Pa' come padre

Viaggiare...


Viaggiare in cerca della felicitàTratto autostradale Padova - Mestre. Solito ritornello ritmato sui cartelloni luminosi: 7 km di coda al casello di Venezia - Mestre. Arrabbiarsi? Non serve. Spazientirsi? Men che meno.
Abbasso il finestrino, me ne faccio una ragione e osservo i volti della gente. Zanzibar, JEsolo, Sharm El-Sheik, Cortina d’Ampezzo? Chissà dove saranno dirette queste macchine sempre troppo piccole per contenere tutto quello che ci sarebbe da trasportare.
Fotografie di luoghi esotici, candore di montagne innevate, voce di spiagge lontane. Ti blocchi lungo la strada e t’impressiona la gente che scappa impaurita per lo scorrere del tempo, i volti indaffarati negli ultimi preparativi, gli scorci di un’umanità alla disperata ricerca di un frammento di felicità. Viaggiare, assaporare terre lontane, inebriarsi di memorie dimenticate…
Felicità? Non è automatico! La Società Autostrade non lo dice, ma tantissime altre famiglie sono in viaggio, in questi giorni. Ma al posto delle spiagge assolate… trovano la fatica sofferta impressa sul loro volto, al posto di abbronzature e spensieratezze ti stupisce il volto affaticato ma non rassegnato di chi s’intestardisce nel cercare un perché, al posto della frenesia ti regalano l’occasione di andare all’essenziale nella vita.
Nella strada incroci la vita della gente. Da sempre! Tanto che fin dall’antichità la strada è la metafora della vita stessa, il luogo in cui incroci il vagabondo e il pellegrino, l’errante e il nomade, chi ha direzioni e chi viaggia sulle ali del caso. La strada c’invita acostruire dei viaggi, dei pellegrinaggi. Ma il viaggio chiede una partenza, un percorso,una meta… costruire un viaggio è faticoso. Costruire un vagabondaggio è, purtroppo, quasi spontaneo. Nella strada t’accorgi che non sei solo. La strada intesse tra loro volti, storie e sogni. Crea legami, abbrevia le distanza, t’invita alla gentilezza!
Nella strada rammenti che Dio stesso s’è aggrappato a quest’immagine: non propone corsi di catechesi, invita a mettersi in cammino. Ce lo ricorda l’antica professione di fede del popolo ebreo: «Mio padre era un arameo errante» (Dt 26,5).
La strada ci permette di viaggiare, anche se «il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi» (M. Proust). Pensieri provocati da un imbottigliamento di persone, non di auto!
don Marco Pozza