PENSANDO ALLA POLITICA "SPORCA" ED INCAPACE DI OGGI, LA VISIONE DI IERI SERA SU RAI STORIA TV DELLE VICENDE LEGATE AL MITICO IMPERATORE VESPASIANO, MI HA IRRITATO MOLTISSIMO , CONSIDERANDO L'ENORME DISLIVELLO MORALE, PROFESSIONALE E CULTURALE ESISTENTE FRA I NOSTRI ANTICHI ASCENDENTI RISPETTO AGLI ATTUALI POLITICANTI CHE HANNO LA PRESUNZIONE DI GUIDARCI E DIRIGERCI, BEN CONOSCENDO CHE MAI E POI MAI ESSI SARANNO ALL'ALTEZZA DEI TANTI SOGGETTI ROMANI CHE FECERO GRANDE ROMA SOPRATTUTTO CON LE LORO GRANDISSIME OPERE ANCORA OGGI CAPACI DI FARSI AMMIRARE IN TUTTA LA LORO BELLEZZA, IN UN MONDO DAVVERO AMPLISSIMO E MOLTO VARIEGATO DEL PASSATO.ECCO, LA STORIA PERSONALE DI UNO DEI TANTI GRANDI PERSONAGGI DELLA ROMA ANTICA, E' SICURAMENTE L'IMPERATORE TITO FLAVIO VESPASIANO CHE MOLTI, PROBABILMENTE, RICORDANO SOLO PER L'IDEA DI IMPIANTARE I SUOI ORINATOI PUBBLICI, MENTRE FU DAVVERO UN GRANDISSIMO POLITICO E GENERALE CHE SEPPE AUMENTARE LA CAPACITA' DI CONQUISTA IN TERMINI DI POTENZA E DI BENESSERE DELL'IMPERO ROMANO.MOLTI POLITICI DOVREBBERO LEGGERSI O RILEGGERSI CIO' CHE QUESTO SOGGETTO, PARTENDO DA UMILI ORIGINI, RIUSCI' A REALIZZARE DURANTE LA SUA VITA.ECCO LA SUA BIOGRAFIA CHE DOVREBBE ESSERE PORTATA A CONOSCENZA IN TUTTE LE SCUOLE PUBBLICHE IN MODO SERRATO E SERIO: Biografia dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano: vita e principatoLa biografia di Tito Flavio Vespasiano, nono imperatore romano, capostipite della dinastia Flavia (dopo l’estinzione con Nerone di quella Giulio-Claudia), in carica tra il 69 e il 79 d.C. L'ascesa di Vespasiano è un elemento di novità: egli è infatti un homo novus, non appartenendo ad una famiglia del ceto aristocratico e senatoriale romano.di Redazione16 Novembre 2021di Giacomo ScappaticciLe origini di Tito Flavio VespasianoVespasiano nasce in Sabina a Falacrinae (odierna Cittareale in provincia di Rieti) il 17 novembre del 9 d.C. da una famiglia di ordine equestre: il nonno Tito Flavio Petrone era stato centurione nell’esercito di Pompeo Magno ed era poi divenuto esattore delle tasse e argentarius (una sorta di banchiere), mestiere ereditato poi dal padre di Vespasiano, Tito Flavio Sabino, il quale si era avvicinato alla nobilitas romana grazie al matrimonio con la madre di Vespasiano, Vespasia Polla, sorella di un senatore e figlia di un militare di alto rango (già il loro primo figlio, Tito Flavio Sabino, era divenuto praefectus urbi).Dopo aver osteggiato la carriera politica per alcuni anni inizia a scalare le cariche del cursus honorum divenendo, grazie alla parentela della madre, tribuno laticlavio tra il 30 e il 33, poi questore a Creta nel 34, in seguito edile nel 38 e infine pretore nel 40.In questi anni sposa Flavia Domitilla Maggiore da cui ha i due figli, Tito e Domiziano, entrambi futuri imperatori; la moglie e la figlia Flavia muoiono, però, mentre è in carica come edile. Vespasiano prosegue poi la carriera militare distinguendosi come comandante durante la campagna per la conquista della Britannia condotta da Aulo Plauzio durante il regno di Claudio e nel 51 diventa console suffetto. Infine, prima di essere inviato da Nerone nel 66 a sedare la rivolta giudaica, è governatore dell’Africa proconsolare.Durante la guerra giudaica e in particolare nel 67 si svolge l’assedio di Iotapata le cui truppe giudaiche asserragliate all’interno erano al comando di Giuseppe che, salvatosi dal suicidio collettivo messo in atto da soldati e abitanti della città per non cadere in mani romane (peraltro con uno stratagemma complesso oggi noto in ambito