Desperate Mammy

piccoli amici, grande affetto...

L'affetto che nel tempo nasce per un animale da compagnia, sovente travalica ciò che potremmo aspettarci da questo sentimento, dandoci la misura di quanto essi siano importanti per noi. Che siano cani, gatti, uccellini poco importa, quando li accogliamo diventano parte della nostra vita. Non hanno il dono della parola, eppure con il tempo è come se alcuni gesti o abitudini parlassero per loro. Per cui credo che chi ha avuto il piacere di averne uno in famiglia, potrebbe raccontare aneddoti e piccole storie del bene che essi danno senza riserve. I miei figli che hanno sempre desiderato un cagnolino, ma non potendo accontentarli per questioni di salute, ho ovviato con i canarini. Qualcuno penserà che vivano la loro vita indipendenti e distaccati da chi li possiede, ma non è così. Quando arrivarono a casa piccoli e spaesati, ho cercato quasi subito di metterli a loro agio. Inizialmente diffidenti, penso si domandassero chi fossimo e perche li avessimo messi in una gabbia tutta per loro, mentre fino ad allora avevano vissuto in una grande voliera. Prendemmo una coppia per far si che si facessero compagnia, e anche se qualcuno ebbe a dire che per sentire il maschio cantare avrebbe dovuto stare da solo, posso asserire che si è rivelato un luogo comune visto che il suo canto meraviglioso capace di incantare anche i vicini di casa lo ha avuto da subito. Dei due la più peperina è sempre stata lei, in un gioco dei ruoli che ho riconosciuto simile al nostro. Infatti chi sgridava chi, era lei se lui faceva qualcosa che la infastidiva. La mattina presto li portavo fuori in veranda, e dopo aver sistemato le mangiatoie e cambiato l'acqua, preparavo il bagnetto perche dovete sapere che gli uccellini che sono estremamente puliti ed amano lavarsi. Nel mio caso  fin da subito si è capito chi comandava in gabbia, visto che era lei a decidere tutto, (facendo nascere in me il sospetto che è l'aria di Sardegna a rendere particolari) con piglio deciso e perentorio. Per me è sempre stato uno spasso mettere il bagnetto ed aspettare qualche secondo per vedere lei entrare decisa e lavarsi con piacere. All'inizio lui, poverino, ha provato ad entrarci per primo, ma dopo essersi preso una bella strigliata a suon di "cip, cip, cip," come fosse una zitella inacidita, per quieto vivere ha abbozzato a dover essere il secondo. A casa parlavamo spesso di queste particolari attitudini, e soprattutto con mia figlia sorridevamo del fatto che la femmina era tale in tutto. Un giorno per regalo, gli abbiamo messo un piccolo specchio con le palline colorate da poter spostare con il becco, e non vi dico, sono impazziti cercando di capire chi erano i nuovi ospiti. Quando d'estate ci trasferivamo al mare, il tragitto era un tormento anche se la distanza era di poco più che cinque minuti di macchina, a loro pareva un eternità ma facevano in fretta ad adattarsi dato che stavano fuori praticamente dalla mattina presto fino a notte tardi. Il dopocena poi era diventato l'occasione per interagire con me, visto che vedendomi dondolare sulla sedia a dondolo, anche loro si mettevano nei loro dondolini con piacere lasciando meravigliati chi ci vedeva. Rispondevano al mio saluto mattutino e se per caso tardavo ad andare a scoprirli iniziavano a chiamare in coro a fin che lo facessi e se poi dopo nemmeno cinque minuti non li mettevo fuori allora iniziavano a lamentarsi. Insomma dei piccoli tiranni pennuti terribilmente adorabili. Quel che oggi mi ha spinto a raccontarvi di loro, ed il fatto che ho parlato al passato, è il dolore che mi ha provocato ciò che è accaduto, ossia la morte di lei. Da qualche giorno era strana, pareva stanca e svogliata, per cui abbiamo iniziato ad osservarla cercando poi in ogni modo di aiutarla e curarla, il tutto senza successo. Stamattina non ha nemmeno reagito quando sono andata a scoprirla, non mi ha salutata e non si è mossa, per cui con il pianto nel cuore in quel momento ho realizzato che a breve ci avrebbe lasciati. Non mi vergogno a confessarvi  che le lacrime hanno bagnato il viso, anche perche non volevo accettare la cosa. Con l'aiuto di mio marito le abbiamo fatto una sorta di lettino di cotone, l'abbiamo adagiata delicatamente ma anche in quel frangente nessuna reazione, anche se credo abbia gradito essere stata poggiata su qualcosa di morbido. Ogni tanto mi avvicinavo chiamandola dolcemente, ma non reagiva. E' terribile sentirsi impotenti, in quei momenti vorresti essere capace di fare miracoli, ma sai anche che devi saperti tuo malgrado arrendere. Poco dopo infatti ha smesso di vivere ed io ho iniziato a piangere. Lui quando li abbiamo separati, ha iniziato ad emettere un cinguettio che non gli avevo mai sentito prima, ed ho capito subito che gridava il suo dolore. Dopo un po ha smesso, chiudendosi  in un silenzio al quale non ero abituata. E' impossibile non commuoversi davanti all'amore immenso che accomuna ogni essere vivente, e al fatto che un cuore che ama poco importa quanto grande esso sia, perche anche quello di un canarino, grande poco più di un granello di sabbia, è capace di donare affetto incondizionatamente, ma soprattutto senza chiedere nulla in cambio. A me ha donato tanto, spero di aver almeno in minima parte fatto altrettanto con lei.