COMPAGNIA DELL'EST

La cassazione ha deciso: non si potrà far luce sulla sparizione dell'agenda rossa


Da iltempo.ilsole24ore.com Torna il mistero sulla fine dell'agenda rossa di Paolo Borsellino. A 17 anni dalla strage di via D'Amelio non è ancora chiaro dove sia finita quell'agenda dell'Arma dei Carabinieri, nella quale il magistrato segnava ogni cosa, compresi spunti di indagini e sospetti.L'agenda rossa era sempre nella valigetta del magistrato, ma quando la borsa venne aperta subito dopo la strage non c'era più. Con la decisione della Corte di Cassazione di dichiarare inammissibile il ricorso della procura di Caltanissetta contro il proscioglimento dell'allora capitano (oggi colonnello ndr) Giovanni Arcangioli dall'accusa di furto dell'agenda rossa, esce di scena l'uomo fotografato e ripreso con la valigetta in mano nel rogo di via d'Amelio. Arcangioli ha sempre negato di aver rubato l'agenda e ha detto di aver consegnato la borsa ad alcune persone fra le quali un ex magistrato poco dopo averla prelevata dall'auto blindata distrutta dall'esplosione.In una prima fase dell'inchiesta condotta dalla procura di Caltanissetta - prima ancora di essere indagato e adesso prosciolto dall'accusa di furto aggravato - l'ufficiale dell'Arma era finito nel registro degli indagati con l'accusa di false dichiarazioni al Pm perchè le sue affermazioni risultavano in contrasto con quelle rilasciate dalle persone alle quali Arcangioli ha detto di aver consegnato la borsa. Oggi Arcangioli, tramite il suo difensore, l'avvocato Diego Perugini, offre una 'chiave di lettura' diversa degli avvenimenti. E tornando proprio all'ipotesi accusatoria originaria, quella di false dichiarazioni al pm invita "a guardare altrove". "Se mai fosse il caso di valutare dichiarazioni rese ai Pm di Caltanissetta nel corso delle indagini - dice Arcangioli ad Apcom - credo sia il caso di guardare altrove: noi 'abbiamo già dato' sottoponendoci ad indagini e processo ed avendo ottenuto il passaggio in giudicato di un proscioglimento pieno e cristallino che solo parzialmente ristora da anni di tormento anche mediatico".Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'avvocato Perugini che esclude "che ci siano margini affichè l'accusa di false dichiarazioni al Pm possa in qualunque modo riprendere corpo nei confronti del mio assistito. Non vi sono le basi giuridiche e fattuali". Ieri, parlando con Apcom, Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, aveva affermato: "non dico che Arcangioli abbia sottratto l'agenda, ma doveva essere messo in condizione di dimostrare in dibattimento la sua innocenza" sostenendo che la decisione della Cassazione "mette una pietra tombale sulla giustizia".E oggi, il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari ha parlato, sempre a proposito dell'agenda rossa come di una vicenda "ingarbugliata da un punto di vista giuridico" sottolineando come, almeno per quel che riguarda la posizione di Arcangioli, la vicenda dovrebbe essere chiusa. "Lo spessore dell'attuale procuratore di Caltanissetta - sottolinea l'avvocato Perugini riferendosi a Sergio Lari - è per noi massima garanzia di equilibrio e serenità".In riferimento alle affermazioni del fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio nell'esprimere il massimo rispetto del diritto di ciascuno a rappresentare la propria opinione Arcangioli e il suo difensore segnalano come "anni di scoop televisivi e giornalistici a colpi di foto, filmati e dichiarazioni che ci individuavano, nella logica del puro sospetto, quali colpevoli di fatti quando ancora non si era ancora formalmente indagati, rappresentano di per se una pena alla quale non dovevano essere sottoposti".