E' un Bridimondo

Caserta


Ed arriviamo, ahi noi, all’ultimo giorno di scoperte e visite. La tigna della nostra guida ha permesso di far sì che siamo partiti da Ischia già con il pullman che ci avrebbe accompagnato per tutto il giorno, in modo da caricare i bagagli a Ischia e scaricarli solamente in hotel e non dover affrontare pontili infidi con la valigia che, pur essendo meno di 20kg, per una mollacciona come me è un peso intrasportabile. Così abbiamo caricato tutto e siamo partiti per il porto, dove ci siamo trovati un posticino comodo sul battello in attesa della partenza. Abbiamo salutato per sempre la bellissima Ischia (sarei rimasta tranquillamente un’altra settimana) e attraversato il braccio di mare che ci separava da Pozzuoli, dove abbiamo aspettato l’autista in sostituzione di quello che doveva tornare ad Ischia e l’abbiamo raccattato... sulla salita in uscita da Pozzuoli, dove abbiamo bloccato il traffico per il tempo necessario a far scendere e risalire i due autisti da due diversi mezzi che si erano incrociati, si sono scambiati, e noi abbiamo proseguitò con l’autista di terra (anche se abbiamo scoperto che pure lui veniva da Ischia, e lì sarebbe tornato a sera) mentre l’autista isolano aveva raccattato il bus da portare sull’isola. Nel giro di poco più di mezz’ora siamo arrivati a Caserta, sotto gli immensi portici della Reggia, un edificio di dimensioni spaventose. Così grande che i miei stessi compagni hanno preteso per me la sedia a rotelle, e l’ascensore, così non ho visto lo scalone d’onore, se non alla fine del giro, di sfuggita, e va bene così. Ottimamente tenuta, la Reggia è stata una visita davvero bella, immaginare la vita in quegli ambienti così vasti e apparentemente inospitali non è semplicissimo, però ti da un’idea di come i Re del regno delle due Sicilie avessero una vita assai lontana da quella dei loro sudditi, pur essendo simili a loro quanto a carattere e tendenze giocose. Purtroppo il mio “autista” mi ha impedito di fare delle foto decenti, per cui con un po’di nervosismo devo ammettere di essermi rovinata quasi metà delle immagini della reggia, che aveva soffitti da sogno. Me ne farò una ragione. Altro discorso per quanto riguarda il bellissimo parco. Qui il tour operator è stato previdente ed aveva già previsto i biglietti per il bus navetta che porta i turisti nel punto più alto del parco e poi li va a riprendere, e così abbiamo potuto arrivare al punto focale della prospettiva, fare qualche foto (vedrete, la reggia appare sfocata per la nebbia da caldo, tanto è lontana, una sorta di fata morgana che appare laggiù sullo sfondo) ed infine riprendere la navetta e tornarcene sul pullman per andare a pranzo e oltre. Sì, perché sempre per intercessione della nostra guida, invece di rimanere qualche ora a Caserta ad annoiarci, siamo stati portati a Casertavecchia, un borgo medievale a 400m s.l.m, assolutamente delizioso. Qui abbiamo occupato pacificamente un piccolo ristorante, il cui proprietario è venuto a prenderci con due furgoni per farci arrivare senza sudare (c’erano 300m di salita sotto il sole delle 13.30...) e ci ha fatti accomodare nei tavoli a noi già riservati. Dopo un ottimo pranzo, eccoci pronti a visitare il minuscolo borgo, di origini longobarde, tanto che il duomo è intitolato a S.Michele Arcangelo, noto come il santo longobardo di confine, ci sono le rovine di un castello, ci sono pure i fantasmi e le case nelle quali si dice che vivessero. Insomma, una visita che consiglio a chiunque fosse da quelle parti. Una volta risaliti sul pullman, poi, è arrivato il momento di andare in hotel. Un palazzo antico, raffinato, con soluzioni di demotica decisamente comode ed un’elegante sala da pranzo tutta specchi nella quale abbiamo raffinatamente cenato. Bello. Dopo un’ultima dormita in letti stranieri, abbiamo affrontato The long way home, 11 ore di corriera che, lo ammetto, mi hanno lasciato stremata, soprattutto per quel che riguarda le gambe, che ne hanno sofferto in maniera particolare. Pur volendo trovare altre soluzioni per la parte lunga del viaggio, possibilmente, sono comunque felice di aver fatto questa esperienza, e di essere riuscita a visitare un pezzo d’Italia che merita di essere visto. A presto!