blog di LUIGI FUDA

Post N° 133


O LUPI O LAPI (1) Caulonia Il Comune avrebbe tolto l'assistenza alla figlia affetta da sindrome di Down «Mamma disperata» scrive a Regione e PrefettoCAULONIA – L’amministrazione comunale sospende un servizio alla figlia disabile e “Una mamma disperata” - così si firma Maria Rosa Sorgiovanni, vedova - si rivolge all’assessorato regionale al Lavoro, a quello dei Servizi Sociali e al Prefetto di Reggio Calabria. L’ha fatto dopo che il sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia, ad una precedente missiva le ha risposto verbalmente, convocandola in Comune, ma dandole risposte da lei ritenute insoddisfacenti. Il problema riguarda la figlia disabile, affetta da sindrome Down, che per circa otto anni ha beneficiato di un servizio di assistenza gratuita «messo a disposizione dall’amministrazione comunale e interamente finanziato dalla Regione Calabria», mediante i progetti di pubblica utilità chiamati “Assistenza alle famiglie”. La prestazione di fatto  constava della presenza diurna di un’operatrice che si prendeva cura  «amorevolmente di mia figlia che, nel tempo, ha fatto registrare notevoli progressi sia sul piano motorio sia nell’ambito dell’inserimento sociale».La prestazione, per disposizione dell’amministrazione comunale e «senza alcun avviso», è cessata all’inizio di settembre.  Della sospensione del servizio la signora Sorgiovanni  ne è «venuta a conoscenza dalla stessa operatrice che è stata destinata ad altro compito». Una «decisione drastica attuata da un Comune che è addirittura capofila in tutte le iniziative di carattere sociale e umanitario», che dal sindaco avrebbe avuto, appunto, soltanto verbalmente, scrive la mamma disperata, «una risposta poco soddisfacente. Mi comunicava che, in futuro (chissà quando, chissà come), avrei avuto un servizio di assistenza, sperando in un finanziamento della Regione Calabria». Stanziamento che in realtà, sostiene ancora la signora Sorgiovanni, «c’era in quanto per questo servizio di assistenza veniva utilizzata una Lavoratrice pubblicamente utile facente parte di un progetto denominato “LILLI PUT N. 101” con la qualifica di operatore alle famiglie, con problemi di handicap» e che continua ad essere retribuita con i fondi all’uopo stanziati dalla Regione.L’appello, che pare sia stato già raccolto dal Prefetto, si conclude da parte della signora, con una richiesta di  «aiuto. Mia figlia, da quando le è stato tolto questo servizio, non dorme più, sta diventando apatica, rifiuta il cibo e lentamente sta andando incontro a depressione».E, a quanto pare, la sospensione del servizio non riguarda soltanto la figlia della signora Sorgiovanni ma anche un altro ragazzo, pure lui diversamente abile, che frequenta una classe nella quale v’è la presenza di un’insegnante per il sostegno.Armando ScuteriCaulonia, 26 ottobre 2008 Da Gazzetta del Sud del 27.10.08