stata malissimo, e per la quale ero un poco in ansia, ma è in realtà riuscita ad affrontare tutto senza problemi, perché il mare sotto costa non era per nulla mosso, e quindi abbiamo davvero navigato benone. Tornati in hotel, ci siamo organizzati per andare a mangiare la pizza. Avevo scoperto che c’era una pizzeria a circa 100m dall’albergo, ed espresso il desiderio di andare ad assaggiare una pizza verace, e a questa mia idea le tre grazie, K. E il marito,  ed R. Sì erano uniti, trovando però la pizzeria vicino all’hotel “piccola è brutta” e decidendo di prenotare altrove. Già immaginavo che sarei rimasta in albergo insieme a coloro che si erano prenotati per restare, ma non avevo tenuto conto del fatto che avevano pensato a me è deciso di prenotare un taxi per andata e ritorno, così mi sono trovata costretta (e, per una volta, dico Per fortuna,) ad andare in centro , in una pizzeria sul corso principale di Ischia porto, che, finalmente, sono riuscita a vedere e gustarmi. Io, che sono furba come la volpe, ho scelto di assaggiare la pizza Cosacca, una pizza con pomodorini e pochissimo pecorino grattugiato, insomma, avrei mangiato un bue (il panino del mezzogiorno era stato piccinissimo) e mi sono trovato a mangiare letteralmente ‘na grosta de pan, ma io me la sono voluta, era comunque una crosta buona, quindi me la tengo taccio per sempre. Invece di restarcene fermi a guardare la partita, ci siamo lasciati cacciare, e quindi siamo andati a passeggio, guardando qualche vetrina e cercando un locale dove passare un po’ di tempo. Niente tv, naturalmente, quindi ho potuto scoprire come andavano i risultati soltanto ahimè sul 2 a 1, e poi taxi e... arrivati in hotel mi sono guardata, dalla tv nell’atrio, i goal, la volontà di Lukaku non è bastata al Belgio per sopraffarci, ma questo ormai è passato, no? Ho finito di sistemare la valigia (aperta, che il mattino dopo ancora dovevo prendere cose) e me ne sono andata a nanna. Il mattino dopo ormai era tutto “finito”, eravamo in disarmo, si partiva, ahimè. Un vero peccato lasciare la splendida Ischia, ma ci attendeva La Reggia di Caserta e non solo... a presto!