COMPAGNIA DELL'EST

OLIMPIADI DELLA REPRESSIONE


A meno di una settimana dalle o
limpiadi  di Pechino si è smesso di parlare di diritti umani. Ormai queste notizie sono state offuscate dall’interesse dei media per la spedizione azzurra e dalla cappa di polveri sottili che opprime la capitale cinese, che sembra essere più importante della repressione dello stato ai danni del popolo tibetano.La Cina sette anni fa, al momento della assegnazione dei giochi olimpici, aveva promesso di rivedere la propria posizione circa i diritti umani. Infatti in un paese dove non c’è liberta di stampa e di parola, vengono sfruttati i lavoratori soprattutto minori, e che reprime le religioni che non riconoscono lo stato sovrano, il così detto “spirito olimpico” non dovrebbe essere nemmeno nominato. Pero inizialmente la notizia dell’ assegnazione dei giochi a Pechino è stata posta come un vano tentativo di sensibilizzare e di rendere più civile uno stato dove i diritti umani non sono propriamente di casa. Con il passare del tempo tutti quanti si sono accorti che sotto questo interesse ad educare un paese cosi poco abituato a rispettare l’individuo, come succede invece nei paesi più civilizzati, c’era l’interesse più mero dell’affetto provato per una  potenza emergente dell’economia mondiale. Infatti i buoni rapporti con tutti i paesi, sopratutti gli Usa, hanno indotto lo stesso presidente Bush a dichiarare, che non presentarsi alla inaugurazione dei giochi olimpici sarebbe una mancanza di rispetto verso il popolo cinese.Sentire tutti i paperoni che parlano di rispetto nei confronti di un popolo che non ne ha la benché minima idea di cosa possa essere mi fa sorridere, anche perché il rispetto non si compra ma si guadagna. Un popolo che merita rispetto è un popolo che per la propria terra è pronto a fare ogni cosa, anche a rischiare la vita, come è successo e succede al popolo tibetano ogni giorno, che nonostante sia vittima del ferro dei fucili dimostra ogni giorno di essere superiore alla repressione di un popolo ottuso, con la sola forza della parola.Purtroppo ogni iniziativa a livello mondiale fatta dalle varie associazioni che si sono opposte a questa ingiusta assegnazione, con manifestazioni per impedire il passaggio della fiaccola, tanto da obbligarne un cambiamento continuo di itinerario, è stata posta  dai potenti solamente come un gesto di poco rispetto verso gli amici cinesi, tanto da prenderne le distanze. Tra tutto questo disinteresse non resta niente altro da fare che andare in controtendenza con le istituzioni cordiali e fare un muro contro muro, boicottando televisivamente l’intero evento.