CARINCI PAOLO BLOG

l'11 settembre e la gurra al terrorismo in iraq era gia prevista?


26 gennaio 1998    Quasi otto anni fa, molto prima dell’11 settembre, la lobby dei neoconservatori, l’equivalente statunitense della P2, era alacremente impegnata nello scrivere la sceneggiatura dell’Era del Terrore. Nel 1998 i NeoCon erano già molto influenti, ma non erano ancora al potere. Provarono, comunque, a convincere il Presidente Clinton a sposare le loro teorie, invitandolo a dichiarare guerra all’Iraq. La proposta, rientrava in uno scenario di guerra che è consultabile sul sito www.newamericancentury.org, uno dei siti che raccoglie il progetto “Stranamore” ideato, scritto e realizzato dai neoconservatori nel ventunesimo secolo. Se volete sapere cosa accadrà nel mondo, nei prossimi anni, se i neocon americani rimarranno al potere, andatevelo a leggere. Finora la sceneggiatura è stata rispettata piuttosto fedelmente.  Clinton, allora, disse di no. Pagò questo rifiuto con una montagna di accuse di ogni genere, sferrategli attraverso ben orchestrate campagne dei media. Bill Clinton fu accusato, nell’ordine:  -    di avere ucciso un amico di famiglia, Vince Foster  -    di avere compiuto malversazioni nella gestione della vendita di una proprietà a Whitewater  - di essere dedito con la moglie al traffico di droga lungo una piccola direttrice aerea dell’Arkansas -        di un certo numero di molestie sessuali Tutte le accuse vennero smentite. Tutte tranne una. Sappiamo quale. Questo post ha due obiettivi: 1) ricordare a chi lo legge l’esistenza del Piano 2) ricordare a chi lo legge che il qualunquismo, quando si va a votare, è molto pericoloso. Dire cose tipo “tanto sono tutti uguali” può avere effetti molto perniciosi. Perché esisteva, ed esiste, una bella differenza fra Clinton e Bush. La stessa differenza che c’è fra un Sì e un No. Una differenza di diverse centinaia di migliaia di morti. Anche italiani. Ed esisteva, ed esiste una bella differenza fra Berlusconi e …chiunque altro. January 26, 1998  The Honorable William J. ClintonPresident of the United StatesWashington, DC   Caro Presidente, Nel suo prossimo discorso sullo Stato dell’Unione lei avrà l’opportunità di delineare un cammino chiaro e determinato per far fronte a questa minaccia. La invitiamo calorosamente a cogliere questa opportunità, e ad enunciare una nuova strategia che assicurerà gli interessi degli Stati Uniti e dei nostri amici e alleati nel mondo. La strategia dovrà focalizzarsi, soprattutto, sulla rimozione del regime di Saddam Hussein dal potere. Rimaniamo pronti e disponibili a fornire il massimo sostegno in questa impresa difficile, ma necessaria.La politica di contenimento di Saddam Hussein si è rapidamente indebolita negli ultimi mesi.Come recenti eventi hanno dimostrato, non possiamo più contare sui nostri partner della coalizione della Guerra del Golfo per mantenere le sanzioni o per punire Saddam quando impedisce o sfugge alle ispezioni dell’ONU. La nostra capacità di fare in modo che Saddam Hussein non produca armi di distruzione di massa è, pertanto, diminuita. Anche se fosse possibile realizzare delle ispezioni complete, cosa che oggi appare molto improbabile, l’esperienza ha dimostrato che è difficile se non impossibile monitorare la produzione di armi chimiche e biologiche irachene.I tempi rallentati con i quali gli ispettori sono stati ammessi nelle strutture produttive irachene hanno reso ancora più improbabile la scoperta dei segreti di Saddam. Di conseguenza, in un futuro non molto distante, non saremo in grado di stabilire con un livello di confidenza accettabile se l’Iraq possieda o no armi di distruzione di massa. Questa incertezza avrà, di per sè, un effetto di seria destabilizzazione sull’intero Medio Oriente. Non c’è bisogno di aggiungere che se Saddam acquisirà la capacità di costruire armi di distruzione di massa, come di sicuro sarà in grado di fare se prosegue con i suoi comportamenti, la sicurezza delle truppe americane nella regione, quella dei nostri amici e alleati quali Israele e gli stati arabi moderati, ed una porzione significativa della fornitura mondiale di petrolio saranno messe a rischio. Come lei ha giustamente dichiarato, signor Presidente, la sicurezza del mondo nella prima parte del ventunesimo secolo dipenderà ampiamente da come gestiremo questa minaccia.  Data l’ampiezza della minaccia, l’attuale politica, che dipende dalla prontezza dei nostril partner della coalizione e dalla disponibilità a cooperare di Saddam Hussein, è pericolosamente inadeguata. L’unica strategia accettabile è quella che elimina la possibilità che l’Iraq sia in grado di usare io minacciare di usare le armi di distruzione di massa. Nel breve termine, questo significa la volontà di intraprendere un’azione militare, posto che la diplomazia sta evidentemente fallendo. Nel lungo termine, significa rimuovere Saddam Hussein e il suo regime dal potere. Questo deve diventare l’obiettivo della politica estera americana . La invitiamo calorosamente ad articolare questo obiettivo, e a rivolgere l’attenzione della sua amministrazione alla implementazione di una strategia che consenta la rimozione del regime di Saddam.Questo richiederà il pieno dispiegamento di tutte le forze diplomatiche, politiche e militari.Benché siamo pienamente consapevoli dei pericoli e delle difficoltà di questa politica, siamo anche convinti che i pericoli derivanti da un suo fallimento sono anche maggiori. Riteniamo che gli Stati Uniti possiedano l’autorità, sotto le attuali risoluzioni ONU, per prendere i passi necessari, incluse iniziative militari,. Per proteggere i nostri interessi vitali nel Golfo.Comunque, la politica americana non può essere continuamente ostacolata da un malinteso persistere della unanimità nelle decisioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La invitiamo ad agire con decisione. Se agirà ora per porre fine alla minaccia delle armi di distruzioni di massa contro gli Stati Uniti e i suoi alleati lei agirà nel modo più fondamentale per assicurare gli interessi di sicurezza nazionale del paese. Se invece accetteremo un cammino di debolezza, metteremo a rischio I nostri interessi ed il nostro futuro. Cordiali saluti,  Elliott Abrams    Richard L. Armitage    William J. Bennett   Jeffrey Bergner    John Bolton*    Paula Dobriansky   Francis Fukuyama Robert Kagan    Zalmay Khalilzad   Paul Wolfowitz   William Kristol    Richard Perle    Peter W. Rodman   Donald Rumsfeld*    William Schneider, Jr.    Vin Weber John Bolton : è stato recentemente nominato da Bush ambasciatore U.S. presso l’ONUDonald Rumsfeld ; è il Segretario alla difesa della amministrazione Bush Paul Wolfowitz : dopo essere stato consigliere alla Difesa di Bush è stato nominato nel gennaio 2005 presidente della Banca Mondiale    le scriviamo perchè siamo convinti che l’attuale politica Americana nei confronti dell’IRAQ non stia avendo successo e che presto potremmo confrontarci con una minaccia mediorientale più seria di qualunque altra minaccia conosciuta dalla fine della Guerra Fredda.