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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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« PARLANDO ANCORA DELLA GI...MISTIFICAZIONE NEL CAMPO... »

ANCORA,PURTROPPO, SULLA GIUSTIZIA ITALIANA MALATA

Post n°594 pubblicato il 22 Novembre 2021 da Caino2007dgl

 

ANCORA,PURTROPPO, SULLA GIUSTIZIA ITALIANA MALATA:

 

Ieri sera, tramite il TG 4 DI MEDIASET, ho appreso anch'io che un b...to marocchino  avrebbe sequestrato  e picchiato ferocemente, maltrattandolo per lunghi mesi , la propria moglie, in modo brutale e disumano, eppure al processo penale il giudice , che per me non può essere considerato un magistrato equilibrato e rispettoso dell'art. 54 della nostra Costituzione, ha avuto l'ardire e la sfrontatezza di assolverlo riconoscendogli impropriamente ed improvvidamente il "DIRITTO" di farlo in "NOME DELLA SUA CULTURA" ex art. 51 del codice penale.

con questa sua assurda sentenza il giudice  ha ritenuto le sue barbare azioni legittimate e giustificate e quindi lo ha dichiarato NON PUNIBILE ai sensi del codice penale, utilizzando la norma richiamata in modo sbagliato e strumentale che mai potrebbe valere per comportamenti delittuosi motivati dalle norme della propria fede religiosa ovvero dalla propria tradizione ,usi e costumi maturati nel tempo in un PAESE  diverso dall'ITALIA.

A questo punto, se tale prospettiva, venisse considerata accettabile, mi chiedo a cosa serve lottare per la DIFESA DELLA DONNA con i movimenti sociali e civili ed anche culturali , specialmente di sx, come quelli che si definiscono NO VIOLENZA CONTRO LA DONNA  ovvero BASTA VIOLENZA CONTRO LA DONNA ?

 

A nulla, se poi si arriva ad una sentenza di assoluzione vergognosa e scandalosa come quella di cui si parla e contro la quale spero da cittadino e da persona che il PM competente decida immediatamente di appellarla, perchè se passasse in giudicato diverrebbe un segnale bruttissimo e pericolosissimo , in particolare, verso  il mondo radicale islamico esistente anche in ITALIA, purtroppo, che spesso basano la propria vita sociale e civile e familiare proprio sul loro CORANO ed anche sulla loro SHARI'AH  che sono notoriamente antiemocratiche ed antisociali per quello che prevedono in danno delle donne in generale.

Infatti, prima del noto caso della giovane pachistana SAMAN , quasi sicuramente ammazzata dalla famiglia per mano dei suoi congiunti, in ITALIA  vi sono stati molti casi di maltrattamenti  e segregazioni di sventurate donne e moglie che avevano sposato loro connazionali di fede fondamentalista islamica, con esiti mortali anche tragici.

Se "in nome della propria cultura", si può esercitare, impunemente, il DIRITTO a maltrattare la propria moglie, vorrà dire che questo "status" sociale e civile potrà essere acquisito facilmente da ognuno di noi per commettere gli stessi addebiti di cui il marocchino in argomento era oberato , convertendoci semplicemente alla fede islamica.

Una volta sposata la fede islamica, infatti,  e dopo avere acquisita la cultura radicale originata da tale fede, si potrà , "legittimamente" sequestrare e maltrattare la propria moglie e la propria figlia senza rischiare nulla nel campo penale e civile.

 

Anche questo esempio io lo annovero nei casi di MALA GIUSTIZIA a cui spero, come detto, venga presto posto rimedio in sede di CORTE D'APPELLO e poi di CASSAZIONE  eventuale.

 

L'art. 3 della nostra Costituzione afferma che LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, indipendentemente dalla culturale sociale e civile di ognuno di noi:

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

 

In caso contrario, si creerebbe il KAOS  e l'ANARCHIA  indiscriminata, entro le ognuno , in nome della propria particolare cultura di gruppo , soprattutto di quella afferente la propria fede religiosa, potrebbe farsi beffa  di ogni legge penale ma anche civile di uno Stato democratico compreso il nostro.

TEmo, che , però , la strada intrapresa con la sciagurata sentenza di primo grado di cui si parla , sia il frutto delle decisioni finora assunte nei confronti delle donne islamiche aduse a vestire con niqab o burqa che non consentono alcun tipo di riconoscimento immediato da parte della polizia o di terzi, in piena e totale violazione dell'art. 5 della legge nr. 152 del 1975.

