CASALUCE è anche MIO

Chiù pilu pi tutti!


Tutti i network mondiali, da qualche giorno, trasmettono unicamente immagini delle tragedie che stanno sconvolgendo il Giappone e della guerra civile libica.Sono scene scioccanti e raccapriccianti che ci devono far riflettere, ma in tutto questo possiamo vedere anche il lato, purtroppo positivo, della vicenda.Si il lato "purtroppo" positivo e non è un controsenso.Dalla tragedia nascerà, dovrà per forza di cose nascere, una spinta per le economie dei paesi interessati e di chiunque altro approfitterà di queste tragedie.Non ho l'età per aver vissuto l'epopea della borsa nera raccontata in "Napoli milionaria", ma al pari di ciò che è stato descritto in quel film, sotto certi aspetti, è quello che accadrà, da qui in poi, in quei Stati. Ci sarà denaro, speculazione con tutto quel che ne consegue e la lontananza del Giappone non ci terrà lontano da una tragedia, così come oggi noi Italiani siamo i primi a pagare le conseguenze della guerra civile libica, visto che ci separa un braccio di mare di non più di cento chilometri.Questo potrebbe avere anche per noi, purtroppo delle conseguenze positive.Conseguenze positive per tutti, ma solo da un punto di vista statistico, in quanto al pari di ciò che è successo con il terremoto di L'Aquila, senza andar troppo indietro con la memoria ad altre tragedie, alcuni dopo aver riso per la tragedia trasmessa in diretta saranno pronti a banchettare come sciacalli sulle vittime della stessa.Ed il PIL come per incanto crescerà e con esso anche quella che potremmo chiamare la nostra ricchezza.Ma certamente "non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l'inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta".Bel pensiero quest'ultima frase, purtroppo non l'ho scritta Io, ma Robert Kennedy nel discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas Universty e sarebbe ora dopo oltre 40 anni di rivedere, alla luce di quello che accade nel Mondo, il concetto di PIL, altrimenti continueremo ad essere degli ipocriti.