LA LUNA DI MEG

MI CHIAMO MEG


 
Mi chiamo Meg,occhi scuri e un velo di misterodanzo sull’orlo del rimpiantoper un mondo sognato,sulle foglie autunnali,sul lento incedere di un ruscello,e mi soffermo lì dove sgorgano le ferite del mondo. Mi riconosco nei sapori del pane caldo dei biscotti alla vaniglia e cannella,nella terra bagnata e asciugatadallo spavaldo zefiro,nella solitudine dei giorni di festa,nelle notti inondate dal grido del mare. Meg, innamorata dell’AmoreMeg, impedita nella stagione del solea camminare sotto il suo cieloMeg e l’indivisibile malinconiasì, proprio lei,dal sorriso dolce, evanescente. Se non l’avesse conosciutasi sarebbe certamente persa la magiadi tante parole non dettee non avrebbe mai ascoltatole memorie del cuore.Mi chiamo Meg, per un gioco di bambinae continuo come alloraad inventare i miei domaniancorata ad un’esile fiammellaper illuminare le tenebre.Rosanna Affronte (Tutti i diritti riservati ®©)