ANCORA,PURTROPPO, SULLA GIUSTIZIA ITALIANA MALATA: Ieri sera, tramite il TG 4 DI MEDIASET, ho appreso anch'io che un b...to marocchino avrebbe sequestrato e picchiato ferocemente, maltrattandolo per lunghi mesi , la propria moglie, in modo brutale e disumano, eppure al processo penale il giudice , che per me non può essere considerato un magistrato equilibrato e rispettoso dell'art. 54 della nostra Costituzione, ha avuto l'ardire e la sfrontatezza di assolverlo riconoscendogli impropriamente ed improvvidamente il "DIRITTO" di farlo in "NOME DELLA SUA CULTURA" ex art. 51 del codice penale.con questa sua assurda sentenza il giudice ha ritenuto le sue barbare azioni legittimate e giustificate e quindi lo ha dichiarato NON PUNIBILE ai sensi del codice penale, utilizzando la norma richiamata in modo sbagliato e strumentale che mai potrebbe valere per comportamenti delittuosi motivati dalle norme della propria fede religiosa ovvero dalla propria tradizione ,usi e costumi maturati nel tempo in un PAESE diverso dall'ITALIA.A questo punto, se tale prospettiva, venisse considerata accettabile, mi chiedo a cosa serve lottare per la DIFESA DELLA DONNA con i movimenti sociali e civili ed anche culturali , specialmente di sx, come quelli che si definiscono NO VIOLENZA CONTRO LA DONNA ovvero BASTA VIOLENZA CONTRO LA DONNA ? A nulla, se poi si arriva ad una sentenza di assoluzione vergognosa e scandalosa come quella di cui si parla e contro la quale spero da cittadino e da persona che il PM competente decida immediatamente di appellarla, perchè se passasse in giudicato diverrebbe un segnale bruttissimo e pericolosissimo , in particolare, verso il mondo radicale islamico esistente anche in ITALIA, purtroppo, che spesso basano la propria vita sociale e civile e familiare proprio sul loro CORANO ed anche sulla loro SHARI'AH che sono notoriamente antiemocratiche ed antisociali per quello che prevedono in danno delle donne in generale.Infatti, prima del noto caso della giovane pachistana SAMAN , quasi sicuramente ammazzata dalla famiglia per mano dei suoi congiunti, in ITALIA vi sono stati molti casi di maltrattamenti e segregazioni di sventurate donne e moglie che avevano sposato loro connazionali di fede fondamentalista islamica, con esiti mortali anche tragici.Se "in nome della propria cultura", si può esercitare, impunemente, il DIRITTO a maltrattare la propria moglie, vorrà dire che questo "status" sociale e civile potrà essere acquisito facilmente da ognuno di noi per commettere gli stessi addebiti di cui il marocchino in argomento era oberato , convertendoci semplicemente alla fede islamica.Una volta sposata la fede islamica, infatti, e dopo avere acquisita la cultura radicale originata da tale fede, si potrà , "legittimamente" sequestrare e maltrattare la propria moglie e la propria figlia senza rischiare nulla nel campo penale e civile. Anche questo esempio io lo annovero nei casi di MALA GIUSTIZIA a cui spero, come detto, venga presto posto rimedio in sede di CORTE D'APPELLO e poi di CASSAZIONE eventuale. L'art. 3 della nostra Costituzione afferma che LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, indipendentemente dalla culturale sociale e civile di ognuno di noi:Articolo 3Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. In caso contrario, si creerebbe il KAOS e l'ANARCHIA indiscriminata, entro le ognuno , in nome della propria particolare cultura di gruppo , soprattutto di quella afferente la propria fede religiosa, potrebbe farsi beffa di ogni legge penale ma anche civile di uno Stato democratico compreso il nostro.TEmo, che , però , la strada intrapresa con la sciagurata sentenza di primo grado di cui si parla , sia il frutto delle decisioni finora assunte