matematico come Problema di Giuseppe), sarebbe stato liberato proprio da Vespasiano dopo avergli predetto la sua futura nomina ad imperatore.L’uomo diviene quindi Flavio Giuseppe e sarà un importante storico di cui peraltro si conserva quasi l’intero corpus di opere tra cui Guerra giudaica, la principale fonte scritta su questo conflitto, di cui di seguito riportiamo un passaggio in cui l’autore descrive meravigliato la potenza dell’esercito romano:“Riguardo alla loro organizzazione militare, i romani hanno questo grande impero come premio del loro valore, non come dono della fortuna. Non è infatti la guerra che li inizia alle armi e neppure solo nel momento dei bisogno che essi la conducono […], al contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano, poiché non interrompono mai l’addestramento, né stanno ad attendere di essere attaccati. Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento, tanto che ogni giorno tutti i soldati si esercitano con il massimo dell’ardore, come se fossero in guerra costantemente. Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la massima calma; nessun panico li fa uscire dai ranghi, nessuna paura li vince, nessuna fatica li affligge, portandoli così, sempre, ad una vittoria sicura contro i nemici […]. Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre, battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.” (Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, III)Vespasiano: l’anno dei quattro imperatoriAlla morte dell’imperatore Nerone nel 68 d.C. si apre un periodo di guerre civili di circa un anno, noto come “Anno dei Quattro Imperatori”. Il primo a succedergli è Servio Sulpicio Galba, un anziano e austero senatore, che sale al potere l’8 giugno ma viene ben presto assassinato dagli stessi pretoriani, che ne avevano favorito l’elezione insieme al senato, poiché si rifiuta di pagare ad essi il donativo promesso.Al suo posto il 15 gennaio viene posto Otone il quale riprende una politica più favorevole al ceto equestre, rendendosi presto inviso ai senatori. Al contempo le legioni stanziate sul limes germanico acclamano il generale Vitellio che scende in Italia e sconfigge Otone a Bedriaco, vicino Cremona; quest’ultimo si suicida subito dopo la battaglia e il 17 aprile Vitellio prende il suo posto.Sui momenti successivi alla fine della battaglia di Bedriaco abbiamo un celebre passo di Svetonio, con cui l’autore intende denigrare Vitellio, dipingendolo come un personaggio dall’animo spregevole:“Quando visitò i campi dove si era combattuto, mentre non pochi inorridivano al lezzo dei cadaveri in decomposizione, egli ebbe l’ardire di rincuorarli con questa battuta spregevole: «Ha sempre un buonissimo odore il nemico ucciso, meglio ancora se è un concittadino». Però, per l’orribile fetore, bevve davanti a tutti una gran sorsata di vino, e vino fece distribuire agli astanti.” (Svetonio, Vite dei Cesari, Vitellio 10)Già il 1 luglio però le legioni orientali e quelle d’Egitto acclamano imperatore Tito Flavio Vespasiano, in quel momento stanziato ad Alessandria, dove sta reprimendo la rivolta giudaica nel corso di quella che sarà ricordata poi come Prima Guerra Giudaica, iniziata nel 66 d.C. e arrivata quasi alle battute finali (resta infatti solo la conquista di Gerusalemme per porvi fine); Vespasiano decide di lasciare al figlio Tito la conclusione della guerra e di marciare contro Vitellio mentre anche le legioni danubiane, precedentemente schierate con Otone, passano dalla sua parte.