Infatti, da una ricerca passata fatta in sede di CORTE DI CASSAZIONE  ho scoperto che, fino ad una certa data e penso anche di recente, tale GIUDICE SUPREMO non era stato mai interessato da alcun ricorso da parte della difesa di donne islamiche accusate del reato previsto dalla citata norma di ordine e sicurezza pubblica.

E la riprova l'ho  avuta personalmente , di fronte all'inerzia assunta da molti PM italiani che di fronte alle mie segnalazioni precise di donne sorprese in luogo pubblico vestite nel modo detto, hanno quasi sicuramente deciso di evitare di esercitare l'azione penale che è obbligatoria essendo reato perseguibile d'ufficio, ai sensi della richiamata norma prevista dall'art. 5 della legge nr. 152 del 1975.

In pratica, alle donne da me "denunciate", ricordo in particolare, 4 vestite di niqab nero, che un giorno s'erano presentate allo STADIO COMUNALE DI CALCIO di TORINO, senza che nessuna forza di polizia le bloccasse e le incriminasse per il reato conseguente, previo loro foto segnalmento ed acquisizione della prova di reato ex artt. 55 cpp e seguenti, non è stato avviato alcun procedimento penale perchè il PM ed il GIP competente, quasi certamente avevano loro riconosciuto il DIRITTO di vestire anche in pubblico in violazione della norma detta, ritenendo giustificato il loro comportamento in nome della loro culturale religiosa.

Ecco i termini della notizia di  cui si parla:

 

Giudice assolve marocchino che picchiava la moglie. Il pm aveva chiesto 8 anniPm chiede 8 anni per violenze sulla moglie. Il giudice lo assolve

Una sentenza del tribunale di Prato è destinata a far discutere. I fatti risalgono a ben sette anni fa, ma il verdetto dopo parecchi rinvii è arrivato solo nei giorni scorsi ed è stato clamoroso. Ribaltata totalmente la tesi accusatoria dei pm. Un marocchino di 46 anni era accusato dalla moglie di violenze ai suoi danni, anche in presenza di minori. La donna - si legge sul Tirreno - aveva non solo denunciato l'uomo ma addirittura portato al processo prove ben circostanziate.

Sembravano non esserci dubbi sul verdetto finale, tanto che i pm avevano addirittura chiesto otto anni di carcere per l'imputato. Ma il giudice ha deciso in maniera diversa. Nell’arringa conclusiva l’avvocato della difesa ha chiesto l’assoluzione arrivando a conclusioni diametralmente opposte a quelle del pubblico ministero. Il Tribunale ha accolto quest’ultima tesi ed ha assolto il quarantaseienne, sette anni dopo i fatti incriminati.

 

dal sito web: https://www.affaritaliani.it/cronache/giudice-assolve-marocchino-che-picchiava-la-moglie-il-pm-aveva-chiesto-8-anni-767940.html

 

 

Ed ancora anche se apparentemente sembra che si tratti di caso diverso da quello precedente:

 

Islamico picchia e segrega in casa la moglie, il pm lo assolve: è la sua cultura. Sbai: Volete un’altra Saman?
sabato 20 Novembre 9:15 - di Gabriele Alberti


cittadino islamico di origine maroccchina maltratta da anni la moglie, anch’ella marocchina. Vivono in provincia di Perugia. Accade che dopo anni di abusi e percosse la donna prenda il coraggio a quattro mani e vada a denunciarlo alla polizia, Cosa succede? Nulla. Il giudice archivia e lo assolve: è la sua cultura. I comportamenti, «non condivisibili in ottica occidentale», rientrano comunque «nel quadro culturale dei soggetti interessati». E’ un orrore e sta facendo molto discutere la richiesta di archiviazione da parte del pm di Perugia Franco Bettini della denuncia della  donna. Nata in uno sperduto paesino del deserto del Marocco, si era sposata a dicembre del 2014 con un uomo del suo villaggio. Dopo il matrimonio la coppia si trasferisce in Italia, a Tuoro in provincia di Perugia. Hanno tre figli.

