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Una nuova importante consapevolezza sta emergendo in questi giorni, e che mi da finalmente la spiegazione di alcuni miei comportamenti.A volte ho la forte tendenza ad ironizzare sulle cose, anche su quelle più serie e spirituali. Ci sono volte in cui mi esce la battuta facile, e la risata viene di conseguenza. Ho sempre trovato l'ironia un aspetto fondamentale del saper vivere, e lo penso ancora. Solo che io a volte esagero. Cominciavo a rendermene conto negli ultimi tempi. Ora m'è molto chiaro il motivo di questa mia irresistibile tendenza. Mi si è chiarito questo giovedì sera, quando mi è venuto da ridere a proposito di un canto mantrico. La situazione era piuttosto seriosa (prima cosa che mi stuzzica l'ironia). Per di più questo canto è partito all'improvviso, quando tutti pensavamo che la meditazione fosse finita. Per finire, il canto viene intonato da una voce che mi ricorda quella dei bambini quando mettono su il broncio...insomma, per me c'erano tutti gli ingredienti per una grassa risata! Ma proprio mentre stavo ridendo dentro di me, mi sono accorta che in fondo mi dispiaceva di perdermi quel momento di sacralità in cui tutti erano immersi. In un certo modo me ne stavo distaccando, creavo una sorta di velo tra me e l'esperienza degi altri.Questo è un atteggiamento cui ricorro spesso, specie in compagnia degli altri...ma non solo..E' come se mi tutelassi, non vivendo l'esperienza dall'interno non vi devo partecipare e quindi, in un certo senso, perdermici. Rimango padrona di me stessa, così credo io. Ma non condivido, e non faccio l'esperienza. In un certo senso, è come un ritrarsi dalla vita, come un non accettare le sue conseguenze. E' non voler soffrire.Ho voglia di addolcirmi. Di ammorbidirmi. Ho voglia di accettare le conseguenze. So che ricche saranno le scoperte. E le voglio.