LA POTENZA DI ROMA ANTICA E LE MESCHINITA' DELL'ITALIA DI OGGI GUIDATA DA POLITICI DI NESSUN VALORE SOSTANZIALE E POSITIVO.
PENSANDO ALLA POLITICA "SPORCA" ED INCAPACE DI OGGI, LA VISIONE DI IERI SERA SU RAI STORIA TV DELLE VICENDE LEGATE AL MITICO IMPERATORE VESPASIANO, MI HA IRRITATO MOLTISSIMO , CONSIDERANDO L'ENORME DISLIVELLO MORALE, PROFESSIONALE E CULTURALE ESISTENTE FRA I NOSTRI ANTICHI ASCENDENTI RISPETTO AGLI ATTUALI POLITICANTI CHE HANNO LA PRESUNZIONE DI GUIDARCI E DIRIGERCI, BEN CONOSCENDO CHE MAI E POI MAI ESSI SARANNO ALL'ALTEZZA DEI TANTI SOGGETTI ROMANI CHE FECERO GRANDE ROMA SOPRATTUTTO CON LE LORO GRANDISSIME OPERE ANCORA OGGI CAPACI DI FARSI AMMIRARE IN TUTTA LA LORO BELLEZZA, IN UN MONDO DAVVERO AMPLISSIMO E MOLTO VARIEGATO DEL PASSATO.ECCO, LA STORIA PERSONALE DI UNO DEI TANTI GRANDI PERSONAGGI DELLA ROMA ANTICA, E' SICURAMENTE L'IMPERATORE TITO FLAVIO VESPASIANO CHE MOLTI, PROBABILMENTE, RICORDANO SOLO PER L'IDEA DI IMPIANTARE I SUOI ORINATOI PUBBLICI, MENTRE FU DAVVERO UN GRANDISSIMO POLITICO E GENERALE CHE SEPPE AUMENTARE LA CAPACITA' DI CONQUISTA IN TERMINI DI POTENZA E DI BENESSERE DELL'IMPERO ROMANO.MOLTI POLITICI DOVREBBERO LEGGERSI O RILEGGERSI CIO' CHE QUESTO SOGGETTO, PARTENDO DA UMILI ORIGINI, RIUSCI' A REALIZZARE DURANTE LA SUA VITA.ECCO LA SUA BIOGRAFIA CHE DOVREBBE ESSERE PORTATA A CONOSCENZA IN TUTTE LE SCUOLE PUBBLICHE IN MODO SERRATO E SERIO: Biografia dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano: vita e principatoLa biografia di Tito Flavio Vespasiano, nono imperatore romano, capostipite della dinastia Flavia (dopo l’estinzione con Nerone di quella Giulio-Claudia), in carica tra il 69 e il 79 d.C. L'ascesa di Vespasiano è un elemento di novità: egli è infatti un homo novus, non appartenendo ad una famiglia del ceto aristocratico e senatoriale romano.di Redazione16 Novembre 2021di Giacomo ScappaticciLe origini di Tito Flavio VespasianoVespasiano nasce in Sabina a Falacrinae (odierna Cittareale in provincia di Rieti) il 17 novembre del 9 d.C. da una famiglia di ordine equestre: il nonno Tito Flavio Petrone era stato centurione nell’esercito di Pompeo Magno ed era poi divenuto esattore delle tasse e argentarius (una sorta di banchiere), mestiere ereditato poi dal padre di Vespasiano, Tito Flavio Sabino, il quale si era avvicinato alla nobilitas romana grazie al matrimonio con la madre di Vespasiano, Vespasia Polla, sorella di un senatore e figlia di un militare di alto rango (già il loro primo figlio, Tito Flavio Sabino, era divenuto praefectus urbi).Dopo aver osteggiato la carriera politica per alcuni anni inizia a scalare le cariche del cursus honorum divenendo, grazie alla parentela della madre, tribuno laticlavio tra il 30 e il 33, poi questore a Creta nel 34, in seguito edile nel 38 e infine pretore nel 40.In questi anni sposa Flavia Domitilla Maggiore da cui ha i due figli, Tito e Domiziano, entrambi futuri imperatori; la moglie e la figlia Flavia muoiono, però, mentre è in carica come edile. Vespasiano prosegue poi la carriera militare distinguendosi come comandante durante la campagna per la conquista della Britannia condotta da Aulo Plauzio durante il regno di Claudio e nel 51 diventa console suffetto. Infine, prima di essere inviato da Nerone nel 66 a sedare la rivolta giudaica, è governatore dell’Africa proconsolare.Durante la guerra giudaica e in particolare nel 67 si svolge l’assedio di Iotapata le cui truppe giudaiche asserragliate all’interno erano al comando di Giuseppe che, salvatosi dal suicidio collettivo messo in atto da soldati e abitanti della città per non cadere in mani romane (peraltro con uno stratagemma complesso oggi noto in ambito matematico come Problema di Giuseppe), sarebbe stato liberato proprio da Vespasiano dopo avergli predetto la sua futura nomina ad imperatore.L’uomo diviene quindi Flavio Giuseppe e sarà un importante storico di cui peraltro si conserva quasi l’intero corpus di opere tra cui Guerra giudaica, la principale fonte scritta su questo conflitto, di cui di seguito riportiamo un passaggio in cui l’autore descrive meravigliato la potenza dell’esercito romano:“Riguardo alla loro organizzazione militare, i romani hanno questo grande impero come premio del loro valore, non come dono della fortuna. Non è infatti la guerra che li inizia alle armi e neppure solo nel momento dei bisogno che essi la conducono […], al contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano, poiché non interrompono mai l’addestramento, né stanno ad attendere di essere attaccati. Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento, tanto che ogni giorno tutti i soldati si esercitano con il massimo dell’ardore, come se fossero in guerra costantemente. Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la massima calma; nessun panico li fa uscire dai ranghi, nessuna paura li vince, nessuna fatica li affligge, portandoli così, sempre, ad una vittoria sicura contro i nemici […]. Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre, battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.” (Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, III)Vespasiano: l’anno dei quattro imperatoriAlla morte dell’imperatore Nerone nel 68 d.C. si apre un periodo di guerre civili di circa un anno, noto come “Anno dei Quattro Imperatori”. Il primo a succedergli è Servio Sulpicio Galba, un anziano e austero senatore, che sale al potere l’8 giugno ma viene ben presto assassinato dagli stessi pretoriani, che ne avevano favorito l’elezione insieme al senato, poiché si rifiuta di pagare ad essi il donativo promesso.Al suo posto il 15 gennaio viene posto Otone il quale riprende una politica più favorevole al ceto equestre, rendendosi presto inviso ai senatori. Al contempo le legioni stanziate sul limes germanico acclamano il generale Vitellio che scende in Italia e sconfigge Otone a Bedriaco, vicino Cremona; quest’ultimo si suicida subito dopo la battaglia e il 17 aprile Vitellio prende il suo posto.Sui momenti successivi alla fine della battaglia di Bedriaco abbiamo un celebre passo di Svetonio, con cui l’autore intende denigrare Vitellio, dipingendolo come un personaggio dall’animo spregevole:“Quando visitò i campi dove si era combattuto, mentre non pochi inorridivano al lezzo dei cadaveri in decomposizione, egli ebbe l’ardire di rincuorarli con questa battuta spregevole: «Ha sempre un buonissimo odore il nemico ucciso, meglio ancora se è un concittadino». Però, per l’orribile fetore, bevve davanti a tutti una gran sorsata di vino, e vino fece distribuire agli astanti.” (Svetonio, Vite dei Cesari, Vitellio 10)Già il 1 luglio però le legioni orientali e quelle d’Egitto acclamano imperatore Tito Flavio Vespasiano, in quel momento stanziato ad Alessandria, dove sta reprimendo la rivolta giudaica nel corso di quella che sarà ricordata poi come Prima Guerra Giudaica, iniziata nel 66 d.C. e arrivata quasi alle battute finali (resta infatti solo la conquista di Gerusalemme per porvi fine); Vespasiano decide di lasciare al figlio Tito la conclusione della guerra e di marciare contro Vitellio mentre anche le legioni danubiane, precedentemente schierate con Otone, passano dalla sua parte.