MENOPAUSA E' BELLO?

Emergenza cuore per le donne. Sottovalutano i sintomi.


Le donne sono protette dagli ormoni fin oltre i 50 anni di età. Ma con la menopausa hanno più probabilità degli uomini di subire un infarto miocardico. Parte uno uno studio multicentrico per indagare le differenze tra uomo e donne in caso di infarto. A promuoverlo è la Società Italiana di Cardiologia Invasiva (Gise), che lancia l’allarme sulla poca attenzione che le donne dedicano al loro sistema cardiocircolatorio. Le donne, infatti, sono protette dagli ormoni fin oltre i cinquant’anni di età. Ma con la menopausa,  le probabilità di subire un infarto miocardico diventano addirittura maggiori di quelle degli uomini. E tanto più vivono a lungo, tanto più le probabilità di subire un infarto aumentano Tre sono le ragioni:. La prima è legata al fattore tempo ed è a sua volta dovuta a due fattori, responsabili del fatto che le donne arrivino più tardi in ospedale: • le donne non hanno ancora chiaro che la principale causa di morte per loro è l’infarto miocardico e non il tumore alla mammella. Risultato: se una donna sente un dolore al petto non pensa all’infarto come prima possibilità, con la conseguenza di perdere tempo prezioso; • le donne sono più “toste” degli uomini, più resistenti e anche con livello mediamente più alto di sopportazione del dolore. E spesso sono più ansiose nei confronti della salute dei propri cari che della propria. La seconda ragione è legata all’età: a causa della protezione esercitata dagli ormoni, le donne entrano tardi nell’area di rischio cardiovascolare. Quindi, una donna che subisce un infarto ha un’età mediamente più elevata dell’uomo, la sua condizione è spesso complicata da un maggior numero di fattori di rischio e malattie associate, e ha spesso un calibro dei vasi coronarici inferiore a quello dell’uomo. Tutti questi fattori fanno sì che la donna sia più difficile da trattare e quindi abbia una probabilità minore di ricevere i trattamenti più adeguati. La terza ragione risiede nel fatto che la mortalità nella donna colpita da infarto è maggiore nei primi giorni dopo il ricovero, in parte per le comorbidità, in parte per cause non ancora identificate.  Tratto parzialmente da quotidianosanità.it