BrokeBack Stories

Sempre da clubclassic.net ... Un racconto per Voi


LE FOTO DIMENTICATE   Mi guardavo allo specchio con soddisfazione mista a nervosismo. Ancora unavolta avevo fatto le cose per bene. Approfittando dell'assenza di mia mogliee dei figli, avevo saccheggiato il guardaroba intimo femminile provando eriprovando gli indumenti che io stesso avevo regalato con lo scopo implicitodi poterli usare su di me. Ora davanti allo specchio c'era una creaturaaliena, cui pizzi e sete stavano decisamente bene ma dal quale traspariva unviso che neanche il trucco pesante poteva trasformare in quello di unacreatura femminile. Che rabbia, dover vivere nei panni di un uomo! Cherabbia dover solo fantasticare avventure erotiche con altri uomini,immaginando di conquistarli in guepiere e calze di seta. La verità erasemplicemente disarmante: ero e rimanevo il classico uomo col vizio segretoe saltuario del travestimento e con il desiderio di vivere una storia con unuomo. Il classico padre di famiglia i cui impegni a malapena riuscivano atrovare spazio per comprare di corsa perizoma e smalti, con la scusa delregalo alla moglie.Scattai delle foto esplicite e cercai di riversarle sul computer portatile erimisi tutto a posto, tornando agli abituali vestiti da uomo.Il giorno dopo portai il portatile con me per utilizzare alcuni dati peresigenze di ufficio. Lavorai alacremente dimenticando completamente ilpericoloso contenuto rimasto all'interno dell'elaboratore. Il miocapoufficio mi chiese di poter consultare l'archivio dati durante la pausadi pranzo e io acconsentì, dedicando i miei pensieri alla mensa e a unasimpatica collega che mi intrigava con il suo sorriso. Il tuffo al cuore arrivò improvviso, durante il caffé. Iniziai a sudare e atremare, lasciai tutto e corsi su verso l'ufficio. Entrai di corsae.......il mio capo mi guardò con occhi attoniti, rosso in viso e incapacedi parlare. Una rapida occhiata al monitor mi tolse ogni residuo di dubbio.La mia bocca truccata volgarmente campeggiava in una posizione lasciva chenon ammetteva dubbi. Non riuscì a dire nulla. Mi uscì uno "scusa" e le mie mani afferrarono ilcomputer per chiuderne l'imbarazzante contenuto. Ugo, (questo il nome delcapo) si alzò senza dire una parola e si allontanò lasciandomi come ilpeggior verme della terra.Non sapevo cosa fare. Firmai un permesso e decisi di tornare a casa prima.Immaginavo già il licenziamento. Passai una notte infernale, macerandominella vergogna e impossibilitato a confessare anche una sola virgola a miamoglie. Maledissi il mio "vizietto" ma non servì ad alleviare il terrore perle conseguenze.Il giorno seguente evitai in tutti i modi di incrociare lo sguardo di Ugo.Il suo fisico grosso e decisamente abbondante non poteva passare inosservatoma io decisi di cancellarlo dalla mia vista. E lui mi evitò con altrettantacura.Fu durante la pausa pranzo che la mia vita cambiò improvvisamente.Rimasi chiuso in stanza, facendo finta di lavorare, e solo all'ultimo minutomi accorsi di Ugo, tornato anzitempo dalla mensa.Mi guardò con occhio nervoso e i suoi movimenti tradirono imbarazzo."Sono tornato per parlarti di cose molto private."Lo guardai con terrore. Era giunto il momento del licenziamento, pensai!"Volevo dirti che non devi preoccuparti....." Improvvisamente le nebbiesembrarono diradarsi!"Sai, quelle foto.....io le ho trovate.....molto belle".Ero più confuso di prima. Cosa stava dicendo il mio capo? Lui avevaapprezzato le mie immagini in guepiere?"Volevo chiederti se ....posso....invitarti a cena a casa mia?"Lo guardai ancora più confuso. Non riuscì a mettere insieme un pensierodecente ma senza volerlo dissi: "sì, certo."La sera dopo suonai al citofono con tutta l'ansia che potevo avere in corpo.Ci avevo riflettutto tutta la notte e tutto il giorno: quello che stava pertravolgermi si era trasformata nella prima occasione della mia vita divivere un'avventura con un uomo. Avevo pensato alle mie fantasie, nellequali venivo strapazzato da culturisti depilati e pieni di muscoli, e leavevo confrontate con quello che mi aspettava. Un uomo di mezza età,decisamente irsuto e con una pancia prominente che confermava la suapinguedine. Eppure ero emozionato per questa stranissima opportunità. Salì le scale con le gambe molli e trovai Ugo ad aspettarmi sulla porta. Misaluto con enfasi e mi colse di sorpresa baciandomi sulle guance. Mi fece accomodare e fu bravissimo a stemperare la tensione, parlando delpiù e del meno e alludendo in modo elegante alle immagini. Poi mi feceaccomodare al tavolo e mi sorpresa con una cena molto