LA DEMOCRAZIA

LA STORIA DI ADAMO ED EVIA E DI NOE': COME HANNO FATTO A POPOLARE LA TERRA ?


 QUALI SONO I VERI LIMITI SOGGETTIVI ED OGGETTIVI DELLE NARRAZIONI BIBLICHE RISPETTO A CERTI FATTI CHE APPAIONO SERIAMENTE IMPOSSIBILI CHE SI SIANO VERIFICATI VERAMENTE ?  PER ESEMPIO CASO DELLA FAMIGLIA DI ADAMO ED EVA.  COME HA FATTO A POPOLARE LA TERRA , VISTO CHE AD UN CERTO PUNTO IL LORO FIGLIO CAINO HA AMMAZZATO ABELE E QUINDI SONO RIMASTI SOLTANTO IN QUATRO SOGGETTI UMANI A SVILUPPARE NUOVA VITA ?  CON CHI IL MALEDETTO CAINO HA POTUTO SPOSARSI ED AVERE FIGLI ? FORSE ADAMO ED EVA HANNO AVUTO ALTRI FIGLI FRA CUI FEMMINE CHE SI SONO ACCOPPIATI CON I LORO FRATELLI MASCHI ? E’ L’UNICA SPIEGAZIONE LOGICA POSSIBILE , VISTO CHE AL PRINCIPIO C’ERANO SOLO LORO COME INDIVIDUI INDICATI DALLA GENESI BIBLICA. ECCONE LE FONTI BIBLICHE: La storia di Adamo ed Eva8 Agosto 2019  Chi non conosce la storia di Adamo ed Eva, il primo uomo e la prima donna? Ma siamo poi così sicuri di conoscerla davvero? Ricordiamo insieme la storia di tutte le storie. Eva e Adamo sono considerati dai cattolici i progenitori di tutto il genere umano. La loro storia ci viene raccontata fin da quando siamo bambini, ed è bella e terribile, perché racconta dell’immenso amore di Dio, che scelse di creare queste due creature speciali per far loro dono del mondo meraviglioso appena scaturito dalle sue mani, ma racconta anche del peccato originale e di come il primo uomo e la prima donna delusero il loro Padre, meritando di essere cacciati dal suo Paradiso.Ma la storia di Adamo ed Eva nasconde in sé significati molto più profondi, che meritano sicuramente un esame più accurato. Ci basti pensare al fatto che accettare la loro esistenza significa riconoscere che tutta l’umanità discende dalla stessa coppia, e dunque che siamo tutti un’unica grande famiglia. Un concetto non indifferente, soprattutto in tempi in cui l’amore, la fratellanza e la misericordia vengono messi costantemente in discussione.Vale dunque la pena soffermarci un momento su questa storia antica e affascinante, sui significati che nasconde, e che sono alla base della dottrina cattolica fin dalle sue origini. Concetti come il peccato originale e la mela del peccato hanno condizionato e regolato la vita di innumerevoli uomini e donne nel corso dei millenni, e ancora oggi noi viviamo il retaggio di quella colpa, di quel marchio d’infamia che ha segnato l’umanità tutta, e che solo il sacrificio di Gesù ha potuto rimettere in discussione. ELEMENTI INFORMATIVI IN STRALCIO TRATTI DAL SITO WEB:https://www.holyart.it/blog/articoli-religiosi/la-storia-adamo-ed-eva/  E POI ALTRO CASO, QUELLO RIFERITO A NOE’. COME HA FATTO LA FAMIGLIA DI NOE’ , DOPO IL DRAMMATICO DILUVIO UNIVERSALE CHE HA SPAZZATO VIA TUTTI GLI ESSERI UMANI ED ANCHE LA FAUNA E LA FLORA A RIPRENDERE VIGORE E DIFFONDERSI DI NUOVO SULLA TERRA, CONSIDERATO CHE LA FAMIGLIA DI NOE’ ERA COMPOSTA SOLTANTO DA: NOE’ PADRE, MADRE, DUE FIGLI CON LE RISPETTIVE CONSORTI . E RISPETTO ALLA FAUNA, NOE’ , COME SI LEGGE NELLA SACRA BIBBIA, AVEVA SALVATO SOLO UNA COPPIA DI SPECIE ANIMALI ESISTENTE AL SUO TEMPO IN NATURA.  INFATTI, LA SCIENZA DEMOGRAFICA, AFFERMA CHE SE UN POPOLO SCENDE SOTTO UN CERTO LIVELLO DEMOGRAFICO ESSO E’ SICURAMENTE A RISCHIO DI ESTINZIONE. PER ESEMPIO IL POPOLO DEI NUKAK , COME DA RELAZIONE SEGUENTE, SONO IN VIA DI ESTINZIONE PER I MOTIVI SPIEGATI NELLO STESSO DOCUMENTO.  Popoli del mondo: dalla Colombia, i Nukakcondividi su:Molti sono i popoli del mondo con uno stile di vita assolutamente diverso dal nostro. Tra questi vi vogliamo raccontare dei Nukak, che vivono tra i fiumi Guaviare e Inirida, nella Colombia sud orientale. Sono uno dei sei gruppi di cacciatori-raccoglitori nomadi conosciuti come “Maku” e vivono alle sorgenti del bacino amazzonico nord-occidentale.I Nukak vivono tradizionalmente in piccoli gruppi composti da nove-trenta persone nelle parti più remote e fitte della foresta, lontano dai fiumi. Si spostano in continuazione e non restano mai in uno stesso posto per più di pochi giorni.Dato il loro intenso