blog di LUIGI FUDA

CAULONIA


AFFRESCO BIZANTINO, ALTOLA' DELLA SOPRINTENDENZACaulonia Il dott. De Chirico ha intimato al Comune di fermare i lavori di recupero  CAULONIA – I lavori di recupero all’affresco bizantino di Caulonia, monumento nazionale, vera rarità  del 1200, epoca in cui l’arte sotto gli imperatori macedoni, raggiunse il massimo dello splendore, sono da rifare! È questa la decisone maturata dalla Soprintendenza per i Beni storici della Calabria che accogliendo una segnalazione di cittadini per la mal conservazione dell’opera durante i lavori stessi, ha preso anche atto della «inidoneità» e di più irregolarità del modo di procedere, compresa una perizia tecnica trasmessa senza firma da parte del responsabile. Al sindaco di Caulonia, poi, il Soprintendente dott. Fabio De Chirico, ha ordinato «l’immediato ripristino dello stato dei luoghi antecedente agli interventi», preoccupandosi «di utilizzare nel corso delle demolizioni i mezzi più idonei onde evitare ogni tipo di danneggiamento all’abside, adottando tutte le misure e cautelari».Un fermo che ha dato spunto a tre consiglieri di opposizione, Cosimo Vallelonga, Enzo Rullo e Domenico Panetta, di sferrare un attacco al sindaco Ilario Ammendolia e al suo esecutivo.Una critica, la loro, “doverosa” perché al pari dei cittadini, che si erano rivolti a chi ora è intervenuto, avevano chiesto lumi al primo cittadino sullo stato dei lavori e sull’incuria in cui si trovava, e tutt’ora, si trova il prezioso dipinto.«I lavori – denunciano – sono stati appaltati senza un adeguato progetto e senza le autorizzazioni della Soprintendenza!» che, constatato lo stato di abbandono, ne ha ordinato «l’immediata messa in sicurezza ed ha espresso forti perplessità sulla pavimentazione antistante» lo spiazzo, perché non consona con l’opera architettonica stessa.Quindi aggiungono, Vallelonga, Rullo e Panetta, che tempo addietro il sindaco, rispondendo a una loro interrogazione, «ha dichiarato di non avere preso decisioni drastiche sull’appalto perché avrebbero potuto penalizzare alcuni professionisti». Ovvero meglio mettere a repentaglio un «patrimonio di tutti, che turbare il sonno degli amici!». Segnali, questi, che «in materia di appalti, non vanno nella direzione della qualità e dell'efficienza, e che gettano dubbi legittimi sulla gestione degli altri lavori» in corso d’esecuzione.Altro che ‘Bonifica sociale’, a parte il danaro pubblico sperperato, a parte «i metri cubi di cemento abusivo che ora dovranno essere rimossi» si sta correndo il rischio di perdere un pregevole manufatto che segna una pagina di storia locale palesando i limiti di un’amministrazione «sull’orlo del fallimento politico e che sta gettando le basi per un prossimo dissesto economico del Comune». Armando Scuteri Tratto da Gazzetta del Sud del 24.03.09