CASALUCE è anche MIO

Perché urliamo?


Da qualche giorno ho inserito nel mio Blog un link ad una pagina de "La Stampa" curata da Massimo Gramellini. E' il mio buongiorno quotidiano che mi offro e che leggo tutti i giorni o comunque quando viene pubblicato l'articolo dove l'autore, in poche righe, descrive delle situazioni emblematiche. Spero che anche i miei pochi lettori dei miei post colgano l'occasione per gratificarsi con questo "Buongiorno".Ieri, ossia il 25 giugno, sono rimasto colpito dalla concretezza dell'articolo dal titolo "Gente da urlo", dove l'autore descriveva una sua situazione vissuta a Parigi in un parco dove la sua voce soverchiava tutte le altre nella quiete del giardino pubblico, riflettendo, poi, che è bastato tornare in Italia per accorgersi che era quasi senza voce nel sentire gli altri parlare, ovvero urlare.In effetti è quello che sta accadendo in Italia, qui non si parla più, si urla e più si urla e più viene voglia di rispondere urlando ancora di più. Accade in casa, dove purtroppo non si riesce a dialogare con la moglie, i figli, i genitori. Accade a scuola, dove il dialogo fortemente voluto, da noi cinquantenni ed oltre con i docenti, ha lasciato il posto ad una conversazione tra sordi. Accade in qualsiasi posto di lavoro, dove ognuno pensa di avere la soluzione del problema. Accade per strada, nei locali ed in ogni dove. Accade, purtroppo, anche in politica, dove lo scambio di idee dovrebbe essere il pane quotidiano di questa arte ed invece è stato sostituito da un un aumento di decibel nell'urlare cose che cose non sono.Il motivo di tutto questo?Nell'effetuare una ricerca su Youtube, qualche mese fa, ho trovato un piccolo video di Gandhi. In questo il Mahatma spiega perché si urla. Per Lui si alza la voce quando non si ama ed a tal proposito espone un valido esempio.Ecco, questa è anche la mia risposta."Noi italiani, urliamo fino a lesionarci le corde vocali e a romperci i timpani, perché non amiamo, perché siamo egoisti, perché siamo gli uni contro gli altri, perché siamo, come sempre, guelfi o ghibellini, bianchi o neri, teniamo per il papa o l'imperatore, per il re o la regina, siamo di destra o di sinistra, siamo questo  o quello e crediamo che la nostra idea sia la sola giusta e l'altra l'unica sbagliata e pensiamo di imporla urlando più dell'altro che ci sta a fianco,  senza pensare che forse anche Noi abbiamo qualche torto e che l'altro può avere anche una minima ragione, non parliamo, urliamo, non ascoltiamo ma ci piace ascoltarci per questo gridiamo, perché siamo in definitiva degli egoisti".E pensare che siamo stati quelli che abbiamo insegnato agli altri la civiltà.