nomadismo, non possono che possedere poche cose, facilmente trasportabili. In pochi istanti riescono ad arrotolare le amache, fatte di fibre vegetali, a riporle nei loro zaini artigianali insieme ai vasi e ai pochi oggetti che possiedono, e ad andarsene via velocemente.Popoli dal mondo: i Nukak, cacciatori espertiI Nukak sono cacciatori esperti. Ogni famiglia ha il suo focolare che è usato non solo per cucina e riscaldasi, ma anche per bruciarvi le erbe che allontanano le zanzare di notte.I Nukak mangiano pesce, selvaggina, tartarughe, frutta, verdura, noci, insetti e miele.Gli uomini cacciano con le cerbottane e le loro frecce sono intinte nel curaro, un veleno ricavato da cinque piante diverse.Popoli dal mondo: i Nukak, contatto con il mondo esternoI Nukak hanno evitato ogni contatto regolare con il mondo esterno fino al 1998, quando un gruppo di circa quaranta persone fece la sua inaspettata comparsa a Calamar, una cittadina appena fondata dai coloni.Nonostante fossero in quello che consideravano il loro territorio ancestrale, il loro arrivo improvviso a Calamar suscitò scalpore sulla stampa nazionale e internazionale.Ma le conseguenze del contatto fisico regolare furono disastrose. Negli anni a seguire, anche a causa dell’invasione della loro terra da parte di disboscatori e coltivatori di coca, il numero dei Nukak esposti al contatto con gli esterni crebbe e molti furono devastati da malattie come la malaria e l’influenza.Complessivamente, morì più della metà dell’intera tribù.Popoli dal mondo: i Nukak a rischio estinzioneI nomadi Nukak sopravviveranno solo se potranno utilizzare la loro terra in modo adeguato al loro stile di vita.I Nukak sono una delle almeno 32 tribù della Colombia ritenute a “imminente rischio d’estinzione” dall’organizzazione nazionale dei popoli indigeni del paese, l’ONIC.Queste tribù, tra cui i Wipiwi, gli Amorúa e i Wachina, soffrono a causa del conflitto armato che insanguina la Colombia, dell’indifferenza del governo e dell’invasione del loro territorio ricco di risorse naturali.L’ONIC ha lanciato una campagna internazionale con il sostegno di Survival e di altre organizzazioni, per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica sulla difficile condizione della tribù.  ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB: https://www.viaggidellosciamano.com/2018/06/20/popoli-del-mondo-dalla-colombia-i-nukak/  E SAREBBERO ANCHE A RISCHIO ESTINZIONE LE GENTI DELLA BULGARIA: ECCONE IL DRAMMATICO ALLARME LANCIATO NEL 2006, DALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA DI QUELLO STATO EUROPEO: E' sceso in campo addirittura il Presidente Parvanov. I 'bulgari etnici' farebbero pochi figli. Per alcuni a rischio la crescita economica, altri paventano invece l'avanzata inarrestabile della comunità turca e rom. In Bulgaria angoscia demografica14/02/2006 -  Francesco Martino SofiaI Bulgari diventano ogni anno di meno a causa di bassa natalità, alta mortalità e forte migrazione all'estero. Ultimamente alcune stime si sono spinte a delineare il pericolo che, in qualche decennio, i "bulgari etnici" potrebbero diventare una minoranza nel loro stesso paese, sopravanzati dalla minoranza turca e soprattutto da quella rom, i cui alti tassi di natalità vengono avvertiti da molti come una latente minaccia all'integrità dello stato.Ad inizio gennaio il Presidente della Repubblica Georgi Parvanov ha convocato le principali cariche istituzionali del paese ad una riunione del Comitato Consultivo sulla Sicurezza Nazionale, dedicata interamente al tema."I dati sulla crisi demografica nel nostro paese sono molto più preoccupanti di quelli relativi ad altri paesi europei, e tale processo di crisi ha assunto ormai le vesti di un vero problema per la nostra sicurezza nazionale", ha dichiarato Parvanov all'apertura della riunione, aggiungendo poi che "la formulazione di una strategia demografica non può essere lasciata solo agli esperti, ma deve diventare oggetto di un'ampia discussione politica".Alla fine della riunione il Presidente ha annunciato "una serie di misure