CASALUCE è anche MIO

Fratello d'Italia


Appartengo a quella generazione che quando era alle elementari, al solo suono delle prime note, scattava in piedi, ma che poi diventati grandi lo hanno criticato ed addirittura dileggiato.Non ci piaceva. Lo ritenevamo una marcetta senza significato ed il confronto con le pagine scritte dai grandi musicisti italiani, un affronto alla nostra cultura musicale ed alla nostra vocazione poetica. Alcuni preferivano l'aria verdiana del "Nabucco", le cui pur bellissime parole evocavano un canto di speranza e di libertà di un popolo alla ricerca della propria terra, ma noi Italiani eravamo soggiogati dagli oppressori stranieri. Ad altri piacevano i canti patrottici della 1° guerra o i canti dei partigiani del 2° conflitto mondiale. Di pari passo, anche il nostro sentimento nazionale, a differenza di quello degli altri popoli, nostri confinanti, basti pensare agli sciovinisti francesi, era molto fievole. Ci sentivamo e ci sentiamo, ancora oggi, Italiani solo in occasione dei mondiali di calcio, dove invece sarebbe bello veder garreggiare le squadre di club, od in concomitanza di qualche impresa sportiva, al limite della Ferrari. Quando la Nazionale gioca i mondiali, molto prima che si gonfia la rete avversaria, siamo pronti a scendere per strada, a sventolare il tricolore, ad addobbare ogni angolo con nastri ed a chiamarci "Fratelli d'Italia". Cosa dire poi delle feste nazionali. Ricordo che festeggiavamo e festeggiamo tutt'ora, quella del 4 novembre: "della Vittoria", il 25 aprile: "la Liberazione" o il 2 giugno: "della Repubblica", ma nessuna che ricordasse la Nostra nascita come Nazione, dove identificarsi: "tutti  Vincitori nessun Perdente". Un 14 luglio come quello dei Francesi o meglio un 4 luglio degli Americani, Noi non l'abbiamo mai avuto. Ora non più, almeno per quest'anno. Finalmente anche Noi, tutti quanti, dall'Alpe alla Sicilia, da Bardonecchia ad Otranto abbiamo la nostra Festa. La Festa degli Italiani, non quella di una parte vincitrice sull'altra. Il miracolo di tutto questo lo dobbiamo ad un grande attore, genio italico che in un quarto d'ora, con la sua dialettica di raffinato toscano, ci ha fatto amare, finalmente il nostro Inno ed ha dato lo slancio finale affinché il17 MARZOsia festa Nazionale. Grazie "FRATELLO D'ITALIA".