nei confronti delle donne islamiche aduse a vestire con niqab o burqa che non consentono alcun tipo di riconoscimento immediato da parte della polizia o di terzi, in piena e totale violazione dell'art. 5 della legge nr. 152 del 1975.Infatti, da una ricerca passata fatta in sede di CORTE DI CASSAZIONE ho scoperto che, fino ad una certa data e penso anche di recente, tale GIUDICE SUPREMO non era stato mai interessato da alcun ricorso da parte della difesa di donne islamiche accusate del reato previsto dalla citata norma di ordine e sicurezza pubblica.E la riprova l'ho avuta personalmente , di fronte all'inerzia assunta da molti PM italiani che di fronte alle mie segnalazioni precise di donne sorprese in luogo pubblico vestite nel modo detto, hanno quasi sicuramente deciso di evitare di esercitare l'azione penale che è obbligatoria essendo reato perseguibile d'ufficio, ai sensi della richiamata norma prevista dall'art. 5 della legge nr. 152 del 1975.In pratica, alle donne da me "denunciate", ricordo in particolare, 4 vestite di niqab nero, che un giorno s'erano presentate allo STADIO COMUNALE DI CALCIO di TORINO, senza che nessuna forza di polizia le bloccasse e le incriminasse per il reato conseguente, previo loro foto segnalmento ed acquisizione della prova di reato ex artt. 55 cpp e seguenti, non è stato avviato alcun procedimento penale perchè il PM ed il GIP competente, quasi certamente avevano loro riconosciuto il DIRITTO di vestire anche in pubblico in violazione della norma detta, ritenendo giustificato il loro comportamento in nome della loro culturale religiosa.Ecco i termini della notizia di cui si parla: Venerdì, 19 novembre 2021Giudice assolve marocchino che picchiava la moglie. Il pm aveva chiesto 8 anniLe denunce presentate dalla donna erano fondate, ma il tribunale ha accolto la tesi della difesa
ANCORA,PURTROPPO, SULLA GIUSTIZIA ITALIANA MALATA
ANCORA,PURTROPPO, SULLA GIUSTIZIA ITALIANA MALATA: Ieri sera, tramite il TG 4 DI MEDIASET, ho appreso anch'io che un b...to marocchino avrebbe sequestrato e picchiato ferocemente, maltrattandolo per lunghi mesi , la propria moglie, in modo brutale e disumano, eppure al processo penale il giudice , che per me non può essere considerato un magistrato equilibrato e rispettoso dell'art. 54 della nostra Costituzione, ha avuto l'ardire e la sfrontatezza di assolverlo riconoscendogli impropriamente ed improvvidamente il "DIRITTO" di farlo in "NOME DELLA SUA CULTURA" ex art. 51 del codice penale.con questa sua assurda sentenza il giudice ha ritenuto le sue barbare azioni legittimate e giustificate e quindi lo ha dichiarato NON PUNIBILE ai sensi del codice penale, utilizzando la norma richiamata in modo sbagliato e strumentale che mai potrebbe valere per comportamenti delittuosi motivati dalle norme della propria fede religiosa ovvero dalla propria tradizione ,usi e costumi maturati nel tempo in un PAESE diverso dall'ITALIA.A questo punto, se tale prospettiva, venisse considerata accettabile, mi chiedo a cosa serve lottare per la DIFESA DELLA DONNA con i movimenti sociali e civili ed anche culturali , specialmente di sx, come quelli che si definiscono NO VIOLENZA CONTRO LA DONNA ovvero BASTA VIOLENZA CONTRO LA DONNA ? A nulla, se poi si arriva ad una sentenza di assoluzione vergognosa e scandalosa come quella di cui si parla e contro la quale spero da cittadino e da persona che il PM competente decida immediatamente di appellarla, perchè se passasse in giudicato diverrebbe un segnale bruttissimo e pericolosissimo , in particolare, verso il mondo radicale islamico esistente anche in ITALIA, purtroppo, che spesso basano la propria vita sociale e civile e familiare proprio sul loro CORANO ed anche sulla loro SHARI'AH che