CARINCI PAOLO BLOG

PAPPONI DI STATO 2


Trombati e rimborsati, pensioni e liquidazioni degli ex parlamentari. (parte seconda).Riprendiamo da dove eravamo rimasti: i cinquantenni d'oro.  Ma che dire di quelli
di platino? Due anzitutto: i senatori Edo Ronchi, pd, 58 anni, e Willer Bordon, che al grido di «esco dalla casta!» si è dimesso il giorno del suo 59.mo compleanno, il 16 gennaio. Tutt’e due hanno navigato in Parlamento per 6 legislature,quindi avranno (riscatti permettendo) il massimo del vitalizio senatoriale: 9.604 euro. È quanto prenderanno sessantenni come il neosocialista Gavino Angius, classe1946, e Clemente Mastella, classe 1947. Poco meno dell’ex re di Ceppaloni incasserà il deputato socialista Valdo Spini, suo coetaneo, che potrà consolarsi con una liquidazione di 271.527 euro netti. A mettere in difficoltà il bilancio 2008 delle due Camere saranno infatti anche quelli che pudicamente il Senato chiama «assegni di solidarietà»: una sorta di tfr pari all’80 per cento dell’indennità, moltiplicato per gli anni effettivi di mandato. A Palazzo Madama hanno stanziato già 8 milioni di euro, però anche questi non basteranno. Da liquidare ci sono mostri sacri come Armando Cossutta del Pdci (345.744euro), Clemente Mastella (307.328 euro), Alfredo Biondi (278.516), mentre alla Camera il recordman è Angelo Sanza, 10 legislature come Cossutta, con 337.068euro netti di liquidazione. Mastella non è l’unico ex ministro del governo Prodi ad avviarsi a un buon pensionamento. C’è Fabio Mussi, 60 anni, ex responsabile dell’ Università, 5 legislature come l’ex collega all’ Ambiente Pecoraro Scanio. Ci sono il ministro dell’ Interno Giuliano Amato, 5 legislature, e il sottosegretario Vincenzo Visco, 7 legislature (9.363 euro lordi almese, il massimo).Non ha da lamentarsi nemmeno la famiglia Cardinale: uscito papà Salvatore, 60 anni, 5 legislature, ex pluriministro, in Sicilia è stata eletta la figlia Daniela. Stesso scambio in una famiglia non ministeriale: il forzista Basilio Germanà, 59 anni e 4 legislature, in Sicilia 2 ha fatto candidare il figlio Antonino. A piangere sono davvero in pochi.  Certamente non Salvatore Buglio, ex ds, passato alla Rosa nel pugno e poi tornato al Pd: il pilastro della squadra parlamentare di calcio va in tribuna a 57 anni con 15 anni di contributi e
6.203 euro al mese. Buona la liquidazione, con 5 legislature, per Cesare Salvi, Sinistra democratica, 60 anni ancora da compiere, autore di numerose proposte di legge contro i costi della politica. Paradosso: è stato proprio lui,insieme con il collega Massimo Villone (64 anni, anche lui pensionando), il primo a denunciare le pensioni d’oro del Parlamento in Il costo della democrazia, uscito nel 2005 dalla Mondadori: «Mi sono battuto come un leone per modificare queste norme. E qualcosa in effetti siamo riusciti a fare» spiega.«Ma ho constatato un deficit culturale della sinistra su questi temi. Hanno sottovalutato l’effetto devastante che questi privilegi hanno sul nostro elettorato». Nel cortile di Montecitorio un altro superpensionato scuote la testa. Gerardo Bianco, 77 anni, mette in guardia da derive qualunquiste: «Dopo quarant’anni, a conti fatti, mi metterò in tasca 6 mila euro netti al mese. Un dirigente d’azienda prenderebbe di più». Non è qualunquismo, comunque, fare due calcoli: deputati e senatori versano ogni mese l’8,6 per cento dell’indennità lorda (1.006,51 euro gli uni e 1.032,51gli altri). Ai valori attuali, in 20 anni un deputato sborsa 241.562 euro, un senatore poco di più. L’aspettativa media di vita del maschio italiano è di 78,6 anni. E dunque un neopensionato cinquantenne incasserà il vitalizio per 28 anni e mezzo,gravando sulle casse dello Stato (sempre ai valori 2008) per 2.731.357 euro. Non solo, potrà cumulare la sua rendita di parlamentare con gli altri redditi da lavoro e da pensione. Dal luglio 2007, però, le vacche non sono più così grasse. Franco Marini e Fausto Bertinotti (4 legislature: in pensione attiva, visto che sarà presidente della Fondazione Montecitorio) hanno dato un giro di vite che permetterà all’erario di risparmiare. «Solo eliminando la possibilità dei riscatti taglieremo a regime il 25 per cento delle spese per i vitalizi» calcola Gianni Nieddu, pd, questore uscente (e pensionando) di Palazzo Madama. Se ne accorgeranno i nuovi elettid el 13 e 14 aprile. Anche per molti uscenti della XV legislatura non andrà bene, gli oltre 100 non ricandidati o non rieletti come Vladimir Luxuria e il no global Francesco Caruso. Nessuna pensione in vista, nemmen oquella minima dei 5 anni. Riceveranno l’assegno di fine mandato, ma anche i circa 25mila euro che avevano inutilmente accantonato per il vitalizio. Soldi loro, per carità, ma per Camera e Senato sarà una botta totale da almeno 4,5 milioni.NB Articlo di A. Bianchi e L. Maragnani - Panorama N.18/2008