blog di LUIGI FUDA

COSE DELL'ALTRO MONDO


 CAULONIA, L'AFFRESCO TRASLOCA?La Soprintendenza minaccia di trasferire l’opera in un museoSembra non esserci proprio pace per lo straordinario patrimonio storico artistico del comune di Caulonia, che dopo essere stato orrendamente mutilato dalla leggerezza incosciente delle varie amministrazioni che si sono susseguite negli anni, rischia ora di vedersi addirittura sottrarre, dalla Soprintendenza regionale ai beni artistici, l’unica testimonianza dell’arte bizantina presente nell’antico borgo. Dall’ufficio cosentino sono categorici: «O il comune scende a più miti consigli sui lavori di restauro e protezione di questa testimonianza preziosissima, e si attiene alle nostre disposizioni, oppure saremo costretti a staccare l’affresco del “Cristo trionfatore” dall’abside della vecchia chiesa di San Zaccaria per trasferirlo all’interno di un museo e conservarlo come si conviene ad una meraviglia del genere». Una storia complicata, fatta di lettere perentorie da parte della soprintendenza e di risposte evasive dall’ufficio tecnico comunale; di progetti pittoreschi con colonne doriche e pavimenti in simil cotto «del tutto carenti e privi degli studi necessari per un opera che nel mondo – esclusa Istanbul – esiste solo a Caulonia» e di ben due direttori di lavori che nel tempo si sono dimessi, per un affare che rischia di finire nel peggiore dei modi per la cittadinanza oltre che naturalmente per i progetti di turismo culturale che dal palazzo municipale si afferma di volere perseguire. Tutto inizia quando dal comune appaltano i lavori, per un totale di quasi 400 mila euro, per la “messa in sicurezza” dell’opera che gli esperti datano tra il X e l’XI secolo, e proprio in questa ottica evidentemente, si decide di abbattere la vecchia tettoia costruita negli anni ottanta per proteggere l’affresco dagli agenti atmosferici – in seguito al terremoto del 1783 infatti della chiesa di San Zaccaria è rimato in piedi solo l’abside che contiene al proprio interno l’opera – in attesa della costruzione della nuova protezione, pensata dai progettisti per difendere nei secoli, dagli agenti atmosferici e dagli atti di vandalismo, la figura del Cristo circondato da S.Giovanni e dalla Madonna. Questo almeno nelle intenzioni. Perché in effetti, a leggere la fitta corrispondenza tra il comune e gli uffici cosentini – che a causa dei continui tagli ai fondi non riescono a controllare per intero l’eccezionale patrimonio artistico calabrese – c’è da rimanere di sasso. Incuranti degli ordini pervenuti dalla soprintendenza infatti, l’amministrazione comunale e l’ufficio tecnico di Caulonia, continuano i lavori che prevedono oltre alla “protezione” dell’abside anche la realizzazione della piazza antistante; lavori iniziati, si legge in una missiva datata 5 febbraio «senza la preliminare autorizzazione di inizio e senza che siano state rilasciate tutte le dovute autorizzazioni» e che «i lavori di smantellamento della tettoia sono stati avviati in carenza d’autorizzazione». Proprio per questi motivi, si legge in un’altra missiva della Soprintendenza «si dispone l’immediato ripristino dello stato dei luoghi antecedenti agli interventi già realizzati senza autorizzazione e si raccomanda nel corso delle demolizioni i mezzi più idonei onde evitare ogni tipo di danneggiamento all’abside» che fortunatamente, nonostante sia rimasto per diversi mesi soggetto alle intemperie metereologi che di questo strano inverno, non presenta, al momento, danni.Per lunedì prossimo è previsto un nuovo incontro a Cosenza, dove i tecnici della Soprintendenza e quelli del comune tenteranno di trovare un’intesa che possa evitare alla antica Kaulon di vedersi scippare, a causa di un irritante e irresponsabile prova di forza tentata dal comune, un pezzo importantissimo della storia di Caulonia. Vincenzo Imperitura Tratto da Calabria Ora del 20.03.09