Islamico maltratta la moglie e il giudice: “”E’ la sua cultura”

La vicenda è raccontata nei minimi particolari da Libero, che intervista in merito l’ex magistrato Alfredo Mantovano. La donna marocchina ha raccontato alla polizia:  «Quando usciva mi chiudeva in casa e si portava via le chiavi», leggiamo sul quotidiano di Sallusti. “La donna può uscire di casa solo per andare dal medico o in ospedale a partorire. E, una volta nati i figli, per accompagnarli a scuola”. Uno squarcio di vita familiare la dice tutta: «Dopo aver partorito il primo figlio sono rientrata da sola a casa alle 4 e 30 del mattino. Mio marito allora ha preteso che gli preparassi la colazione. Io ero ancora dolorante. Lui mi diede uno schiaffo iniziando a dire che era buona a nulla».

 

Islamico maltratta la moglie, “non sussiste”: le motivazioni della sentenza

Il marito decide di separarsi. E compie l’ultima angheria. “Durante il viaggio in Marocco si porta via i documenti sanitari dei tre figli, mettendo in difficoltà la moglie rimasta in Italia. L’unica fonte di sostentamento per la donna è il bonus per madri senza lavoro erogato dall’Inps: pari a circa 2mila euro”. E’ questo l’elemento  che ha giocato a “sfavore” della donna agli occhi del pm di Perugia. «Non ha segnalato la sua situazione ai servizi sociali, a cui si era rivolta per il ottenere il bonus, pur avendone la possibilità». Quindi la sentenza. “Non sussiste, conclude il pm scrivendo il provvedimento di archiviazione, nel comportamento dell’uomo una tale offensività delle azioni da ingenerare i sentimenti tipici di paura ed ansia.

Alfredo Mantovano: “Le toghe prigioniere del politicamente corretto”

«Questa vicenda sembra una declinazione giudiziaria del politicamente corretto». Duro il commento di Alfredo Mantovano, magistrato di Cassazione, già sottosegretario all’Interno. «Quando l’articolo 3 della Costituzione riconosce eguale dignità a ogni persona senza distinzione di età, sesso, religione significa che l’eguale dignità è un dato così fondante del nostro ordinamento che non può essere incrinato da nessun rispetto di altre culture. Pensi se dovessimo trarne le conseguenze estreme di questa tesi del pm…». Propone una correlazione estrema, ma fino a un certo punto. «A questo punto per una famiglia che intendesse ispirarsi alla cultura maya o azteca sarebbe assolutamente normale fare sacrifici umani. Chiaramente è un discorso estremizzato: ma fino a un certo punto».

Souad Sbai: “Allora non ci lamentiamo per quel che è accaduto a Saman”

«È un fallimento totale. Segna dieci passi indietro per quanto riguarda il diritto e la violenza contro le donne. Ed è una sentenza che rischia di diventare un precedente grave». Souad Sbai, presidente della Onlus “Acmid Donna”, di origine marocchina, ma da 40 anni in Italia, commenta così la richiesta di archiviazione. “È una sentenza discriminatoria. Ha denunciato il sequestro, la violenza, la segregazione. E la risposta è stata questa: nulla. Allora non ci lamentiamo quando accade quello che è accaduto a Saman…”. Le parole del magistato “Sono parole che mi offendono – dice la Sbai – . E offendono anche la nostra cultura di origine. Sono una minoranza i musulmani che indossano il burqa. Io non lo porto. Se domani quell’uomo lapida sua moglie in una piazza, cosa diciamo? Fa parte della sua cultura? Dobbiamo decidere quale legge seguire. Aspettiamo il morto?»

dal sito web: https://www.secoloditalia.it/2021/11/islamico-picchia-e-segrega-in-casa-la-moglie-il-pm-lo-assolve-e-la-sua-cultura-sbai-volete-unaltra-saman/

 

IL COSIDDETTO SISTEMA DEL CODICE ROSSO PRO DONNE A QUESTO PUNTO A COSA SERVE , SE BASTA CONVERTIRSI ALL'ISLAM, PER INDURRE UN GIUDICE PENALE O CIVILE A DECIDERE CHE LA PROPRIA MOGLIE PUO' ESSERE OGGETTO DI MALTRATTAMENTI ANCHE FEROCI E BRUTALI SENZA RISCHIARE , PRATICAMENTE NULLA DI PENALMENTE RILEVANTE ??

DOVE SONO LE FEMMINISTE DI SX CHE NON MI PARE SIANO SCESE IN STRADA PER PROTESTARE CONTRO QUESTA ASSURDA, INIQUA, ABNORME ED INAUDITA SENTENZA PRO PICCHIATORE DI MOGLIE ??

 

VERGOGNA

 

Cuneo,li 22.11.2021

 

Rinaldo

 

 

 
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