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il camino racconta...
Post n°448 pubblicato il 06 Aprile 2015 da Butturfly66
Oggi sono stata alla casa al mare e visto il tempo che non invogliava a stare in spiaggia, abbiamo acceso il camino, e mentre la legna ardeva lentamente non so perche ho pensato all’infinito... Il tempo è un grande maestro, un compagno di vita a scadenza, perche per noi lui ha un limite che non conosciamo, ma che prima o poi ci porterà via...Nel corso del tempo ha avuto modo di crescere ed invecchiare, ma senza mai spegnere la fiammella dell’eternità… Quante volte si sarà voltato a guardare dietro di se, ed ogni volta avrà pensato a quanta fatica costi andare avanti… Prima era tutto cadenzato e scontato, non si premeva il pedale dell’acceleratore, ma si godeva di ogni secondo che ci regalava... Ho quindi ripensato agli anni in cui mio padre si prendeva il tempo per accendere il fuoco, seguendolo poi, quasi fosse un bambino... Dalle mie parti saperlo fare rientrava nei doveri di ogni uomo e donna, per cui gli era stato insegnato fin da subito, ed oggi mentre la fiamma si stagliava verso l’alto, mi è parso che la legna volesse consumarsi velocemente, a fin che io ne mettessi dell’altra come lui mi aveva insegnato... È stato come tornare bambina quando mi trovavo nella casa in campagna, e mio padre si raccomandava di non farlo spegnere... Mi ripeteva spesso che bastava che ogni tanto lo toccassi e che gli parlassi, per cui quando mi veniva dato l’incarico mi sentivo grande, ma nello stesso tempo, ne approfittavo anche per usare il soffia fuoco, con il quale mi piaceva giocare… Ogni volta che lo vedevo armeggiare con legna e carta per farlo partire, restavo affascinata ad osservarlo e mentre il calore inondava tutta la stanza per farci stare buoni, si lasciava andare ai racconti che aveva sentito da suo padre... Con lui quasi sempre c’era uno dei miei zii, quello a cui era probabilmente più legato, quello che più di tutti aveva vissuto gli anni duri della guerra essendo stato fatto prigioniero in Russia, e mentre raccontava aneddoti di vita vera, ricordava quando lontano da casa immaginava mia nonna preparare il brodo nel pentolone dentro il camino, mentre nell’altro forno cuoceva il pane… Tutto ciò accadeva nella penombra della sera, illuminata dalle lampade ad olio visto che ancora la corrente elettrica non era arrivata... Noi bambini ci mettevamo seduti negli sgabelli di sughero, che proprio questo zio preparava con le sue mani, mentre i grandi nelle loro sedie di legno nella nostra lingua discorrevano... Ho sempre creduto ingenuamente, che alcune persone seppur anziane e malate fossero immortali, perche la forza ed il coraggio che avevano sempre dimostrato nel corso della loro vita, mi avevano fatto credere che per loro il tempo fosse infinito... Nessuno oggi, saprebbe reagire con coraggio alle privazioni ed alle prove che hanno vissuto, visto che andiamo nel panico se soltanto un ingranaggio della nostra collaudata routine salta... I ricordi continuavano a prendere vita, quando ad un certo punto s’è fatta ora di lasciare la casa e tornare in città… Ho visto la fiamma lentamente spegnersi e la brace in una quasi sorta di ribellione, cercare di non lasciarsi andare lanciando labili fiammelle.... Mentre mio marito puliva e raccoglieva la brace, come ipnotizzata seguivo le scintille che, sotto la cenere covavano ancora il desiderio di far ripartire il fuoco... Da che siamo al mondo, il suo calore, il suo mistero ci accompagna e come accadeva nella notte dei tempi, mi sono lasciata andare alla sua magia, liberando la mente ricordando…
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