CARPE DIEM

Post N° 16


  A che cosa serve la poesia? Può servire.      Vi faccio un esempio.      Prendete una coppia che va abbastanza bene:      due o tre lustri di convivenza      casa figli interessi comuni.      I coniugi però, non essendo nè sordi nè orbi      nè privi di altri sensi      naturalmente non immuni      dal notare che il mondo è pieno di persone attraenti      dell'altro sesso      di cui alcune, per circostanze favorevoli,      sarebbero passibili di un  incontro a letto.             Sorge allora un problema che propone tre soluzioni.             La prima è la tradizionale repressione      non concupire eccetera non appropriarti dell'altrui proprietà      per cui il coniuge viene equiparato a un comò      Luigi XVI o a un televisore a colori      o a un qualsiasi oggetto di un certo valore      che non sarebbe corretto rubare.             La seconda soluzione è l'adulterio      altrettanto tradizionale      che crea una quantità di complicazioni      la lealtà (glielo dico o non glielo dico?)      lo squallore di motel occasionali      la necessità di costruire marchingegni di copertura      che non eliminano la paura      di fastidiose spiegazioni.             La terza soluzione è senza dubbio la più pratica      Si prendono i turbamenti e i sentimenti      le emozioni e le tentazioni      si mescolano bene si amalgama l'immagine      con un brodo di fantasia      e ci si fa su una poesia      che si mastica e si sublima      fino a corretta stesura sulla macchina da scrivere      e infine si manda giù      si digerisce con un pò di amaro      d'erbe naturali      e poi non ci si pensa più.