Buenaonda Journal

Post N° 7


Il teatro/canzone di Luca Bassanese Si è da poco concluso il tour del suo primo album “Al Mercato” e già c’è molto altro in cantiere. Tra le registrazioni in studio del suo nuovissimo disco in uscita nei prossimi mesi: “La società dello Spettacolo” ha avuto, anche, tempo per dedicarsi ad un opera teatrale alla quale non siamo per niente abituati. Un omaggio a Domenico Modugno e alle sue opere migliori passando per una trama estremamente coinvolgente ed emozionante. Com’è nata l’idea per questo spettacolo di teatro-canzone? Le musiche che fanno da sottofondo e contorno ad una storia… Quando Stefano Florio mi ha proposto di lavorare su di uno spettacolo di teatro/canzone, all'inizio mi sono sentito un po' intimorito ma da subito entusiasta, ora mi ritrovo estremamente soddisfatto e felice, veramente felice e completo in questa nuova avventura che mi vede nella duplice veste di attore e cantante. Lo spettacolo di Teatro-Canzone “L’Italia Dimenticata”, affonda le sue radici (come nella tradizione Gaberiana) in vari linguaggi, dal teatro mimico, alla musica, alla parola come portatrice di pensiero ed evocatività. Filo conduttore dell'intero spettacolo, oltre alle musiche originali composte da Stefano Florio, sono le canzoni di Domenico Modugno, artista che considero il padre della canzone d’autore Italiana; e quindi brani come “Meraviglioso”, “Vecchio Frack”, "Tu si' 'na cosa grande", fino a giungere alla storica “Nel blu dipinto di blu”. Domenico Modugno, Interprete anche di un pensiero, di partecipazione sociale (cosa che sento molto vicina), portato avanti nel quotidiano con forza e coraggio, soprattutto nell'ultimo periodo della sua vita quando fu colpito a 56 anni da una grave malattia. “Mister Volare” è parte stessa della nostra storia, la storia di un Italia troppo spesso Dimenticata. In un teatro praticamente stracolmo è andata, quindi, in scena la prima de “L’Italia Dimenticata”. Quali sono state le tue sensazioni ed emozioni nel corso delle prove e quelle poi sul palco del debutto? Da sempre quando metto i piedi sul palco vengo preso da una sorta di scossa elettrica e da lì è difficile farmi scendere fino a quando non mi sono liberato del tutto d'ogni emozione, d'ogni sentire. La sera della prima non mi sono reso conto da subito di cosa stava accadendo, la luce dei fari non mi permetteva di vedere esattamente quanta gente avevo di fronte, ma subito dopo la fine dello spettacolo, gli abbracci e gli occhi lucidi mi hanno fatto comprendere che molto di me è arrivato, che sono riuscito a trasferire qualcosa che brucia dentro la mia anima, senza quasi rendermene conto. Non so che dire. E’ la prima volta che affronti da protagonista uno spettacolo teatrale? Quali, se ci son state, le difficoltà a livello vocale e di presenza scenica? E’ la prima volta in una veste così complessa. Abbiamo scelto la formula del teatro/canzone perchè più vicina al mio io, dove posso liberarmi completamente in tutte le mie espressioni ed azioni. Questo spettacolo è molto impegnativo per l'uso della voce ma fortunatamente nel mio percorso artistico sono passato dal canto polifonico al jazz per poi ritornare alle radici della musica che da sempre amo e che ha solide basi popolari, la musica dei popoli, della gente, di quel sentimento che unisce terra e cielo; così ho potuto assimilare tecnica e spontaneità. Protagonista, quindi di uno spettacolo che tramite le musiche di Modugno e quelle scritte, apposta per l’evento, da Stefano Florio collega L’Italia che non c’è più a quella più attuale e moderna, senza tralasciare rimpianti per le cose ormai andate. Quanto ti sei sentito te stesso nel raccontare il tuo personaggio? Una cosa che tengo sottolineare particolarmente perchè di primaria importanza sono le musiche dell'intero spettacolo, curate di persona da Stefano Florio che attraverso le sue composizioni originali ne ha enfatizzato lo spirito poetico, narrativo ed evocativo. Vi sono dei momenti in particolare in cui mi ritrovo pienamente nel personaggio anche dal punto di vista biografico, il racconto del suo essere bambino che trova libertà e vita nella musica come fonte di speranza e di astrazione da una realtà spesso difficile e priva d’amore per l’arte. Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con Andrea Nao, ti aspettavi un risultato così intimo tra il racconto teatrale e il tuo personaggio?E' un piacere aver collaborato con Andrea Nao, la sua stesura del testo la trovo molto vicina alle mie corde, una storia romantica e popolare, un percorso intimo in relazione con se stessi, con i propri affetti e con il mondo. Mi sembra doveroso citare i tuoi “compagni di viaggio”, che con te su quel palco hanno dato vita ad un intreccio di suoni, atmosfere e sottofondi.. vuoi farlo tu? Sul palco con me ho l'onore di avere: dal grande Stefano Florio agli strumenti a corda, al percussionista Luca Nardon, al pianista Roberto Jonata, al contrabbassista Paolo Dal Bello, alle coriste Valentina Ferretto ed Elisa Moretto. Un grazie a tutti loro… Dopo il grande calore e affetto ricevuto dalla stampa e dal tuo pubblico in questa prima al Teatro Busnelli di Dueville come ti immagini il futuro di quest’opera teatrale? Quali sono le tue volontà e le tue aspettative? Mi auguro di poter condividere il più possibile questo spettacolo, è un bel viaggio che voglio fare accompagnato dagli occhi e dal cuore di tutti coloro che mi verranno ad ascoltare.Un grazie a Luca, sempre disponibile, nonostante i suoi impegni. E un grazie un pò più sincero, sentito e dovuto ad un'artista che in breve tempo si sta facendo apprezzare dalla critica e da noi umili... amanti e sognatori...di francesco mastronardo