sono notoriamente antiemocratiche ed antisociali per quello che prevedono in danno delle donne in generale.Infatti, prima del noto caso della giovane pachistana SAMAN , quasi sicuramente ammazzata dalla famiglia per mano dei suoi congiunti, in ITALIA vi sono stati molti casi di maltrattamenti e segregazioni di sventurate donne e moglie che avevano sposato loro connazionali di fede fondamentalista islamica, con esiti mortali anche tragici.Se "in nome della propria cultura", si può esercitare, impunemente, il DIRITTO a maltrattare la propria moglie, vorrà dire che questo "status" sociale e civile potrà essere acquisito facilmente da ognuno di noi per commettere gli stessi addebiti di cui il marocchino in argomento era oberato , convertendoci semplicemente alla fede islamica.Una volta sposata la fede islamica, infatti, e dopo avere acquisita la cultura radicale originata da tale fede, si potrà , "legittimamente" sequestrare e maltrattare la propria moglie e la propria figlia senza rischiare nulla nel campo penale e civile. Anche questo esempio io lo annovero nei casi di MALA GIUSTIZIA a cui spero, come detto, venga presto posto rimedio in sede di CORTE D'APPELLO e poi di CASSAZIONE eventuale. L'art. 3 della nostra Costituzione afferma che LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, indipendentemente dalla culturale sociale e civile di ognuno di noi:Articolo 3Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. In caso contrario, si creerebbe il KAOS e l'ANARCHIA indiscriminata, entro le ognuno , in nome della propria particolare cultura di gruppo , soprattutto di quella afferente la propria fede religiosa, potrebbe farsi beffa di ogni legge penale ma anche civile di uno Stato democratico compreso il nostro.TEmo, che , però , la strada intrapresa con la sciagurata sentenza di primo grado di cui si parla , sia il frutto delle decisioni finora assunte nei confronti delle donne islamiche aduse a vestire con niqab o burqa che non consentono alcun tipo di riconoscimento immediato da parte della polizia o di terzi, in piena e totale violazione dell'art. 5 della legge nr. 152 del 1975.Infatti, da una ricerca passata fatta in sede di CORTE DI CASSAZIONE ho scoperto che, fino ad una certa data e penso anche di recente, tale GIUDICE SUPREMO non era stato mai interessato da alcun ricorso da parte della difesa di donne islamiche accusate del reato previsto dalla citata norma di ordine e sicurezza pubblica.E la riprova l'ho avuta personalmente , di fronte all'inerzia assunta da molti PM italiani che di fronte alle mie segnalazioni precise di donne sorprese in luogo pubblico vestite nel modo detto, hanno quasi sicuramente deciso di evitare di esercitare l'azione penale che è obbligatoria essendo reato perseguibile d'ufficio, ai sensi della richiamata norma prevista dall'art. 5 della legge nr. 152 del 1975.In pratica, alle donne da me "denunciate", ricordo in particolare, 4 vestite di niqab nero, che un giorno s'erano presentate allo STADIO COMUNALE DI CALCIO di TORINO, senza che nessuna forza di polizia le bloccasse e le incriminasse per il reato conseguente, previo loro foto segnalmento ed acquisizione della prova di reato ex artt. 55 cpp e seguenti, non è stato avviato alcun procedimento penale perchè il PM ed il GIP competente, quasi certamente avevano loro riconosciuto il DIRITTO di vestire anche in pubblico in violazione della norma detta, ritenendo giustificato il loro comportamento in nome della loro culturale religiosa.Ecco i termini della notizia di cui si parla: Venerdì, 19 novembre 2021Giudice assolve marocchino che picchiava la moglie. Il pm aveva chiesto 8 anniLe denunce presentate dalla donna erano fondate, ma il tribunale ha accolto la tesi della difesa