urgenti", insistendo sul miglioramento delle condizioni sanitarie, sull'importanza del processo di istruzione e dando il via ai lavori per una strategia demografica a lungo termine, da preparare entro la fine dell'anno.Ma i bulgari sono davvero un popolo in estinzione? La discussione è aperta, e non tutti sembrano essere preoccupati dalle catastrofiche previsioni che hanno riempito le pagine dei giornali.Alcuni datiTre sono le principali cause della diminuzione della popolazione bulgara, che dal 1990 al 2004 è diminuita di 910mila unità, arrivando a contare oggi circa 7 milioni 700mila abitanti.La prima è un accentuato calo del tasso di natalità. Dai 25,2 bambini ogni mille abitanti del 1950, siamo arrivati oggi a 9,6. Gli anni tra il 1989 e il 1997 hanno segnato un vero tracollo del numero di figli per donna, passato da 1,87 a 1,12. Questo dato non è però valido per tutte le comunità del paese. Se il numero di figli è diminuito gradualmente anche per le famiglie turche e quelle rom, questo rimane comunque nettamente più alto rispetto a quello dei "bulgari etnici".La seconda causa risiede nella crescita del tasso di mortalità, che nel 2004 è arrivato a 14,2 decessi ogni mille abitanti, risultato che in Europa è superato soltanto dalle repubbliche ex-sovietiche. Oltre che all'invecchiamento della popolazione, questo è dovuto anche ad un preoccupante tasso di mortalità infantile, nettamente superiore a quello medio europeo.L'ultima causa è da ricercare nel flusso migratorio che, dalla fine del regime comunista, ha portato quasi 700mila bulgari, tra cui moltissimi giovani con alto livello di istruzione, a lasciare il proprio paese in cerca di condizioni di vita migliori.Secondo il rapporto 2004 dell'UNDP, l'Agenzia per lo sviluppo delle Nazioni Unite, "la Bulgaria è uno degli stati dell'Europa orientale con un evidente declino demografico".Pareri controSe i dati sono condivisi, la loro interpretazione è invece soggetta ad interpretazioni anche molto contrastanti."Nel 2050, se non facciamo qualcosa per fermare questa tendenza, ci sarà un giovane ogni quattro anziani" ha dichiarato al quotidiano "Standart" il sociologo Mihail Mirchev, membro del neonato Consiglio consultivo per le questioni demografiche. "Diventiamo troppo pochi" ha aggiunto Mirchev, "e questa situazione porterà la nazione ad una crisi profonda e irreversibile".Secondo i pessimisti, il calo della popolazione porterà alla crisi economica, visto che la popolazione in età lavorativa, numericamente ridotta e oberata dal peso delle vecchie generazioni, non sarà in grado di reggere la competizione mondiale.C'è chi invece legge il cambiamento della struttura demografica del paese come un normale processo legato allo sviluppo economico e sociale, carico non solo di pericoli ma anche di sensibili miglioramenti nello standard di vita"Non esiste nessuna crisi demografica, questo si chiama progresso", scrive in un lungo editoriale Svetla Kostadinova, membro dell'"Istituto per l'economia di mercato" . Secondo la Kostadinova il fenomeno della migrazione ormai si è ridotto, mentre le rimesse degli emigranti rappresentano un flusso di capitali verso il paese inferiore soltanto agli investimenti esteri diretti.I catastrofisti, continua la Kostadinova, dimenticano che l'invecchiamento della popolazione è dovuto ad un processo positivo, l'allungamento della vita, e che alla base della diminuzione delle nascite c'è sia l'aumento dei giovani che studiano fino alla laurea che della percentuale delle donne nella popolazione lavorativa.ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB: https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bulgaria/I-bulgari-un-popolo-in-estinzione-32347  DUNQUE , COME HANNO FATTO NOE’ E LA SUA FAMIGLIA A RIPOPOLARE CON SOLE SEI CREATURE DI DIO A RIPOPOLARE LA TERRA CON MILIONI DI ALTRI INDIVIDUI ? E STESSA COSA DICASI PER LA FAUNA.  