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Pescara, cimici in Procura


Pescara, cimici in Procura
domenica 10 agosto 2008
di Giuseppe Caporale per La RepubblicaEntro pochi giorni Ottaviano Del Turco, ex presidente della giunta della Regione Abruzzo, potrebbe uscire dal carcere di Sulmona ed essere trasferito agli arresti domiciliari. è stata la procura di Pescara, ieri, ad avanzare la richiesta al gip Maria Michela Di Fine. Secondo gli inquirenti che venti giorni fa li hanno arrestati con l' accusa di aver intascato tangenti, per Del Turco e altri nove arrestati tra assessori e funzionari si sarebbe attenuato il pericolo di inquinamento delle prove, reiterazione del reato e fuga. La decisione del giudice si conoscerà solo lunedì. Ma emerge una novità inquietante nell' inchiesta sulle tangenti nella sanità abruzzese: i magistrati erano spiati. Con microspie e intercettazioni abusive. Fino a pochi giorni fa, qualcuno ascoltava le loro conversazioni. Il primo ad accorgersene è stato il procuratore Nicola Trifuoggi. Mesi addietro, in seguito ad alcuni sospetti, aveva ordinato una bonifica ambientale del suo ufficio. Ed è così che è stata scoperta una microspia. In quel periodo, l' inchiesta sulla sanità viaggiava speditamente, seppure a riflettori spenti. Era gennaio, erano i giorni dei sequestri di centinaia di documenti negli uffici della Regione Abruzzo, la fase dei primi interrogatori di funzionari e assessori. Una volta individuata, la cimice è stata sequestrata e inviata alla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d' Appello di Campobasso (competente per distretto) che ha aperto un' inchiesta. Poi è toccato ai magistrati Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, che con il procuratore hanno firmato la richiesta di arresto di Del Turco e di altre nove persone tra politici e funzionari. Loro si sono accorti di essere spiati solo poche settimane fa. «E' certo che i telefonini dei magistrati sono stati oggetto di intercettazioni abusive» confermano dal palazzo di giustizia. Anche su questa vicenda è stato aperto un fascicolo. Non è tutto: in procura è stata scoperta anche una talpa. La prova è contenuta in un' intercettazione (legale) allegata all' ordinanza di custodia cautelare. Diversi giorni prima che scattassero gli arresti eccellenti, un dipendente degli uffici giudiziari (attraverso un avvocato compiacente) aveva avvertito uno degli indagati che l' imprenditore Vincenzo Maria Angelini - la gola profonda dell' inchiesta - aveva confessato agli inquirenti il pagamento di tangenti ai politici. «Hanno chiuso il cerchio» dice la talpa al telefono «c' è il vecchio e il nuovo, c' è anche Turc (Del Turco) e l' altro (Quarta)» si legge nell' ordinanza. L' "assedio" al pool pescarese non finisce qui. I magistrati denunciano l' esistenza di un dossier "avvelenato", contenente notizie false, pronto - assicurano - per essere pubblicato «su un giornale finanziato da chi è coinvolto nell' inchiesta». Intanto, l' avvocato Carlo Taormina sarà ascoltato lunedì come testimone. Taormina è stato il difensore dell' ex presidente della finanziaria regionale, Giancarlo Masciarelli, nell' ambito di un' altra indagine collegata a questa. Taormina da mesi annuncia di essere a conoscenza di diversi fatti relative alle tangenti. Informazioni che, assicura, coinvolgono altri personaggi di spicco della politica nazionale.