squisita. Abbondammocon il vino e la mia tensione svaniva sempre più di fronte al suointeressamento. Poi, versò champagne in due flute e mi chiese di brindare maquando stavo per portare il bicchiere alla bocca mi chiese di incrociarlo amo' di fidanzatini. Io sorrisi imbarazzato e accettai e bevemmo in quellastrana posizione. Fu un attimo....ci guardammo negli occhi e lui decise direndere reale le mille fantasie che avevo covato negli anni. La sua bocca siincollò alla mia e io non riuscì ad opporre resistenza. Anzi, mi lasciaiandare per ricevere dentro di me la sua lingua che mi esplorava conimpazienza. Una sua mano si strinse sulla mia vita mentre l'altra siavvinghiò al mio collo e anche io eseguì gli stessi movimenti perpermettergli di stare più comodo. Non so come finimmo sdraiati sul divanicon la sua lingua che limonava dentro la mia bocca e un'estasi che crescevaforte in me. Mi sentivo al settimo cielo, le paure erano scomparse e orastava uscendo prepotente il mio lato femminile. Senza rendermi conto iniziaia sospirare e a mugolare con un tono di voce più alto. Non sembrava neanchela mia voce! Le mie mani ora palpavano il suo fondoschiena e armeggiavanocon la zip dei suoi pantaloni. In pochi minuti tutto era cambiato. Lui nonera più il mio capoufficio obeso e irsuto che mai e poi mai avrei inseritonelle mie fantasie. Ora era il mio amante fantastico che mi toccava dovunquee mi riempiva di parole oscene e la sua pancia era diventata tremendamentearrapante. Le mie dita accarezzavano con voglia il suo petto villoso e mai epoi mai avrei immaginato di eccitarmi al solo tatto di quel tappeto di peli.Poi finalmente trovai il coraggio di toccare il suo cazzo liberandolo dallesue mutandine. Mi sorpresi a desiderare il suo profumo intriso degli umoripiù svariati e quando le mia dita lo strinsero mi accorsi della sua notevolegrandezza.Fu lui a troncare l'ultima esitazione. "Dai succhiamelo come sa fare unatroia". Le sue parole mi incitarono ancora di più e la sua mano si appoggiòsulla mia testa spingendola sul glande. Lo presi in bocca e quasi svenni perl'emozione di avere nella mia cavità orale un palo di carne pulsante chesubito mi regalò gocce di sperma miste a tracce di urina. Quell'odore forteinebriò i miei sensi e la mia bocca finalmente iniziò quel pompino che tantevolte avevo mimato con falli di plastica. Anche lui però non volle essere dameno e si avventò sul mio cazzo con altrettanta foia. In pochi attimieravamo liberi dei nostri indumenti e il nostro 69 si concluse con unareciproca eiaculazione che ci lasciò entrambi spossati. Ci riprendemmogiusto il tempo per spostarci a letto. Sotto le lenzuola ci abbracciammo emi ritrovai quasi automaticamente a giocare il ruolo femminile. Mi facevococcolare e sussurravo paroline dolci e idiote, come una fidanzatina. Lenostre reciproche mogli erano lontane anni luce dal nostro desiderio. Passammo la notte a fare sesso. Il suo grosso membro entrò nel mio buchinovergine con estrema facilità ma lui non volle ricevere lo stessotrattamento. Voleva essere l'uomo della coppia e io gli fui grato perquesto. Mi lasciai cavalcare da lui e a ogni affondo lo trovavo più bello.Mi sentivo sempre più femmine tra le sue braccia, il mio corpo depilatocercava il contatto del suo fisico irsuto e la sua prominente pancia eradiventata un'altra parte che stuzzicava la mia sensualità.La notte ci colse sfiniti. Alle due di notte dovetti rientrare a casa perriprendere la mia vita normale. Ma dentro di me non ero più lo stesso.Quella sera era nata "Lina".Nei mesi seguenti io e Ugo diventammo amanti e con lui finalmente riuscì amettere in pratica la mia passione per il travestimento. Ero la sua troia ela sua micetta vogliosa, mi riempiva di regali e in poco tempo avevo unguardaroba degno di una principessa. Ci divertivamo ad andare in giro pernegozi con la scusa di acquistare regali per le nostre mogli: mi viziòarrivando a regalarmi perfino anelli con pietre preziose, che poi ioindossavo durante le nostre serate amorose. E arrivammo perfino a rischiaregli atti osceni in luogo pubblico, quando decisi di farli un pompinoinginocchiato sotto la sua scrivania o chiusi dentro a bagno pubblico. Orastiamo pensando di organizzare un finto viaggio di lavoro per fare unavacanza da soli. Ugo mi ha comprato già alcune guepiere che ovviamente nonrinuncerò a indossare durante il viaggio e nella borsa ho già messoparrucche e cosmetici, e scarpe dal tacco altissimo. Per una settimana saròla sua amante 24 ore al giorno e non posso fare a meno di ringraziare quellefoto dimenticate sul computer.