C’E’ QUALCUNO IN GRADO DI SPIEGARE I SIGNIFICATI MISTERIOSI INSITI NEL RACCONTO BIBLICO DELL’ALLUVIONE DISPOSTA DA DIO CONTRO L’UMANITA’ CHE AVEVA VIOLATO SISTEMATICAMENTE LE SUE DIRETTIVE E LA SUA VOLONTA’ , DECIDENDO , ALLA FINE , DI SPAZZARLA VIA PER SEMPRE DALLA FACCIA DELLA TERRA ? ECCO IL RACCONTO BIBLICO SU NOE’ E LA SUA FAMIGLIA Gesù, Noè e il diluvio. Lettura esegetica basata sulle fonti rabbinicheUn APPROFONDIMENTO DEL VANGELO della I domenica di Avvento (Matteo 24,37-44: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo…”), confrontato col racconto di Genesi 6,17-22. A cura di Giulio MicheliniGenesi 6,17-22 – [Dio disse a Noè:] «Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c’è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. Degli uccelli, secondo la loro specie, del bestiame, secondo la propria specie, e di tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie, due di ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e fanne provvista: sarà di nutrimento per te e per loro». Noè eseguì ogni cosa come Dio gli aveva comandato: così fece. La storia di Noè occupa i capitoli 6–9 del libro della Genesi. Nella logica del racconto, Noè entra sulla scena per due motivi principali. Come si legge in Genesi 6,5, Dio vede il male compiuto dagli esseri umani, e decide di cancellarli dalla faccia della terra: l’autore sacro ci dice addirittura che il Signore si pentì di avere creato l’uomo. Noè, però – e siamo alla seconda ragione per cui la storia di Noè e della sua famiglia viene narrata – era un uomo «giusto» e «integro» (Genesi 6,8): per la sua rettitudine sopravvive al diluvio, lui con la sua famiglia.In questa storia, ci colpisce anzitutto l’atteggiamento di Dio. Anche se viene in un primo tempo ritratto come dispiaciuto per avere creato l’essere umano (dunque, non come un Dio non immobile o impassibile, ma deluso dall’uomo, ferito nei suoi affetti, e capace di cambiare idea), dopo avere quasi distrutto l’umanità, promette di non alzare più la mano contro di essa e contro la terra (Genesi 8,21-22); l’arcobaleno, così, diventa il segno della prima alleanza tra Dio e l’Uomo, sigillata unilateralmente da parte del primo nella forma di un arco – strumento da lancio e arma per uccidere – riposto a terra perché non venga mai più usato. A guardare bene, tutto il racconto del diluvio dice che l’umanità non è distrutta, non si estingue dal mondo; anzi, ad essa è data una nuova opportunità, una nuova ripresa, che avrà come protagonisti la famiglia di Noè ma anche, secondo il progetto che Dio aveva già all’inizio della creazione, tutti i popoli della terra (elencati nelle tavole del cap. 10 di Genesi), e, infine, Abramo e la sua discendenza (Genesi 12). In questo modo, la cura di Dio nei confronti dell’umanità peccatrice si risolve non nell’eliminazione di essa, ma nel lavacro delle colpe da questa compiute.Il peccato infatti aveva ormai portato la terra a una intollerabile impurità, che aveva come conseguenza la mescolanza di piani e il sovvertimento dell’ordine che il Dio della giustizia (Elohim, visto secondo questo attributo, rispetto all’altra caratteristica, la misericordia, che la sinagoga vede invece nel nome Yhwh) aveva voluto mentre creava il mondo. In particolare, secondo quanto commenta la tradizione giudaica, le relazioni sessuali che intercorrevano tra persone della generazione antidiluviana – alle quali allude anche Gesù nell’ultimo suo discorso (Matteo 24,37-39; cfr. Luca 17,26-27) – erano corrotte e la malvagità degli uomini era arrivata a comportamenti osceni: addirittura, pensavano i rabbini, anche allo scambio delle mogli e all’unione dei letti, fino all’accoppiamento con le bestie e alla dispersione del seme per non generare. Ecco perché la terra dovette essere purificata dall’acqua. Come Adamo accettò – dopo il suo peccato, secondo l’antico apocrifo Vita di Adamo ed Eva (6) – la pena di stare nel Giordano per quarantasette giorni (quaranta più i giorni necessari alla creazione) nella speranza che Dio, per questa penitenza, rimettesse i suoi peccati, così la terra rimase per quaranta giorni sotto l’acqua del diluvio (Genesi 8,6).Noè non è solo sull’arca che ha costruito per la sua salvezza: con lui si trova la sua famiglia. Anche la Prima lettera di Pietro ci ricorda che furono «otto in tutto» le persone salvate dal diluvio (1 Pietro 3,20). È proprio su questo aspetto, riguardante le relazioni familiari, che ci soffermiamo ora: guardando in primo luogo all’arca sulla quale si trova la famiglia di Noè, poi alla questione dei rapporti coniugali durante il diluvio, infine studiando brevemente la storia della nudità di Noè.L’arca che il patriarca deve costruire è descritta con precisione, e Noè esegue meticolosamente le indicazioni che riceve da Dio per la sua preparazione (Genesi 6,15-16). Come ha notato Raniero Fontana, «indicazioni così precise e tanto dettagliate Dio le darà soltanto per la costruzione del santuario e dei suoi accessori»: anche l’arca, in fondo fu la “tenda del Re”, il suo Tabernacolo, perché «la misura che in futuro verrà utilizzata per la costruzione del Tempio è quella dell’arca di Noè: i cubiti dell’antica misura» (ovvero circa 45 cm), come scritto in 2Cr 3,3. Le due strutture, l’arca e la Dimora nel deserto, «non sono tra loro del tutto lontane: il luogo in cui Dio incontra il suo popolo e in cui mostra la sua Gloria (la Dimora) è anche il luogo (nella forma dell’arca) in cui preserva la vita dell’umanità, e quindi, del futuro del popolo di Israele» (F. Giuntoli). A noi resta da notare una cosa evidente: se l’arca è come il Tabernacolo, allora la famiglia di Noè che lì è custodita – fuori metafora, e al di là di ogni simbolismo, ogni famiglia umana – è investita dello stesso onore che deve essere conferito a ciò che nel santuario evocava la presenza di Dio. Ogni vita creata da Dio (e nell’arca ci sono proprio tutte…) è degna di essere messa in salvo, e di queste la più bisognosa di salvezza è la famiglia degli uomini. Non ci stupisce, allora, che la «cesta» nella quale sua madre riporrà Mosè (Esodo 2,3-5) abbia lo stesso nome, in ebraico (tēbâ), dell’arca di Noè: come si leggerà più avanti nei nostri commenti, anche Mosè rischierà di morire annegato nell’acqua, e in quel caso sarò salvato dalla sua piccola arca e dalla sorellina, Maria.La famiglia di Noè ritorna alla fine della storia del diluvio, quando è narrato l’episodio della sua ubriacatura e della conseguente sua nudità, vista dal figlio Cam (Genesi 9,18-28). L’ebbrezza del patriarca, inventore del vino, è motivata, nel racconto che leggiamo ora, dall’eziologia della maledizione per Canaan, uno dei nemici di Israele (anche se l’affronto è compiuto da Cam, questi non può essere maledetto, dice il midrash, perché Cam era stato benedetto da Dio stesso: la maledizione passa così a suo figlio, eponimo dei Cananei). A noi interessa però notare due cose. Il vino, anche se causa la perdita dei sensi a Noè, nell’ambito della storia del diluvio è un elemento positivo (diversamente da come era visto nella cultura greca classica), e si colloca subito dopo il segno dell’arcobaleno, ed insieme ad esso, come simbolo di gioia e riconciliazione: dalla terra profanata dal peccato può ora nascere un nuovo frutto, che «allieta il cuore dell’uomo» (Salmo 104,15). Infine, si deve notare ciò che viene insegnato da questo racconto: la colpa del figlio Cam è – secondo i rabbini – quella di avere mancato di rispetto nei confronti del padre, come si evince anche dalla punizione per chi scopre la nudità degli altri (dei propri fratelli: Levitico 20,17). Ma ammirevoli sono gli altri due figli di Noè: fanno di tutto pur di non vedere il padre nudo; in questo modo ci insegnano in modo parabolico come «onorare il padre e la madre» (Esodo 20,12), anche quando questi dovessero mostrare le loro debolezze (nel caso, l’ebbrezza) e, soprattutto, mostrarsi per quello che davvero sono (nelle loro “nudità”).Riduzione e adattamento da: G. Michelini – G. Gillini – M. Zattoni, La Torà e le relazioni familiari. Lettura esegetica e contestuale di dieci testi biblici, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2014TRATTO DAL SITO WEB:https://www.lapartebuona.it/commenti-ai-vangeli-della-domenica/gesu-noe-diluvio-lettura-esegetica-basata-sulle-fonti-rabbiniche/ Cuneo ,li 29.08.2023 Rinaldo